Benvenuti al post sui libri in uscita a maggio 2025!
Maggio è arrivato portando con sé un’ondata di titoli pronti a invadere gli scaffali delle librerie. Tra autori già amati e voci emergenti, si apre un viaggio fatto di avventure, emozioni e sorprendenti scoperte, tutte racchiuse tra le pagine che aspettano solo di essere sfogliate.
Vista la grande quantità di libri pubblicati al mese, per agevolare la lettura di questo post, ho deciso di suddividere i libri per genere nei link sottostanti, mentre la Narrativa varia e la saggistica la trovate di seguito in questo post.
Libri in uscita Genere Romanzo Storico
Libri in uscita Genere Giallo e thriller
Libri in uscita Genere Fantasy – Fantascienza – Horror
Libri in uscita Genere Narrativa Rosa
Novità in libreria per genere narrativa varia
Maggio 2025
L’inadatta, scritto da Chiara Mezzalama, pubblicato da Nutrimenti, data uscita 02/05/25.
Grace scopre la danza da bambina e la usa subito per ribellarsi al conformismo dei suoi genitori. La sua vita a New York, lontana dai benpensanti, è vivace, piena d’arte e di sperimentazione, ma anche di dolore. L’amore per il musicista Sam la sconquassa, la famiglia che creano è sempre precaria e lei deve trovare il modo per non sentirsi più inadatta ma danzare libera, col cuore aperto al tumulto e le gambe salde a terra.
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L’amore mio non muore, scritto da Roberto Saviano, pubblicato da Einaudi, data uscita 06/05/25.
Questo è un romanzo. Racconta una storia impossibile. Una storia vera. «Ho deciso di scrivere questo libro per raccontare la storia d’amore più drammatica e potente in cui mi sia imbattuto. Quella di Rossella Casini, giovane piena di vita, vittima di ’ndrangheta. È una storia che raccoglie tutti i colori dell’umano sentire: l’ingenuità e lo slancio, la devozione e l’ossessione, l’amicizia, il desiderio, il coraggio, la delusione, il tradimento, lo schifo, la tragedia. Eppure, per Rossella, la certezza che proprio nell’amare risieda l’unica possibilità di verità e di senso non viene mai meno. L’amore non muore» (Roberto Saviano). Rossella Casini ha poco più di vent’anni, è di Firenze, ha un padre e una madre affettuosi che non le fanno mancare nulla. La sua è un’esistenza tranquilla, anche se siamo nell’Italia del ’77, le piazze sono animate dalle contestazioni politiche, nelle strade si riversano rabbia, violenza, molta eroina. Ad agitare la vita di Rossella, da un giorno all’altro, ci pensa Francesco: lui è uno studente calabrese fuori sede. Il sentimento che nasce fra loro è qualcosa che nessuno dei due aveva mai provato. Trascorsi i primi mesi spensierati, Rossella scopre che la famiglia di Francesco è legata a una potente ’ndrina della Piana di Gioia Tauro. Durante una vacanza a Palmi, dove ha portato anche i genitori, assiste allo scoppio di una faida: un vortice di violenza che travolge tutto e tutti, dal quale Rossella sceglie di non scappare, almeno non senza Francesco. È convinta che il loro amore sia così potente da fermare la mattanza. Che sia il lievito necessario per cambiare il corso delle cose. Il 22 febbraio 1981 Rossella Casini sparisce misteriosamente dopo aver annunciato il proprio rientro a casa. Nessuno la rivedrà più. Sebbene il corpo non sia stato ritrovato, è riconosciuta dallo Stato come vittima di ’ndrangheta. Roberto Saviano ha scritto il romanzo della sua storia, un’avventura umana che strazia, ricolma d’amore, di violenza e di coraggio.
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La governante, scritto da Csaba Dalla Zorza, pubblicato da Marsilio, data uscita 06/05/25.
