
L’enigma Kaminski. Un caso alla vecchia maniera per il commissario Botero è un romanzo scritto da Paolo Roversi, pubblicato il 13 maggio 2025, nella storica collana Giallo Mondadori.
Siamo pronti per la terza avventura dell’Amish, come viene sopranominato il commissario Luca Botero, per la sua avversione alla tecnologia che lo porta ad indagare “alla vecchia maniera”, attraverso la logica e l’intuizione, accompagnato dalla sua macchina da scrivere n. 22, un telefono in bachelite con la rotella e un taccuino nero.
“Il rancore è un fuoco lento. Non illumina la mente, ma consuma chi lo alimenta, spingendolo verso azioni che la logica non avrebbe mai giustificato.”
Trama del libro “L’enigma Kaminski”
Milano, ancora euforica per il successo dell’Expo, si prepara a brillare sotto le luci di Natale. L’8 dicembre, però, un’ombra scura cala sulla città: Giovanni Ferri, noto e stimato antiquario di Brera, viene ritrovato senza vita in Duomo, al termine della messa dell’Immacolata. Un infarto, a prima vista.
Luca Botero, il commissario insofferente alla tecnologia e dotato dello spirito di osservazione del miglior Sherlock Holmes, è invece certo che sia stato ucciso. Quando l’autopsia conferma i suoi sospetti, l’indagine si accende, perché in tanti potevano volerlo morto. L’attenzione dell’investigatore, però, viene calamitata altrove perché, nelle stesse ore, dal passato riemerge il suo più terribile incubo: Jacek Kaminski. Lo spietato criminale che anni prima l’aveva quasi ucciso adesso lo sfida a viso aperto.
“Io non creo niente. Gioco con quello che ho. Vedi, funziona come nel biliardo all’italiana: Kaminski ha fatto la sua mossa e io la mia. Ora aspettiamo e stiamo a vedere: il più abile vincerà la partita.”
Botero sarà costretto a mettere in gioco la sua stessa vita e affrontare antichi fantasmi, accettando il rischio che gli enigmi del suo avversario siano solo l’ennesima trappola per farlo cadere.
“Ti fa paura il buio, commissario? Allora scruta nel fondo dell’abisso e dirmi com’è.”
Un giallo dal gusto retrò, di quelli che amo e che ormai sono sempre più rari. Non vedo l’ora di lasciarmi catturare da questo nuovo enigma e ritrovare il fascino senza tempo dei personaggi di Roversi.
Serie con il il commissario Luca Botero
2023 – Alla vecchia maniera. Il primo caso del commissario Botero
2024 – Una morte onorevole
2025 – L’enigma Kaminski
Incipit del libro “L’enigma Kaminski”
1
Il Duomo svetta nel cuore di Milano come un colosso di marmo; le guglie appuntite come artigli che sfidano il cielo. Le colonne sono giganti taciturni sopra le teste dei fedeli, e la navata principale è impregnata dall’aroma intenso dell’incenso e dall’umidità gelida di dicembre.
La tradizionale messa dell’Immacolata è terminata e i ceri ancora accesi lasciano solo un fioco bagliore che cerca di vincere le tenebre della cattedrale.
La gente si incammina lentamente verso l’uscita, il rumore dei passi e i mormorii si affievoliscono man mano che le persone scivolano via tra le panche di legno scuro. Quando anche l’ultimo ritardatario lascia la chiesa, un silenzio greve riempie ogni angolo della struttura gotica, come una colata di piombo.
Quella sera il giro finale spetta a Egidio, il più anziano dei custodi. Lui e la sua artrite non vedono l’ora di andarsene: a casa lo aspettano la sorella e i nipoti già seduti a tavola. Si incammina e i passi sono un rintocco sordo che si disperde tra le alte volte. È quasi alla fine del giro quando nota qualcosa di insolito: la tenda di un confessionale è ancora tirata. Si ferma e scruta l’ombra che si cela dietro il tessuto.
