Sabato 13 settembre, al Teatro La Fenice di Venezia, si è svolta la finale del Premio Campiello 2025, giunto alla sua 63ª edizione. La giuria popolare, composta da 300 lettori anonimi, ha proclamato vincitrice Wanda Marasco con il romanzo Di spalle a questo mondo, pubblicato da Neri Pozza.
“Ho molta gioia di questo premio. E’ come se mettessi un chiodo duro e morbido nello stesso tempo alla mia storia… Lo dedico a tutto ciò che nella vita e in letteratura mi ha consegnato amore e conoscenza”
Il riconoscimento, nato nel 1962 su iniziativa degli Industriali del Veneto, resta uno dei principali appuntamenti dedicati alla narrativa italiana. La serata conclusiva, condotta da Giorgia Cardinaletti insieme a Luca Barbarossa e alla sua Social Band, è stata trasmessa in diretta su Rai 5 e in streaming su Rai Play. La serata si è aperta con un omaggio a Stefano Benni, salutato dal pubblico con calore e riconoscenza.
#PremioCampiello2025
1 | Di spalle a questo mondo di Wanda Marasco (Neri Pozza, 86 voti) |
2 | Bebelplatz di Fabio Stassi (Sellerio, 83 voti) |
3 | Inverness di Monica Pareschi (Polidoro, 58 voti) |
4 | Troncamacchioni di Alberto Prunetti (Feltrinelli, 36 voti) |
5 | Nord nord di Marco Belpoliti (Einaudi, 19 voti) |
La vincitrice del Premio Campiello 2025
Di spalle a questo mondo di Wanda Marasco (Neri Pozza, 86 voti).
Se è vero che ogni esistenza viene al mondo per incarnare un dramma, quello di Ferdinando Palasciano e di sua moglie Olga Pavlova Vavilova è tra i più dolenti e irriducibili: è il dramma dell’imperfezione. Fin da bambino Ferdinando ha odiato la morte al punto da fare della salvezza la sua ossessione di medico. Ma una vocazione così grande, scontrandosi con le iniquità subite, non può che fallire e trovare casa nella follia.
Olga, nella sua infanzia a Rostov, ha dovuto misurarsi proprio con l’alienazione materna, quintessenza di Storia e fragilità. Unico scampo da essa la fuga, frenata da una radice nascosta sotto la neve e dalla zoppia, che diventa destino e comunione con l’imperfetto. Ma si può vivere a un passo dall’ideale? Ferdinando, dal buio della sua ratio opacizzata, continuerà a salvare asini e pupi; mentre Olga, pur guarita dalla scienza e dall’amore di Ferdinando, tornerà a claudicare.
Voi non credete che quando ci spezziamo è per sempre? La domanda che Olga rivolge al pittore Edoardo Dalbono è sintesi di una irreparabilità e di una caduta che restano perenni.
Wanda Marasco nasce a Napoli il 6 maggio 1953, e fin da subito sembra destinata a vivere tra le parole e il palcoscenico. Si laurea in Filosofia, ma è tra le aule dell’Accademia d’Arte Drammatica «Silvio D’Amico» di Roma, sotto la guida di Ruggero Jacobbi, che affina la sua voce di regista, attrice e insegnante. Per un certo periodo insegna Lettere all’Istituto Tecnico Industriale «Galileo Ferraris», nel cuore pulsante e difficile di Scampia, dove la realtà quotidiana si mescola alle aspirazioni dei ragazzi che incontra.
Ma Wanda non si ferma alla poesia: la sua penna si muove sul palcoscenico. A Roma firma una rivisitazione del Faust di Goethe e la commedia La strada dell’abbondanza, dimostrando una versatilità rara.
Nel 2003 esce la sua prima raccolta di racconti, L’arciere d’infanzia (Manni Editore), con una preziosa introduzione di Giovanni Raboni, e con essa Wanda conquista il Premio Bagutta per l’Opera Prima. Tre anni dopo riceve il Premio speciale alla carriera «Città di Pieve di Cento». Nello stesso periodo collabora all’antologia Da Napoli/Verso, un almanacco di poeti contemporanei, in gran parte napoletani, pubblicato dalle Edizioni Kairòs.
Il 2013 la vede tornare alla poesia con La fatica dello stormo (La vita felice), mentre nel 2015 pubblica per Neri Pozza il romanzo Il genio dell’abbandono, raffinata biografia dello scultore napoletano Vincenzo Gemito, che la porta tra i dodici semifinalisti del Premio Strega. Wanda Marasco, così, intreccia le vite dei poeti e degli artisti con la sua, rendendo ogni pagina un piccolo miracolo di precisione, sentimento e memoria.
Premio Campiello 2025: la cinquina finalista
Il Premio Campiello 2025 Opera Prima
Pietà di Antonio Galetta (Einaudi).
