Ventaglio
Stamattina ho bevuto il caffè
e ho sentito il rumore del tempo.
Non quello che ticchetta,
ma quello che abbraccia.
Il cucchiaino girava lento,
nel vortice del mattino,
come se cercasse qualcosa.
Sul letto,
il tuo ventaglio dormiva ancora,
quello che impugnavi
quando il caldo era troppo,
quando la vita si faceva spina.
Lo apro piano,
come un’ala,
per farti spazio.
E allora io ti cerco
in quel il mondo piegato
tra i silenzi dai colori sbiaditi.
Mi parlo con la filosofia delle mani vuote,
quelle che sanno accogliere,
quelle che non stringono
ma sorreggono.
Come facevi tu
quando la vita mi diventava pesante.
Ora muove l’aria per me,
come se volesse sussurrare
un consiglio leggero.
E con un colpo di polso sicuro
scompiglio i pensieri.
Galatea KV
Un momento di intima riflessione di una mattina qualunque, dove il tempo si fa tangibile non nel suo scorrere meccanico, ma nella sua capacità di abbracciare ricordi e sentimenti. Un dialogo silenzioso con chi non c’è più, un inno alla memoria, alla leggerezza ritrovata grazie a gesti pieni di cura e al respiro calmo delle piccole cose.