
Il cerchio dei giorni è un romanzo di Ken Follett, pubblicato 23 settembre 2025, da Mondadori, traduzione di Annamaria Raffo. L’avventura epica della costruzione di Stonehenge, ancora oggi uno dei più grandi misteri del mondo. Dove un cavatore di selce con un dono, una sacerdotessa che crede nell’impossibile, daranno vita al monumento che definirà una civiltà.
«Stonehenge è uno dei monumenti più iconici e riconoscibili al mondo, ma in realtà se ne sa molto poco. Come è stato costruito? Perché è stato costruito? Chi lo ha costruito? Ho raccontato in precedenza grandi conquiste umane e sono sempre stato attratto dalle storie di persone comuni che fanno cose apparentemente impossibili, e cosa c’è di più straordinario che la costruzione di questo monumento enorme? È un’impresa incredibile ed è uno dei più grandi misteri di tutti i tempi: un binomio fantastico per una storia.» Ken Follett
Trama del libro Il cerchio dei giorni
Intorno al 2500 a.C., in un tempo in cui le comunità della Grande Pianura iniziano a guardare al cielo con domande nuove e inquietanti, si muovono i protagonisti di Il cerchio dei giorni. È la storia di un luogo che conosciamo bene, ma di cui sappiamo ancora troppo poco: Stonehenge, con i suoi enigmi sospesi tra mito e realtà.
Seft è figlio di minatori di selce. Cresce sotto il peso di un padre duro, abituato a vedere nella fatica e nel silenzio l’unico destino possibile per i suoi figli. Ma quando incontra Neen, giovane pastora, scopre l’amore ed anche un’altra possibilità, una famiglia che non conosce solo la sopravvivenza, ma anche l’amore e la gentilezza.
La tensione, però, scorre sotto la superficie. I contadini hanno iniziato a occupare, di nascosto, terre dedicate al pascolo. La madre di Neen avverte il pericolo: sa che quelle appropriazioni potrebbero incendiare l’odio tra comunità già diffidenti, riportando in vita i racconti di antiche guerre mai del tutto dimenticate.
Seft, intanto, attraversa la pianura con il padre e i fratelli. Il sole d’estate brucia la pelle, e il peso delle pietre di selce che trasporta è un macigno anche sul cuore. Per lui la Cerimonia di Mezza Estate è più di un rituale, è l’occasione per barattare, per incontrare Neen, per sognare un futuro diverso, lontano dalla violenza domestica e dalle catene del suo destino.
A guidare molti di questi eventi c’è Joia, sorella di Neen. Sin da bambina ha osservato con occhi rapiti le sacerdotesse che scrutano il cielo, custodi di un sapere antico e misterioso. Quando la Papessa le rivela un nuovo sistema di conteggio, non più legato al corpo, ma a dischi che sembrano custodire l’ordine del cosmo, Joia intuisce di aver trovato la sua strada. Nelle danze e nei canti della cerimonia, immagina un sogno grandioso, un cerchio di pietre immense, capace di unire popoli divisi e di sopravvivere al tempo.
Ma il clima peggiora. Siccità, violenze e rancori lacerano le tribù, pastori, contadini e abitanti dei boschi non riescono più a trovare equilibrio. Quando un monumento di legno dedicato alle sacerdotesse viene distrutto, la risposta è drastica, la Gran Sacerdotessa ordina di ricostruirlo in pietra. Le pietre, però, sono lontane, gigantesche, quasi impossibili da trasportare. Ci vorranno anni, forse decenni. Eppure qualcuno, spinto da una visione più forte della paura, si aggrappa all’idea che quell’opera possa diventare realtà.
La costruzione di quel cerchio diventa allora simbolo di resistenza e speranza. Guerra, perdite e sangue alimentano una determinazione che non si spegne, perché, in fondo, quelle pietre non sono solo un monumento: sono la promessa di pace.
E in questo scenario si intreccia un’altra vicenda, quella di Pia e Han, due giovani di tribù diverse, che sfidano divieti e tradizioni per vivere un amore proibito. Anche il loro legame, fragile e ostinato, ricorda che ogni grande impresa nasce sempre dal coraggio di chi osa attraversare confini.
Le recensioni
Il romanzo è stato apprezzato per l’atmosfera avvincente, i colpi di scena legati all’amore proibito e la suspense che mantiene alta l’attenzione del lettore. La descrizione realistica del trasporto e della costruzione delle pietre conferisce autenticità storica alla vicenda, rendendo la lettura immersiva e veloce.
Molti riconoscono a Ken Follett la sua abilità di narratore, capace di intrecciare personaggi interessanti e misteri del passato in una trama coinvolgente. Tuttavia, alcuni notano differenze rispetto ad altre sue opere, la prosa appare più sobria, i protagonisti più distaccati sul piano emotivo e il ritmo complessivo più lento, con la costruzione del monumento che prende forma solo nell’ultima parte del libro.
Nel complesso, Il cerchio dei giorni viene considerato un romanzo unico e particolare nella produzione di Follett, consigliato soprattutto a chi è affascinato dall’antichità, dalla resilienza dei popoli e dal mistero senza tempo di Stonehenge.
Incipit del libro Il cerchio dei giorni
1
Seft arrancava attraverso la Grande Pianura portando sulla schiena un cesto di vimini intrecciato con dentro delle selci da barattare. Era in compagnia del padre e dei due fratelli, più grandi di lui. Li odiava tutti e tre.
La pianura si estendeva a perdita d’occhio in ogni direzione. L’erba giovane dell’estate era punteggiata di ranuncoli gialli e trifoglio rosso che in lontananza si fondevano fino a creare una massa indistinta arancione e verde. Mandrie di mucche e greggi di pecore brucavano serene, così numerose da non riuscire a contarle. Non esisteva un sentiero, ma conoscevano la strada e in quella lunga giornata estiva era possibile compiere il tragitto ben prima che facesse sera.
Il sole scottava sulla testa di Seft. Il terreno era per lo più pianeggiante, ma qua e là c’erano dolci saliscendi che non erano poi così dolci se portavi un carico pesante. Suo padre, Cog, manteneva un’andatura costante nonostante il terreno. “Prima arriviamo, prima ci riposiamo” diceva sempre, un’affermazione ovvia e stupida che lui trovava irritante. La selce era la più dura tra le pietre, e il padre di Seft aveva il cuore duro come la selce. Capelli grigi come il volto, non era grosso ma molto forte, e quando i suoi figli lo contrariavano li picchiava, e i suoi pugni erano come pietre.
Tutti gli utensili taglienti erano fatti di selce, dalle asce alle punte di freccia ai coltelli. C’era sempre bisogno di quella roccia, che poteva essere barattata con qualunque cosa servisse, cibo, indumenti o bestiame. Alcune persone ne facevano scorta, sapendo che era preziosa e non si sarebbe mai deteriorata.
Seft era impaziente di rivedere Neen. Aveva pensato a lei ogni giorno, dal Rito di Primavera. Si erano conosciuti l’ultima sera ed erano rimasti a parlare fino a notte fonda. Lei era stata così dolce e affettuosa che Seft era certo di piacerle. Mentre sgobbava alla cava, le settimane seguenti, rivedeva il suo volto. Nei suoi sogni a occhi aperti Neen era sempre sorridente e si sporgeva verso di lui per dirgli qualcosa, qualcosa di gentile. Era bella quando sorrideva.
Quando si erano salutati lei gli aveva dato un bacio.
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