Il 9 maggio del 1978 nel piccolo paese di Cinisi, a 30 km da Palermo, viene ucciso Peppino Impastato. Il suo corpo viene dilaniato da una carica esplosiva posta sui binari della tratta Palermo-Trapani.
“La mafia uccide, il silenzio pure…”
Peppino era un militante della sinistra extraparlamentare. Sin da ragazzo si era battuto contro la mafia che lui stesso definiva “una montagna di merda”, denunciandone i traffici illeciti e le collusioni con la politica.
A far uccidere Peppino fu Gaetano Badalamenti, il capo di Cosa Nostra negli anni Settanta.
“…Bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”
Poesie di Peppino Impastato
Un mare di gente a flutti disordinati s’è riversato nelle piazze, nelle strade e nei sobborghi. E’ tutto un gran vociare che gela il sangue, come uno scricchiolo di ossa rotte. Non si può volere e pensare nel frastuono assordante; nell’odore di calca c’è aria di festa. |
E venne da noi un adolescente dagli occhi trasparenti e dalle labbra carnose, alla nostra giovinezza consunta nel paese e nei bordelli. Non disse una sola parola nè fece gesto alcuno: questo suo silenzio e questa sua immobilità hanno aperto una ferita mortale nella nostra consunta giovinezza. Nessuno ci vendicherà: la nostra pena non ha testimoni. |
Appartiene al tuo sorriso l’ansia dell’uomo che muore, al suo sguardo confuso chiede un pò d’attenzione, alle sue labbra di rosso corallo un ingenuo abbandono, vuol sentire sul petto il suo respiro affannoso: è un uomo che muore. |
Fiore di campo nasce dal grembo della terra nera, fiore di campo cresce odoroso di fresca rugiada, fiore di campo muore sciogliendo sulla terra gli umori segreti. |
E’ triste non avere fame di sera all’osteria e vedere nel fumo dei fagioli caldi il suo volto smarrito. |
Lunga è la notte e senza tempo. Il cielo gonfio di pioggia non consente agli occhi di vedere le stelle. Non sarà il gelido vento a riportare la luce, nè il canto del gallo, nè il pianto di un bimbo. Troppo lunga è la notte, senza tempo, infinita. |
I miei occhi giacciono in fondo al mare nel cuore delle alghe e dei coralli. |
Seduto se ne stava e silenzioso stretto a tenaglia tra il cielo e la terra e gli occhi fissi nell’abisso. |