Vista da fuori, la sua vita non mostra nessuna sbavatura, solo la precisione tipica di ciò che viene deciso a tavolino. Una donna che ha avuto tutto: marito, figli, una bella casa, una posizione professionale invidiabile. Ha avuto tutto ciò che per molti dovrebbe dare la felicità. Per il suo sessantesimo compleanno decide di farsi un regalo: seguire un desiderio nascosto, lasciare ciò che ha per andare altrove. Un pezzo alla volta, la donna apre a chi legge il suo cuore, come l’armadio in cui custodisce la sua collezione di porcellane. Riprendono così aria pezzi di un’esistenza di cui nessuno ha mai avuto conoscenza. Una confessione in bilico tra il desiderio di essere e la necessità di apparire. Una donna che ha coperto con la forza di volontà le sue fragilità, che ha dovuto lottare contro la cosa più grande che la vita potesse metterle davanti: se stessa. La famiglia, il giudizio degli altri, la paura di essere inadeguata sono stati punti fermi ai quali aggrapparsi, ma anche da cui scivolare. Sino al giorno in cui capisce che accettare di essere come sei, anche quando non corrisponde all’idea che gli altri hanno di te, alle aspettative che nutrono, è l’unico modo per iniziare a vivere davvero.
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L’isola della felicità, scritto da Davide Ferrario, pubblicato da Feltrinelli, data 06/05/25.
In un’isola sperduta nell’Oceano Pacifico la popolazione, che ha sempre vissuto con frugalità di pesca e agricoltura, si ritrova ricchissima grazie allo sfruttamento di un deposito di guano, da cui si ricavano fertilizzanti di pregio. Dall’oggi al domani l’isola diventa uno dei paesi con il reddito pro capite più alto al mondo. Cinquant’anni dopo, l’isola è in miseria e l’unica graduatoria a cui è in testa è quella della popolazione più obesa del pianeta. È uno degli isolani – testimone straniato dell’incredibile storia vera di Nauru, la repubblica più piccola del mondo – a prendere la parola e a raccontarci la traiettoria di un paradiso in Terra a cui basta solo mezzo secolo per conoscere glorie e nefandezze del genere umano. Attingendo a eventi reali, Davide Ferrario costruisce un’esilarante metafora del mondo contemporaneo. Quando il guano si esaurisce, ogni Presidente che si succede al governo dell’isola cerca nuovi espedienti per accumulare ricchezza, imbarcandosi in imprese sempre più surreali e fallimentari: ma drammaticamente vere. “L’isola della felicità” è una satira apertamente ispirata al Jonathan Swift dei Viaggi di Gulliver, che inanella con strepitosa ironia un travolgente crescendo di avventure tragicomiche che tengono il lettore in equilibrio costante tra la risata e l’amara coscienza del nostro tempo.
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I quattro inverni, scritto da Romina Casagrande, pubblicato da Garzanti, data uscita 06/05/25.
Immaginate di scoprire che tutto ciò che sapete della vostra infanzia è falso. È quanto accade a Maia: cresciuta con genitori adottivi che l’hanno colmata d’amore, non si è mai fatta troppe domande sulle sue origini. Anzi, non ha mai voluto saperne nulla. Ma ora Maia è incinta e, per proteggere il futuro della bambina che porta in grembo, ha bisogno di conoscere il proprio passato. Nella soffitta di casa c’è un baule che si è sempre guardata dall’aprire. Adesso, però, decide di farlo. Al suo interno, trova fogli scarabocchiati, articoli e qualche fotografia. Sono i primi indizi che deve mettere insieme, i tasselli del grande puzzle della sua infanzia. Ci sono porte che, una volta aperte, non possono più essere richiuse. Quei documenti non le lasciano dubbi: deve partire. E così, senza chiedere il permesso a nessuno, si mette in viaggio verso il Trentino Alto Adige. Lì, ricostruisce a poco a poco la sua storia. La storia di sua madre. La storia delle donne e dei bambini con cui viveva segregata in una fattoria nascosta tra le montagne. Maia pensa di cercare il proprio passato, ma si sbaglia. È il passato che sta cercando lei. La sta chiamando a gran voce. E così impara che non tutte le famiglie sono sicure e affettuose come quella in cui è cresciuta. Alcune possono nascondere pericoli oscuri.
