Il 21 settembre si celebra la Giornata mondiale della Gratitudine, a prima vista, potrebbe sembrare una ricorrenza minore, quasi folcloristica, in realtà, dietro questa data si nasconde un invito potente, riscoprire la forza di un gesto semplice, che la scienza conferma essere un vero alleato del nostro benessere.
Questa giornata è stata istituita nel 1965 dalle Nazioni Unite, con l’obiettivo di ricordare l’importanza di un atteggiamento di riconoscenza non solo verso le persone, ma anche verso la vita stessa. È un’occasione per fermarsi e domandarsi quante volte diamo per scontate le cose buone che accadono ogni giorno?
La forza silenziosa della gratitudine
C’è una parola che spesso pronunciamo senza pensarci troppo “grazie”. È talmente abituale che rischia di diventare quasi un automatismo. Eppure, dietro quella parola si nasconde una delle chiavi più potenti per il nostro benessere psicologico: la gratitudine.
Molti la confondono con una semplice regola di cortesia. In realtà, la gratitudine è molto di più, è la capacità di riconoscere il valore di ciò che riceviamo, dalle grandi occasioni alle piccole attenzioni quotidiane, anche nei dettagli più piccoli. Essere grati significa fermarsi, osservare e dare un nome a ciò che arricchisce la nostra esistenza. Non è un pensiero astratto, è un atteggiamento che cambia il nostro modo di guardare la realtà.
La scienza lo conferma
La scienza ha dimostrato che coltivare la gratitudine non è solo una questione spirituale o morale:
- riduce i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress.
- migliora la qualità del sonno;
- rafforza il sistema immunitario;
- aumenta la sensazione di felicità e soddisfazione.
In altre parole, essere grati non è solo “sentirsi meglio”: è un vero e proprio allenamento per la mente e per il corpo.
Come allenare la gratitudine?
Non servono grandi gesti. Bastano rituali semplici:
- Tenere un diario della gratitudine, annotando tre cose per cui dire “grazie” ogni giorno.
- Fermarsi un istante prima di addormentarsi per ricordare un momento positivo della giornata.
- Dire ad alta voce un “grazie” sincero a qualcuno che ci ha reso la vita più leggera, ma anche a se stessi, al corpo che ci mantiene in vita, alla vita.
Il diario della gratitudine
Uno degli esercizi più studiati è il “diario della gratitudine”, bastano pochi minuti al giorno per annotare tre cose per cui siamo stati grati. Non importa se si tratta di un grande successo o di un piccolo gesto gentile, scriverlo ci obbliga a riconoscere consapevolmente ciò che di buono ci circonda. Molti partecipanti a questi esperimenti, dopo alcune settimane, riportano un miglioramento dell’umore e persino una maggiore resilienza davanti alle difficoltà.
Un antidoto alla corsa infinita
Viviamo in un’epoca in cui l’attenzione è catturata da ciò che ci manca, nuovi obiettivi, nuovi beni da acquistare, nuove mete da raggiungere. La gratitudine agisce come un freno a questa corsa continua, ci ricorda che la felicità non risiede in ciò che manca, ma in ciò che già c’è.
Il rischio delle “giornate mondiali” è quello di ridursi a una celebrazione di poche ore, ma la Giornata mondiale della Gratitudine può essere il punto di partenza per una pratica quotidiana. Basta iniziare con un semplice gesto, domandarsi ogni giorno “per cosa posso dire grazie oggi?”.