Quella del 2025 rappresenta la prima apertura ufficiale del Premio Strega alla saggistica, con l’intento di dare rilievo a opere capaci di offrire una lettura critica, consapevole e approfondita del mondo contemporaneo.
Il 20 giugno, nel corso del Taobuk – Taormina Book Festival, è stata decretato la vincitrice della prima edizione del Premio Strega Saggistica 2025: Anna Foa, con Il suicidio di Israele (Laterza, 22 voti su 55).
Non è soltanto un premio. È un segnale, chiaro e deciso, lanciato in un tempo in cui la riflessione rischia spesso di soccombere sotto il peso delle urla e delle semplificazioni. È un invito a fermarsi, a guardare più a fondo, a restituire dignità e spessore al dibattito pubblico. Perché quando si parla di conflitti, identità, futuro, non possiamo permetterci scorciatoie.
In un’epoca dove le opinioni diventano schieramenti e la complessità è vista come un fastidio, scegliere di premiare un libro come questo è una presa di posizione. È il riconoscimento del valore del pensiero critico, della forza del dubbio come strumento di conoscenza, della necessità del dialogo come unica via per capire e, forse, per cambiare. Non è solo un atto simbolico: è un gesto di responsabilità culturale.
A guidare la serata è stata Eva Giovannini, con la consueta misura e competenza.
La selezione delle candidature è avvenuta sotto l’attenta regia del Comitato scientifico, formato da Carlo Felice Casula, Alfonso Celotto, Antonella Ferrara, Simonetta Fiori, Paolo Giordano, Francesca Mannocchi, Nico Pitrelli, Lucrezia Reichlin e Nino Rizzo Nervo. A presiederlo, Giovanni Solimine, garante dell’equilibrio e della qualità del lavoro svolto.
Premio Strega Saggistica 2025
Il suicidio di Israele di Anna Foa (Laterza).
Israele stava già attraversando un periodo di crisi drammatica prima del criminale attacco del 7 ottobre 2023. Grandi manifestazioni chiedevano a gran voce le dimissioni di Netanyahu e del suo governo e il paese era praticamente bloccato. La risposta al gesto terroristico di Hamas con la guerra di Gaza rischia però di essere un vero e proprio suicidio per Israele.
Da un lato, infatti, abbiamo l’involuzione del sionismo, o meglio dei sionismi: da quello originario della fine del XIX secolo, passando per quello liberale e favorevole alla pace con gli arabi, fino alla crescita del movimento oltranzista dei coloni e all’assassinio di Rabin. Dall’altro, il resto del mondo ebraico – la diaspora americana e quella europea – si confronta oggi con un crescente antisemitismo che, contrariamente alla propaganda di Netanyahu, non è la stessa cosa dell’antisionismo, ma che certo dalle vicende della guerra di Gaza trae spunto e alimento.
Per salvare Israele è necessario contrapporre al suprematismo ebraico, proprio dell’attuale governo Netanyahu, l’idea che lo Stato di Israele deve esercitare l’uguaglianza dei diritti verso tutti i suoi cittadini e deve porre fine all’occupazione favorendo la creazione di uno Stato palestinese. Qualunque sostegno ai diritti di Israele – esistenza, sicurezza – non può prescindere da quello dei diritti dei palestinesi.
Senza una diversa politica verso i palestinesi Hamas non potrà essere sconfitta ma continuerà a risorgere dalle sue ceneri. Non saranno le armi a sconfiggere Hamas, ma la politica.
Chi è Anna Foa
Nata a Torino nel 1944, Anna Foa è una delle voci più autorevoli della storiografia italiana. Storica e scrittrice, ha dedicato la sua vita allo studio della storia ebraica, della modernità europea e dei sistemi educativi, con uno sguardo sempre attento al rapporto tra memoria e identità. Figlia di Vittorio Foa, figura di primo piano nella cultura e nella politica del Novecento italiano, ha insegnato Storia Moderna all’Università “La Sapienza” di Roma, formando generazioni di studenti e contribuendo con passione al dibattito intellettuale del Paese.
I suoi libri, frutto di una ricerca rigorosa e di una profonda sensibilità civile, spaziano dai grandi eventi collettivi alle storie familiari che attraversano il secolo. Tra i titoli più noti: “La famiglia F.”, “Diaspora. Storia degli ebrei nel Novecento”, “Andare per ghetti e giudecche” e “Portico d’Ottavia 13”, una narrazione toccante, a metà tra la storia e la testimonianza, che restituisce voce a chi l’ha perduta. La sua opera non è solo un esercizio accademico, ma un impegno civile che ci invita a non dimenticare, a comprendere, a ricostruire i fili spezzati della memoria collettiva.
Gli altri finalisti del Premio Strega Saggistica 2025
- Corpo, umano di Vittorio Lingiardi (Einaudi, 20 voti).
- Geopolitica dell’intelligenza artificiale di Alessandro Aresu (Feltrinelli, 5 voti).
- 20100. Come sarà l’Asia, come saremo noi di Simone Pieranni (Mondadori, 4 voti).
- Narrare l’Italia. Dal vertice del mondo al Novecento di Luigi Zoja (Bollati Boringhieri, 4 voti).
Premio Strega Saggistica 2025: i cinque finalisti
Premio Strega Saggistica Internazionale 2025
Il riconoscimento Premio Strega Saggistica Internazionale 2025 è stato assegnato ad Anne Applebaum, autrice del saggio Autocrazie. Chi sono i dittatori che vogliono governare il mondo (Mondadori, 2024), nella traduzione italiana curata da Tullio Cannillo. Applebaum, giornalista e saggista statunitense naturalizzata polacca, già vincitrice del Premio Pulitzer nel 2004, è oggi una delle voci più autorevoli nella denuncia delle derive autoritarie contemporanee.
Il suo libro propone una tesi tanto inquietante quanto accuratamente documentata: le autocrazie non sono isole separate, ma elementi di una rete globale che lavora nell’ombra per minare le democrazie liberali, promuovendo un nuovo ordine basato su disinformazione, controllo e corrosione sistematica delle istituzioni. Con uno stile lucido e diretto, Applebaum non si limita a descrivere i sintomi, ma indica le connessioni, i nomi, le strategie. E ci avverte: il pericolo non è remoto né teorico. È già tra noi, e riconoscerlo è il primo passo per contrastarlo.
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