Con la sua scrittura inconfondibile, intensa e suggestiva, Romina Casagrande torna con un romanzo che intreccia passato e presente. Un racconto capace di toccare le corde più profonde dell’anima grazie alla sua autenticità. I quattro inverni è un viaggio tra le Dolomiti, con i loro paesaggi maestosi e atmosfere cariche di mistero. Tra queste montagne si nascondono segreti di famiglia e verità inconfessabili. Storie rimaste sepolte nel tempo, ma pronte a riemergere con forza. Un libro imperdibile per chi ama i romanzi che scavano nell’anima. Per chi cerca emozioni vere. Per chi desidera lasciarsi sorprendere, pagina dopo pagina.
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Una locanda rosso lampone, scritto da Amanda Colombo, pubblicato da Garzanti, data uscita 06/05/25.
Sulle sponde del lago Maggiore una locanda spicca per il colore inusuale della sua facciata. Un rosso talmente caldo che, unito al profumo di lampone che emana, crea un’atmosfera magica. Ad attenderli sulla soglia, gli ospiti trovano Ortensia, cuoca e lettrice famelica, che si esprime solo attraverso citazioni di libri letti e mai dimenticati, presi in prestito dalla biblioteca di Verbania. È il luogo in cui Ortensia ha conosciuto Lidia, ora proprietaria di Rosso Lampone, che con pazienza e cura le ha permesso di evadere da un triste passato familiare. Insieme, sono riuscite a trasformare la locanda nella destinazione perfetta per chi vuole cambiare vita. È quello che Cesare, Pietro e Altea sperano che accada. Qui capiscono che, per costruire ponti con l’altro, è prima necessario imparare a conoscere sé stessi. Cesare, uno scrittore di mezza età, si è innamorato per la prima volta, ma non riesce a comunicarlo. Pietro mette alla prova le sue capacità di padre e di marito. Altea vuole riuscire a fidarsi delle persone, anche quelle dalle quali la madre le direbbe di tenersi lontana. Ortensia e Lidia hanno una sola settimana per aiutarli a lavorare sulle paure che li ostacolano. Una settimana al termine della quale ognuno di loro possa fare spazio in valigia alla versione migliore di sé. E perché questo avvenga, anche Rosso Lampone ha qualcosa da dire ai suoi ospiti: una serie di regole ben precise per abitare le sue stanze, all’apparenza difficili da accettare, ma capaci di svelare quanto prezioso sia il tempo. Perché è indubbio che stiamo sprecando quello necessario per vivere in modo autentico noi stessi e gli altri.
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Noi che balliamo nel labirinto di spine, scritto da Beatrice Corradini, pubblicato da Mondadori, data uscita 06/05/25.
Ci sono luoghi da cui sembra impossibile uscire, posti che ti stringono come una gabbia, tra strade che tornano sempre su se stesse e segreti che affondano fra le crepe dell’asfalto. Max lo sa bene. Lo vive tutti i giorni sulla propria pelle da che il padre, di punto in bianco, ha deciso di abbandonare lui e la mamma. Poi anche Rachele è scomparsa nel nulla, e tutto è diventato più cupo e soffocante. Per fortuna ci sono Cosma lo Zingaro, Tobia e Guido, il suo branco, gli amici di sempre, e le loro nottate di fumo e nostalgia alla Fabbrica abbandonata, un anestetico momentaneo per il vuoto e il silenzio che avverte. A dirla tutta, per superare la noia che lo mangia da dentro tornano utili persino quelli come Santiago, che credono di avere il controllo su tutto, o come Zana, che invece combattono contro l’invisibile, decisi a portare alla luce quello che nessuno vuole vedere. Ma soprattutto Fiore, Quello Nuovo della scuola.
Fiore è un enigma, con una faccia di pura innocenza che è una calamita per pugni. Per Max è molto più facile usarlo come bersaglio della propria rabbia, infatti, che fare i conti con i motivi del suo malessere. Solo che alcune persone, anche se le respingi e fai di tutto per tenerle lontane, finiscono per entrarti sotto la pelle e scardinare ogni equilibrio. Così, tra notti cariche di domande e giorni in cui la fuga sembra l’unica via possibile, grazie a Fiore Max troverà il coraggio e l’incoscienza per cercare le risposte alle tante domande che lo tormentano. Su di sé e la sua famiglia, sul suo futuro e sulla scomparsa di Rachele.
