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SEI QUI: Home » HomeLibroCaffè » Premio Campiello 2024: Il vincitore
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Premio Campiello 2024: Il vincitore

22 Settembre 2024Updated:10 Ottobre 2024Nessun commento6 Mins Read
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Premio Campiello 2024: Il vincitore

Sabato 21 settembre, al teatro La Fenice di Venezia, una giuria composta da 300 lettori anonimi ha decretato il vincitore del Premio Campiello 2024, 62esima edizione, premio letterario istituito nel 1962 per volontà degli Industriali del Veneto, che viene assegnato a opere di narrativa italiana.

La serata finale, condotta da Francesca Fialdini, accompagnata da Lodo Guenzi, è stata trasmessa in diretta televisiva su Rai 5 e in streaming dalla piattaforma di Rai Play. #PremioCampiello2024

1 Alma di Federica Manzon (Feltrinelli) (101 voti)
2 Il fuoco che ti porti dentro di Antonio Franchini (Marsilio) (78 voti)
3 La casa del mago di Emanuele Trevi (Ponte alle Grazie) (66 voti)
4 Locus desperatus di Michele Mari (Einaudi) (33 voti)
5 Dilaga ovunque di Vanni Santoni (Laterza) (6 voti)

Il vincitore del Premio Campiello 2024

Federica Manzon con Alma (Feltrinelli).

leggi la trama ...
Tre giorni dura il ritorno a Trieste di Alma, che dalla città è fuggita per rifarsi una vita lontano, e ora è tornata per raccogliere l’imprevista eredità di suo padre. Un uomo senza radici che odiava il culto del passato e i suoi lasciti, un padre pieno di fascino ma sfuggente, che andava e veniva al di là del confine, senza che si potesse sapere che lavoro facesse là nell’isola, all’ombra del maresciallo Tito “occhi di vipera”. A Trieste Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita. Ritrova la bella casa nel viale dei platani, dove ha trascorso l’infanzia grazie ai nonni materni, custodi della tradizione mitteleuropea, dei caffè colti e mondani, distante anni luce dal disordine chiassoso di casa sua, “dove le persone entravano e se ne andavano, e pareva che i vestiti non fossero mai stati tolti dalle valigie”. Ritrova la casa sul Carso, dove si sono trasferiti all’improvviso e dove è arrivato Vili, figlio di due intellettuali di Belgrado amici di suo padre. Vili che da un giorno all’altro è entrato nella sua vita cancellando definitivamente l’Austriaungheria. Adesso è proprio dalle mani di Vili, che è stato “un fratello, un amico, un antagonista”, che Alma deve ricevere l’eredità del padre. Ma Vili è l’ultima persona che vorrebbe rivedere. I tre giorni culminanti con la Pasqua ortodossa diventano così lo spartiacque tra ciò che è stato e non potrà più tornare – l’infanzia, la libertà, la Jugoslavia del padre, l’aria seducente respirata all’ombra del confine – e quello che sarà. Federica Manzon scrive un romanzo dove l’identità, la memoria e la Storia – personale, familiare, dei Paesi – si cercano e si sfuggono continuamente, facendo di Trieste un punto di vista da cui guardare i nostri difficili tentativi di capire chi siamo e dov’è la nostra casa.

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“Poiché è un libro che è nato sul confine, vorrei dedicare la mia vittoria, – a tutte quelle persone che stanno attraversando i confini, soprattutto il confine orientale di Trieste, e che lo fanno immaginando e sognando un presente, prima ancora che un futuro migliore. E in un momento in cui a Trieste, prima ancora che in altre parti d’Europa il trattato di Schengen è stato sospeso ed è ancora sospeso, vorrei che in qualche modo potesse questa piccola mia cosa essere di buon auspicio per andare invece in un’altra direzione e non tornare indietro.”

Federica Manzon, nata nel 1981 a Pordenone, attualmente vive tra Milano e Trieste, città in cui si è laureata in Filosofia contemporanea presso l’Università locale. Ha iniziato pubblicando racconti su riviste come Nuovi Argomenti (di cui è stata anche redattrice) e sulla webzine Carmilla on line, prima di debuttare nel 2008 con il romanzo Come si dice addio, incluso anche nella raccolta corale Tu sei lei. Il suo secondo romanzo, Di fama e di sventura, ha vinto nel 2011 il Premio Rapallo Carige per autrici ed è stato finalista al Premio Campiello. Ha lavorato come editor di narrativa straniera presso Mondadori e successivamente è stata docente e responsabile didattica alla Scuola Holden di Torino. Collabora con varie testate, tra cui Il Piccolo e Tuttolibri de La Stampa, e ha collaborato all’organizzazione del festival letterario Pordenonelegge.it. È stata consulente editoriale per la collana Mediterranea di Crocetti Editore e oggi ricopre il ruolo di direttrice editoriale presso Guanda.

