L’ ottobre è stato assegnato il Premio Strega Poesia 2025, il vincitore della terza edizione del premio è Tiziano Rossi con Il brusìo, Einaudi, scelto dagli Amici della poesia, un gruppo di circa cento appassionati di cultura poetica, tra cui rientrano anche gli esperti di letteratura italiana all’estero.
La proclamazione si è svolta a Roma, alla Casa dell’Architettura, all’interno del complesso monumentale dell’Acquario Romano, un luogo che sembra respirare ancora l’eco delle grandi visioni artistiche del Novecento. L’evento, seguito da un pubblico attento e partecipe, ha trovato un’eco digitale nella diretta streaming su RaiPlay, che ha permesso anche a chi era lontano di sentirsi parte di quella stessa atmosfera sospesa tra parola e memoria.
Come da tradizione, oltre al premio in denaro offerto da Strega Alberti Benevento, alla vincitrice è stato consegnato un esemplare dell’opera “L’Infinito Premio Strega”, creata e donata dal maestro Emilio Isgrò, un segno tangibile di come la poesia, ancora una volta, sappia farsi oggetto, gesto e simbolo.
A guidare la serata, con il suo tono misurato e luminoso, Carolina Di Domenico. L’apertura è stata affidata a Luigi Lo Cascio, che ha reso omaggio al poeta Stefano Simoncelli, finalista della prima edizione con Sotto falso nome (peQuod), scomparso il 20 maggio scorso. Le sue parole, intrecciate alla voce di Lo Cascio, hanno restituito al pubblico la presenza assente del poeta, evocata attraverso alcuni testi tratti da Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza, pubblicato da Fazi.
Nel cuore della serata, Lorena De Vita ha annunciato la vincitrice della terza edizione del Premio Strega Giovani Poesia: Marilena Renda, autrice della raccolta Cinema Persefone (Arcipelago Itaca). Un titolo che già nel suono promette immagini e profondità, e che si è imposto per la sua voce limpida e inquieta, capace di attraversare il mito e la realtà contemporanea.
“Nell’ultimo quarto di secolo la scrittura di Tiziano Rossi ha alternato nuove scosse a lunghi assestamenti. All’onorevole carriera poetica riassunta da un collected del 2003 ha fatto seguito una sorprendente “svolta” in prosa, con cinque piccoli libri da ascrivere tra i più fragranti nell’écriture senza partizioni del nuovo secolo. Raccolta anche quell’esperienza nell’antologia Gli sfaccendati, è di nuovo tempo di versi. Nel frattempo però il decano della nostra poesia ha doppiato il capo dei Novanta, e così il nuovo capitolo si dice «atto penultimo», non ignaro dell’esperienza residuale dell’«io minimo» sperimentato in prosa. Negli anni Ottanta diceva un suo quasi coetaneo, Christopher Lasch, che in «epoca di turbamenti la vita quotidiana diventa un esercizio di sopravvivenza», e «l’io si contrae». Quello del lungodegente autoritratto in una «corsia» beckettiana è ridotto a un «perpetuarsi» da «insetti», o altre vite infinitesime capaci solo d’un «parlottìo» o d’un «ronzìo», quale è questa sua terminale «pioggerellina» poetica. Nell’approntarsi sgocciolanti al «nuovo trasloco», si comprende infine la natura di quanto interminabilmente lo ha preceduto: «Ora il finto spettacolo è finito / la digressione».
(Il Comitato scientifico) ”
Il vincitore del Premio Strega Poesia 2025
Tiziano Rossi con Il brusìo, Einaudi (con 34 voti su 85)
In questi versi il lettore troverà la consueta passione di Tiziano Rossi per la varietà del mondo e molti dei motivi presenti nelle raccolte precedenti: ricordi familiari «emersi dall’oceano dei possibili», la «porcheria mondiale» della guerra, frammenti di vita condominiale e istantanee di città, i giochi e le fantasie dei bambini, immersi in un tempo senza misura ma pieno di futuro.
Il dialogo, seppure persistente e commosso, con «le amate persone sparite» fluisce nelle vite parallele di tutti: «mica sei il centro, nessuno lo è»; ed ecco allora entrare in scena, accanto alle evanescenti figure del passato, la frenesia della gente nel supermercato o nella metro, il sentenzioso signor Tupi e il fu signor Terbi, il geometrico dottor Póntoli e il buon cane Pim… L’umano esistere è sempre osservato con delicata sensibilità ma anche ragionato disincanto, con chiuse ironiche, a volte stranianti. Lo sguardo sul reale, da comprensivo e affettuoso, può diventare oggettivo, disilluso, e poi «andremo altrove nell’aria: / un nuovo trasloco, come tanti».
Tiziano Rossi, nato a Milano nel 1935, vive ancora nella sua città, dove ha attraversato, con passo discreto ma costante, la lunga stagione della poesia italiana del secondo Novecento. Figlio del pittore lombardo Vanni Rossi, ne ha forse ereditato lo sguardo attento alle sfumature, la capacità di cogliere, dentro la materia del quotidiano, la vibrazione segreta delle cose.
Laureatosi in letteratura italiana all’Università Statale di Milano, ha lavorato a lungo nel mondo dell’editoria, coltivando nel frattempo un dialogo continuo con la critica e la riflessione letteraria, attraverso rubriche su testate come Rinascita, L’Unità e varie riviste specializzate.
Poeta appartenente alla cosiddetta “linea lombarda”, Rossi ha costruito nel tempo una voce limpida e resistente, tesa a difendere la continuità di un’esperienza umana semplice e autentica nel grigio orizzonte della civiltà urbana e industriale. Nelle sue raccolte si respira una fedeltà alla concretezza, una pietas per la vita minuta, per i gesti e le esistenze che il rumore del mondo tende a cancellare.
Ha curato, insieme a Ermanno Krumm, l’antologia Poesia italiana del Novecento (Skira, 1995), introdotta da una prefazione di Mario Luzi, e le sue liriche sono presenti nel volume Poeti italiani del secondo Novecento (I Meridiani Mondadori, 1996), accanto alle voci più significative della sua generazione.
Emersi dall’oceano dei possibili.
Il padre spargeva per casa
l’odore del suo sigaro e i bambini
dentro ci galleggiavano:
ah, quelle tre stanze da niente
come una buffa matassina!
e il cane Bill che tutti salutava
bravissimo in feste e saltelli…
Forme fantastiche da quella broda,
poi si va dentro nel futuro e
del seguito, in fondo, che importa?
Ma, papà, le mosche dormono?
Gli altri finalisti del Premio Strega Poesia 2025
Giancarlo Pontiggia con La materia del contendere, Garzanti, con 22 voti.
Alfonso Guida con Diario di un autodidatta, Guanda con 13 voti.
Marilena Renda con Cinema Persefone, Arcipelago Itaca, con 11 voti.
Jonida Prifti con Sorelle di confine, Marco Saya, con 5 voti
Trovate in dettaglio libri dei finalisti nel seguente link:
Premio Strega Poesia 2025: la cinquina finalista
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