Beatrice Corradini, in questo suo romanzo venato di mystery e ambientato nel cuore immobile di un paese di provincia, riesce a raccontare con una lucidità e una sicurezza rare l’adolescenza più feroce e autentica, una storia di crescita, rabbia e amore che brucia come una ferita aperta.
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La mia ultima storia per te, scritto da Sofia Assante, pubblicato da Mondadori, data uscita 06/05/25.
Andrea sta camminando per le strade di New York, in piena notte, quando riceve una telefonata. Riconosce subito la voce di Elettra, anche se non la sente da dieci anni. È lei la ragione per cui è scappato da Roma, la sua città, ed è proprio lei, ora, a chiedergli di tornare… Andrea ed Elettra si sono conosciuti a dodici anni, il giorno in cui lei si è trasferita nel palazzo del centro di Roma in cui Andrea è cresciuto. A parte l’indirizzo di casa, non hanno nulla in comune. Lui è il figlio di un ristoratore schivo e taciturno e d’estate lavora nella trattoria di famiglia, Da Amilcare. Lei fa parte dell’aristocrazia romana e i suoi genitori, gli Alfieri della Scala, sono colti, eleganti e amorevoli. Entrambi appartengono a una Roma che sta tramontando: Elettra a quella della nobiltà che ancora si incontra nelle stanze di Palazzo Borghese; Andrea alla Roma delle taverne del centro, come quella fondata dal nonno, sui cui tavoli giocavano a scopone Fellini, Scola e Monicelli. Sono ancora bambini quando, convinti che nulla potrà dividerli, sognano di morire insieme come Filemone e Bauci, trasformati da Zeus in una quercia e in un tiglio, uniti per il tronco. Ma l’idillio si rompe all’improvviso durante una vacanza nella villa sul lago degli Alfieri: la madre di Elettra viene coinvolta in un incidente d’auto e i due ragazzi trovano per sbaglio una lettera che instilla in loro un dubbio insostenibile. Quel dubbio e il segreto a cui li costringerà li terranno lontani per anni. Fino a questa telefonata, che è destinata a riaprire tutto ciò che era stato bruscamente interrotto e, forse, a regalare una seconda possibilità a quel primo amore mancato. Al suo esordio, Sofia Assante mette a punto una voce narrante ironica e irresistibilmente romantica, che omaggia esplicitamente alcuni grandi narratori americani, da Salinger a Fitzgerald a Dylan, ed è capace di far sorridere e al tempo stesso commuovere. E racconta una storia piena di segreti e sorprese narrative, attraversata da una domanda che tutti ci siamo fatti almeno una volta nella vita: possiamo davvero dire di conoscere le persone che abbiamo accanto?
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Divina! scritto da Tommaso Zorzi, pubblicato da Mondadori, data uscita 06/05/25.
