Il mare del diavolo di Dirk Cussler, uno dei tre figli del famoso scrittore Clive Cussler, che continua a scrivere le avventure dei protagonisti creati dal padre. Questo libro è stato pubblicato in Italia il 14 novembre 2023, da Longanesi, tradotto da … .
Ventiseiesima avventura con l’oceanografo Dirk Pitt, che lavora per la NUMA (National Underwater & Marine Agency), agenzia dedicata al recupero di navi e aerei di rilevanza storica scomparsi in circostanze misteriose.
In questa avventura, tra le fredde e oscure profondità dell’Oceano Pacifico alle vertiginose vette dell’Himalaya, solo Dirk Pitt e i suoi figli, Summer e Dirk Jr., possono impedire che enigmi sopiti da tempo immemorabile riportino il mondo sull’orlo di una guerra devastante.
“Come direttore della NUMA, Dirk Pitt Senior avrebbe potuto restarsene comodo a dare ordini nel quartier generale dell’agenzia a Washington, ma non era tipo da stare seduto a una scrivania. Ogni volta che si presentava l’occasione, fuggiva dall’inquinato clima politico della capitale per prendere parte alle ricerche sul campo dell’agenzia.”
Trama
“Il mare del diavolo”
1959, Tibet: un manufatto buddista di immensa importanza venne apparentemente perso nella storia nel tumulto della presa del potere da parte del comunismo.
2022: quando viene scoperto il relitto di un aereo cargo nel Mar delle Filippine più di 60 anni dopo, emergono nuovi indizi sulla sua esistenza nascosta e questo scatena una serie di eventi che fanno riemergere quel mistero dalle intricate pieghe della Storia.
A poche miglia di distanza, il direttore della numa Dirk Pitt e il suo vecchio amico Al Giordino sono impegnati in un’operazione top secret molto rischiosa: il recupero di un missile ipersonico di fabbricazione cinese precipitato nello stretto di Luzon. Ma il loro compito è ostacolato dal più letale dei nemici: il tempo.
Devono infatti giocare d’anticipo, perché una squadra militare cinese ha l’ordine di reimpossessarsi dell’ordigno ed è disposta a tutto pur di compiere la missione, soprattutto dopo aver fatto una scoperta sconvolgente su qualcosa che si cela sotto le onde. Una minaccia in grado di scatenare un vero e proprio Mare del Diavolo.
“Summer esplorò il database della NUMA per verificare i relitti registrati in quella regione.
Lavoravano entrambi per la National Underwater and Marine Agency, un’organizzazione federale che si occupava dello studio degli oceani. L’agenzia monitorava ogni fenomeno, dagli eventi meteorologici all’erosione costiera fino alle condizioni di salute o inquinamento degli ecosistemi. Summer, oceanografa, e Dirk, ingegnere navale, collaboravano spesso in progetti che li portavano in ogni parte del mondo.”
Incipit
“Il mare del diavolo”
PROLOGO
Lhasa, Tibet
18 marzo 1959I motori radiali Pratt & Whitney gracchiavano nello sforzo di aspirare l’aria ad alta quota. La coppia di venerabili Twin Wasp a quattordici cilindri, prodotti a migliaia durante la guerra, spingeva attraverso la turbolenza il C-47 da trasporto privo di codice di registrazione. In assenza di carico in coda, l’aereo, conosciuto come Skytrain, era particolarmente suscettibile ai capricci delle correnti con cui si scontrava sul tetto del mondo.
«Stiamo sfiorando i seimilasettecento metri», disse calmo Delbert Baker dal sedile del copilota, con uno stuzzicadenti che pendeva dalle labbra. Trasandato, con la faccia rotonda e l’aria assonnata, sembrava il tipo che avrebbe sbadigliato se avesse incontrato un marziano. «Non è che i motori siano contenti.»
Al contrario, James Worthington aveva la schiena dritta, una tuta da volo ben stirata e le mani ben salde sulla cloche. «Contenti o no, siamo ben al di sotto della nostra quota di tangenza.» Ma neanche lui faceva troppo caso ai sussulti e agli scricchiolii dell’aereo sballottato nel cielo notturno. Anche se sotto di loro scorrevano vette invisibili nel buio, manteneva la calma come se stesse giocando a dama.
Sia Baker sia Worthington avevano parecchia esperienza di viaggi sopra l’Himalaya a bordo di aerei da trasporto. Durante la seconda guerra mondiale entrambi avevano sorvolato regolarmente «la Gobba» – come i piloti alleati chiamavano quella catena montuosa – quando la US Army Air Force riforniva di armi e provviste i nazionalisti cinesi dalle basi in India. Ora erano tutti e due al servizio della CIA, ma non per questo correvano meno rischi quando seguivano quella rotta in condizioni meteorologiche estreme.
Worthington tastò un paio di manopole rosse che sporgevano tra i loro sedili, assicurandosi che fossero tutte indietro. Il quadrante di spinta controllava la miscela del carburante. Il C-47 seguiva la rotta più sicura sopra le montagne più alte del mondo.
Nelle loro cuffie crepitò la voce del navigatore, seduto in un compartimento alle loro spalle. «Circa venti minuti a Lhasa. Mantenere la direzione corrente.»
D’un tratto l’apparecchio sussultò come un ottovolante deragliato. Baker guardò fuori dal suo finestrino: una nevicata incessante bombardava le ali. «Spero che i nostri ragazzi accendano le luci.»
Worthington annuì. «Se no, dovranno farsi l’Himalaya a piedi.»
L’aereo proseguì imperterrito il suo volo notturno, mentre i piloti affrontavano improvvise correnti ascensionali, capaci di farlo impennare. Quelle discendenti, benché più rare, erano ancora più pericolose e colpivano senza preavviso.
Non tardarono ad avvicinarsi all’obiettivo. Quando le vette più alte furono alle loro spalle, Worthington cominciò la discesa. Nella notte buia e gelida, sul terreno apparve uno sfarfallio di luci come candele lontane.
«Dev’essere qui», disse Baker.