Gambe.
“Forse un prete sta ancora pregando o si è addormentato.” Con mano incerta scosta appena il drappo scuro. All’interno scorge un uomo seduto, la testa china e le mani giunte sul grembo, come se fosse assorto in una profonda orazione. Un attimo di esitazione lo trattiene: è normale cercare conforto in quei giorni festivi. Se nessuno ti aspetta a casa è dura.
La posa, però, ha qualcosa di inquietante.
Egidio si china, cercando di mettere a fuoco il volto tra le ombre. Il sangue gli si gela quando realizza che non respira. Gli occhi, spalancati e vitrei, fissano il vuoto.
Il vecchio custode si ritrae di scatto, facendosi il segno della croce, mentre il cuore gli martella nel petto e il silenzio del Duomo sembra volere inghiottire ogni cosa.
«Tecnofobia ha detto?»
«Corretto. Sono cinque anni che lo trovo scritto in tutti i referti.»
«Può levarsi quegli occhiali scuri per favore? La luce in questo studio è bassa.»
Botero se li sfila lentamente, rivelando un paio di iridi verdi e magnetiche. La donna trattiene il respiro per un attimo, senza lasciar trapelare alcuna reazione; lo osserva con un misto di curiosità e impazienza. Prima che si accomodasse, aveva notato la sua figura alta accentuata dal trench, che ora sta ripiegato con cura su una delle due poltrone di pelle. Sull’altra è seduto il commissario: riccioli castani e basette anni Settanta, una camicia azzurra con le maniche arrotolate, bretelle rosse e un paio di Church’s lucide.
«Parliamo di questa sua…»
«Patologia, lo può dire. Non è tabù. Vuole la versione lunga o il riassunto?»
«Scelga lei.»
«La breve, allora. Da quando ne sono affetto la tecnologia è mia nemica; inoltre non fumo più, non bevo superalcolici, cucino da solo tutto quello che mangio, non ho la televisione, non prendo i mezzi pubblici eccetto il tram e non utilizzo nessun apparecchio elettronico prodotto dopo il 1980.»
«Alcuni la chiamerebbero vita sana.»
«Per me suona più o meno come una condanna. A proposito: grazie per non aver acceso il tablet che tiene sulla scrivania. La sola vista, senza i miei occhiali alla Ray Charles, come li chiamano i miei colleghi, mi avrebbe fatto venire le convulsioni.»
«Sul serio?»
«Mi succede anche con gli smartphone, i computer, gli schermi a led.»
«Ed è per cercare di guarire che si trova qui, giusto?»
«Sbagliato. Sono venuto perché mi ci ha costretto Desanctis. Sei sedute a carico della questura per certificare che ho tutte le rotelle a posto.»
«Chi è questa persona?»
«Il capo della squadra Mobile.»
«La cosa la irrita?»
«Ma si figuri! Io adoro perdere tempo in faccende inutili.»
«Secondo lei perché il suo superiore crede che lei avrebbe bisogno di uno psicoterapeuta?»
«Perché pensa che io abbia le visioni.»
«Sarebbe a dire?»
«Kaminski: il criminale che voleva trasformarmi in un vegetale. È colpa sua se sono ridotto così, la storia non gliela sto a raccontare, tanto ci sarà nella mia cartella. Comunque di recente l’ho rivisto.»
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Citazioni dal libro “L’enigma Kaminski”
“Nessuno è davvero buono. O se preferisci, lo siamo tutti fino a propria contraria: per questo a certa gente auguri di avere a che fare con persone come loro.”
“Il posto peggiore per mantenere un segreto è in un altro essere umano, specie se si tratta di un avvocato.”
“Chi odia non cerca verità, ma solo una conferma alle proprie emozioni.”
“<A cosa pensi?> <Sto cercando di calcolare la probabilità matematica della felicità.> <<Sembra complicato.>”
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