“si impone per la qualità della scrittura e l’originalità della costruzione. Ambientato in un minuscolo e immaginario paese dell’Italia meridionale, il testo diviene rappresentazione, al tempo stesso ironica e drammatica, di un universo umano molto più ampio. L’adozione del noi come voce narrante consente di osservare dall’interno la comunità. La coralità del romanzo, tuttavia, non esclude il distacco critico verso una degenerazione del discorso pubblico che valica i ristretti confini della cittadina”
Il Premio Campiello Giovani 2025
Il racconto “Verso Oriente” di Giacomo Bonato,17 anni, vince la 30ª edizione del Campiello Giovani, il concorso riservato ai giovani tra i 15 e i 22 anni.
La motivazione della Giuria: “(…) Il racconto ricostruisce con ritmo e competenza storica la vita mercantile di Venezia all’epoca della battaglia di Lepanto. Il genere del racconto storico è dominato dal diciassettenne Bonato con grande mestiere, e sottili richiami a temi attuali, l’istituzione del ghetto di Venezia, la libertà di culto per i cristiani presso gli Ottomani, l’influenza nella politica di guerra del denaro, banche e prestiti. Il finale apre al tema del desiderio, sempre irrealizzato: la guerra, per cui il mercante Zorzi ha fornito la Serenissima di legname per le galere, gli consente di accostare, come ha sempre sognato, Costantinopoli, ma non di vederla. Per Bonato l’evidenza letteraria non è dalla parte dei sogni, ma della vita feconda dei suoi mercanti di Venezia, e della storia”
Il Premio Fondazione Campiello 2025
Il Premio Fondazione Campiello è il Campiello alla carriera ed è stato assegnato a Laura Pariani.
Laura Pariani, nata a Busto Arsizio e cresciuta a Magnago, ha unito nella sua carriera di scrittrice, artista visiva e autrice per cinema e teatro diversi linguaggi espressivi, sempre ricondotti al centro della sua ispirazione letteraria. La sua scrittura, mutevole e mai fissata in un unico registro, mette in dialogo la grande tradizione poetica, da Dante in avanti, con esperienze marginali come quelle di emigranti, popolani e irregolari.
Il risultato è una prosa irregolare e originale, dove convivono tono fiabesco, recuperi della lingua antica, oralità dialettale, modernità colloquiale e suggestioni musicali legate tanto alla canzone popolare quanto a materiali rari di natura etnografica.
Già finalista al Premio Campiello nel 1998 (La perfezione degli elastici e del cinema), nel 2003 (L’uovo di Gertrudina), nel 2010 (Milano è una selva oscura) e nel 2019 (Il gioco di Santa oca), Pariani è oggi riconosciuta come una delle voci più solide e continue della narrativa italiana contemporanea.
Il Premio Campiello Junior 2025
La quarta edizione del Premio Campiello Junior, rivolto agli autori di opere italiane di narrativa e poesia per i bambini e i ragazzi tra i 10 e i 14 anni, è stato vinto da:
Per la categoria 7-10 anni, Ilaria Mattioni con La figlia del gigante (Feltrinelli)
Gli altri finalisti:
- Vivian Lamarque con Storia con mare cielo e paura (Salani Editore)
- Guia Risari con I giorni di Alban (Giunti Editori)
Per la categoria 11-14 anni, Chiara Carminati con Nella tua pelle (Bompiani)
Gli altri finalisti:
- Simona Baldelli con Il ciambellano e il lupo (Emons Libri & audiolibri)
- Beatrice Masini con Una casa fuori dal tempo (Mondadori)
Il Premio Campiello Natura 2025
La terza edizione del Premio Campiello Natura – Premio Venice Gardens Foundation è stata assegnata a Lauro Marchetti per il libro Memorie di Ninfa (Allemandi Editore).
Il premio nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Il Campiello di Confindustria Veneto e Venice Gardens Foundation e si rivolge a opere letterarie che, con sensibilità e profondità, favoriscono un rapporto armonioso con la natura, promuovendo rispetto, comprensione e salvaguardia dell’ambiente.
Alla comparsa dell’uomo sulla terra quel mondo unitario e armonioso era la normalità, mentre oggi può essere apprezzato solo in proporzioni assai ridotte e fortemente minacciate. Il fascino unico di Ninfa risiede nel connubio tra l’avvolgente mistero delle imponenti e silenziose rovine e la natura circostante, piena di esuberanti fioriture, profumi inattesi, suono cristallino delle acque, canti di uccelli e voli di farfalle.
Con il loro impegno appassionato, i Caetani hanno salvaguardato le vestigia di una storia millenaria, custodendo il genius loti di Ninfa e creando un giardino (inteso come «casa» di tutti gli esseri viventi, dalla magnolia al lombrico, dal cedro all’usignolo) la cui bellezza è offerta al godimento dell’umanità intera.
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