Il Premio Campiello Opera Prima 2024

Fiammetta Palpati con La casa delle orfane bianche (Laurana).

leggi la trama ...
Per aiutarsi reciprocamente tre donne di mezz’età decidono di ritirarsi in una casa di paese con le rispettive anziane madri, bisognose di assistenza. La convivenza, sulla carta, è un incastro perfetto: cosa c’è di meglio della rusticità dei bei tempi andati per dividere spese, pensieri, incombenze, e magari risanare quel legame intimo tra madre e figlia, di accudimento e amore, che al momento è invertito? Ma il nido si mostra assai presto per quello che è: un covo di immaturità, risentimento, egocentrismo e disperazione che sfocia in un tragicomico delirio collettivo: la casa si rivolta contro le inquiline e il loro desiderio, soffocandole tra immondizie, un cane infido e l’odore nauseabondo di una papera guasta. La situazione precipita quando arriva nella casa, teoricamente come badante, una suora fasulla e inferma, che si piazza in poltrona e pretende d’essere servita e riverita. Lo scompiglio che ne segue getta le protagoniste nello sconforto totale finché, come in ogni dramma che si rispetti, esse saranno costrette a smascherarsi, e a dichiararsi orfane bianche.

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Il Premio Campiello Giovani 2024

Il racconto “Appena prima dell’ultimo accordo” di Giulia Arnoldi, 18 anni di Dalmine (BG), vince la 29ª edizione del Campiello Giovani, il concorso riservato ai giovani tra i 15 e i 22 anni.

Lasciarsi andare nelle braccia di chi si ama e per primo ci ha amati: è il legame materno che unisce le immagini e le parole di questo breve racconto, denso di odori, nostalgia, profumi di erba tagliata, solitudine e impotenza. Nell’assurdità della guerra di trincea, la scrittura, a tratti epistolare, riesce a restituire l’affettività di un figlio, fratello, soldato e compagno, ed il suo lancinante desiderio di vivere nella memoria del cuore e nelle voci della montagna.

Il Premio Fondazione Campiello 2024

Il Premio Fondazione Campiello è il Campiello alla carriera ed è stato assegnato a Paolo Rumiz, giornalista, scrittore e viaggiatore italiano.

Il Premio Campiello Junior 2024

La terza edizione del Premio Campiello Junior, rivolto agli autori di opere italiane di narrativa e poesia per i bambini e i ragazzi tra i 10 e i 14 anni, è stato vinto da:

Per la categoria 7-10 anni, Angelo Petrosino con “Un bambino, una gatta e un cane” (Einaudi Ragazzi), con 67 voti su 112 ).

Gli altri finalisti:
Fabrizio Silei “Il Grande Discorso di Cocco Tartaglia” (Emme Edizioni) con 25 voti;
Elisa Ruotolo “Il lungo inverno di Ugo Singer” (Bompiani) con 20 voti;

Per la categoria 11-14 anni, Daniela Palumbo con “La notte più bella” (Piemme, con 75 su 113 di cui 1 bianca.

Gli altri finalisti:

Alice Keller con il libro “Fuori è quasi buio” (Risma Editore) con 22 voti;
Andrea Molesini con il libro “Storia del pirata col mal di denti e del drago senza fuoco” (HarperCollins Italia) con 15.

Premi Letterari Premio Campiello
Ketty
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Faccio i conti con la mia insaziabile voglia di conoscenza, mi piace condividere con gli altri le cose che imparo e confrontarmi, questo blog tenta di raccogliere i pezzi confusi di me.

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… rinascita, clima dolce, mandorli in fiore, luce forte, canti di uccelli, colori, prati fioriti, bambini che giocano in cortile, profumi, aria aperta, carezze di sole, di amori ed innamoramenti…

I fiori della primavera sono i sogni dell’inverno raccontati, la mattina, al tavolo degli angeli. (Khalil Gibran)

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