“Avvolta in un mantello di broccato rosso. Bordi in pelliccia di foca. Fortuny, giusto per. E per chi non sa di cosa sto parlando, mi spiace ma non sempre sono comprensibile alle classi subalterne. In testa un cappello di pelliccia nera e al collo una collana d’oro, ma d’oro così spesso che ho pensato potesse venirmi la gobba. Per il resto, niente. A parte due ghepardi al guinzaglio. Sempre eleganti, e con quegli occhi bagnati di umiltà, che non rubano mai la scena, li abbini con tutto.” Piazza San Marco, Venezia, è il 1913 e questa donna è la “Divina Marchesa” Luisa Casati Stampa. La sua missione è una sola: trasformare la propria vita in un’opera d’arte. Tra ricevimenti folli a palazzo Venier dei Leoni, sedute spiritiche nelle rovine dell’Appia Antica, frequentazioni sopra le righe a Capri, e amanti come D’Annunzio, la Marchesa, eccentrica, libera e inarrivabile, in ogni notte di eccessi sfida le convenzioni dell’epoca bruciando fortune e pregiudizi. Ma fino a che punto si può giocare con l’eternità prima di essere travolti dal proprio mito? Tommaso, invece, si muove tra le feste patinate di una Milano frenetica e superficiale con un gin tonic sempre stretto in mano e l’ironia come corazza per mascherare quel senso di vuoto che si porta con sé. La storia della Divina Marchesa lo cattura, lo perseguita; in quella vita irregolare Tommaso intravede se stesso. Divina! racconta con ironia e leggerezza, attraverso due irresistibili voci narranti, quella della Marchesa e quella di Tommaso, l’eterna danza esistenziale tra immagine e realtà, tra ciò che mostriamo agli altri e ciò che custodiamo di più prezioso dentro di noi. Un turbinio divertente di paillettes, piume di pavone e feste in costume che ci conduce in un mondo fatto di lusso e di illusioni, dove la verità si annida nei dettagli più impensabili, apparentemente frivoli, ma che in realtà sono quelli che ci rendono davvero liberi di essere ciò che vogliamo.
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Cose umane, scritto da Antonio Pascale. pubblicato da Einaudi, data uscita 06/05/25.
«Uno vive tutta la vita in un modo, e alla fine scopre che era in un altro modo». Quali saranno, al termine del nostro viaggio, le cose degne di essere ricordate? In un agosto che svuota le città e le popola di fantasmi, un figlio tenta di sbrogliare i fili della memoria famigliare, e si trova a riannodare anche quelli della propria vita. Con la sua irresistibile, scanzonata vena malinconica, Antonio Pascale percorre la distanza che ci separa da com’eravamo una volta per misurare chi siamo oggi, raccontando di genitori che invecchiano, di giovinezze sognanti, di amori che iniziano prestissimo, finiscono male o non finiscono mai… Insomma, di cose umane. Strade assolate, deserte, che sembrano svanire all’orizzonte, le saracinesche chiuse, un silenzio granitico – e dire che al mondo siamo otto miliardi, ma a Caserta, ad agosto, sembra non ci sia nessuno. A casa dei genitori di Antonio il sole non entra quasi mai: colpa di sua madre che vorrebbe sempre stare al buio, e nel buio dormire, e dormendo, possibilmente, andarsene all’altro mondo. Antonio va e viene da Roma per starle accanto, ma si sa: viaggiare – anche se lo fai su un Frecciargento, avanti e indietro lungo la stessa tratta – è un ottimo modo per mettere in moto l’ispirazione. Quale occasione migliore, allora, per lavorare su una nuova opera? Non un libro, ma un’installazione – come quelle che faceva con Caterina, l’amore tormentato della giovinezza – per raccontare la rivoluzione che in qualche decennio ha trasformato l’Italia: dal paese di Pinocchio, segnato dalla fame e dalla miseria, a MasterChef, il regno dell’abbondanza. Manco a farlo apposta, nella sua storia c’è tutto quello che serve: un nonno contadino che puzza di letame e uno capomastro che odora di acquaragia, i parenti minatori in Belgio, una prozia mezza strega che sembra uscita da un libro di Ernesto De Martino, un padre che si è emancipato dal lavoro dei campi ed è finito all’Ispettorato agrario, una madre maestra che ha insegnato a scrivere a mezzo quartiere e che oggi della sua vita non ricorda quasi nulla, e allora modifica, arrangia, inventa, peggio di un romanziere. E poi ci sono gli amici emigrati al Nord, quelli che sono rimasti in città e quelli che sono rimasti sotto all’eroina, gli speculatori, gli strunz’ e gli sfaccimm’, le ragazze camorriste e quelle amate, offese, contese. E infine c’è Susanna, la figlia poco più che ventenne, che studia l’intelligenza artificiale e (alla faccia della storia famigliare) vuole vivere in campagna. La sua voce ironica – o forse quella di un bot che le somiglia – fa da contrappunto alle idiosincrasie del padre, obbligandolo ad affacciarsi sul futuro che ci aspetta quando anche l’era di MasterChef sarà tramontata. Implacabile e piena di sentimento, la scrittura di Pascale ci consegna una galleria di personaggi teneri, meschini, violenti, vulnerabili, impossibili da dimenticare perché veri.
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A Londra non serve l’ombrello. Volevo solo cambiare vita!, scritto da Francesca Sangalli, pubblicato da Giunti, data uscita 07/05/25.
Un racconto ricco di humour e momenti tragicomici sul coraggio di cercare il proprio posto nel mondo e sulla gioia di riscoprire sé stessi.
Quando arrivano i temuti quaranta, la protagonista si sente persa da tempo, intrappolata in una routine monotona e frustrante: la difficoltà a conciliare il lavoro da scrittrice freelance e il ruolo di mamma, le mille preoccupazioni di ogni giorno, l’angoscia di invecchiare, la ripetitività delle sue giornate. Ma tutto cambia nel momento in cui il destino le mette davanti una possibilità: perché non lasciarsi alle spalle ogni cosa per alcuni mesi e trasferirsi a Londra? Vero, non sarà la capanna nei boschi di Thoreau o un ritiro spirituale in India, ma quando devi organizzare una fuga con marito, figlio e gatta anche un’avventura in una giungla urbana può andare bene.
Tra incomprensioni linguistico-culturali, infestazioni di tarme londinesi nella casa scalcagnata a quasi Notting Hill e la morte della regina Elisabetta, l’adattamento nella metropoli non è dei più semplici. Ma le cose cambieranno nel corso dei mesi. Che sia Londra, con la sua varietà infinita di luoghi, persone e avventure, a ridare alla protagonista la spinta per ritrovare sé stessa e per scoprire che non t’importa più di aprire l’ombrello quando piove?
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La notte fa ancora paura, scritto da Fosca Navarra, pubblicato da Minimum fax, data uscita 09/05/25.
Nella Milano post Unità, la gatta Aida contempla ossessivamente le stelle e percepisce oscuri presagi; non è in grado di trarne un senso, ma avverte che il gomitolo della sua esistenza ha appena cominciato a dipanarsi: dopo la morte, la sua anima intraprende un viaggio che attraverserà i continenti e un secolo di storia. È così che conosceremo Mabel, che nella Londra vittoriana insegue un ideale di bellezza che si fonde al sacrificio; la giovane Lian che, dalle risaie di primo Novecento, sarà costretta a modificare il proprio corpo secondo i dettami della cultura cinese; la prostituta Madeleine che nella Parigi degli anni Venti cerca di opporsi alla prevaricazione maschile; la piccola etiope Fenan, che nel 1936 è condannata ad essere abusata in un paese in mano ai fascisti; Amy, che va incontro al suo vero sé nell’America maccartista degli anni Cinquanta; e infine Carmen, la volitiva napoletana che, alle soglie del 1968, si chiede se il prezzo da pagare per essere amata non sia in fondo la rinuncia di sé e dei propri sogni.
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Le camelie invernali, scritto da Ermal Meta, pubblicato da La nave di Teseo, data uscita 13/05/25.
Albania. 2025. Lara, una giornalista italiana, di genitori albanesi, fa ritorno in Albania per intervistare un uomo di cui non sa il nome, che vive rinchiuso nella sua abitazione da trent’anni, dal 1995. Non sa cosa la aspetta, non sa che questo incontro cambierà la sua vita. Albania. 1995. Due famiglie. Halil e Rozafa hanno perso la figlia, Nina, scomparsa nel nulla e mai più ritrovata. Sono rimasti con il figlio maggiore, Uksan. Zek è un uomo violento, picchia sua moglie Odeta e il loro figlio Samir. Samir e Uksan sono coetanei, amici per la pelle, con la vita davanti, anche in una terra senza futuro. Un equivoco, una banale lite e Halil, padre di Uksan, picchia a morte Zek, padre di Samir. Scatta il Kanun, la riparazione del delitto. Samir, ora, è obbligato dalla sua famiglia a preservarne l’onore, vendicare il sangue versato, uccidere il suo amico fraterno Uksan. L’amicizia tra i due ragazzi, il desiderio di libertà sarà più forte della vendetta. E Lara chi sta andando a incontrare? “Le camelie invernali” è la storia di un conflitto viscerale tra due famiglie legate da segreti inconfessabili e da una tradizione oscura e ancestrale. E segna il ritorno di un narratore che ha stupito il mondo con il suo romanzo d’esordio, “Domani e per sempre”, con una storia potente e un affresco storico di grande fascino.
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Quel posto che chiami casa, scritto da Enrico Galiano, pubblicato da Garzanti, data uscita 13/05/25.
Ci vuole coraggio per diventare chi sei.
Vera non è mai stata sola. Da quando è bambina, una voce l’accompagna ovunque: la sveglia di notte, la incalza, la consola. È la voce di suo fratello Cè, morto quando lei aveva quattro anni. È una voce ironica e tagliente, capace di regalarle pensieri stravaganti come: «Non esiste un sinonimo di sinonimo» o «La neve è la prova che non hai bisogno di urlare per farti vedere». Ma è anche un giudice severo, che la mette alle strette con una semplice domanda: «Sei davvero Vera?». Ma chi era Cè? Per i genitori è stato il figlio perfetto, e Vera ha vissuto ogni giorno nella sua ombra. Ogni scelta è un confronto impossibile, persino quella di studiare giurisprudenza: Vera lo fa per sé stessa o per inseguire un fantasma? Per fortuna con lei c’è Gin, la sua migliore amica, che trova sempre il modo per farla ridere e sentire meno strana. Poi accade qualcosa di inspiegabile. Vera sa che non dovrebbe dare ascolto alla voce di Cè. Eppure, un giorno, decide di mandare tutto all’aria e di inseguire una coccinella dietro i cancelli di una clinica. Qui incontra Francesco: un ragazzo che sembra conoscerla più di chiunque altro. Forse è lui l’unico che può aiutarla a scoprire il segreto che la sua famiglia tiene nascosto da anni. Perché Francesco le insegna una cosa semplice, ma difficilissima da accettare: Vera non è pazza. È soltanto viva. Ed essere vivi, a volte, non è poi così diverso dall’essere pazzi.
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Di madre in figlia, scritto da Concita De Gregorio, pubblicato da Feltrinelli, data uscita 13/05/25.
Ciò che ti isola ti salva, è la vita che ti mette in pericolo. Marilù abita in cima a un’isola: sotto c’è il villaggio, in mezzo il bosco e infine la radura con la sua casa, dove nemmeno i frequenti incendi estivi possono raggiungerla. È una donna che affascina ma un po’ spaventa, perché porta con sé il fatto di essere stata molto libera negli anni più liberi del secolo scorso, gli psichedelici Settanta. Fin troppo, pensa sua figlia Angela, che sente di averne ricevuto soltanto trascuratezza. Ora Angela si trova costretta a malincuore ad affidarle per tre mesi la figlia Adelaide – che si fa chiamare Adè –, adolescente tanto attiva in Rete quanto insicura nel mondo e nel proprio corpo. In questa lunga estate nonna e nipote si ritrovano insieme dopo dieci anni, si conoscono e si riconoscono, mentre la madre irrompe con telefonate ansiose sul fisso di casa perché, come primo gesto, Marilù ha requisito il cellulare alla ragazza. Per Adè la vacanza non potrebbe cominciare peggio, invece a poco a poco diventa un’avventura. C’è un segreto di cui la nonna non vuole parlare, qualcosa che riguarda la sua storia familiare, la linea femminile che la precede – sua madre, farmacista in un paesino del Sud, e la madre di sua madre, una guaritrice che è finita a vivere in un convento. Un’antica colpa in questa storia senza colpevoli. Sul delicato confine fra amare, proteggere e lasciare andare, fra prendersi cura e avvelenare, le tre, di madre in figlia, provano a capirsi. Ciascuna ha agito con le migliori intenzioni, anche se a volte il rancore, il dolore, l’amore accecano. Concita De Gregorio intreccia tre generazioni, tre epoche della storia e tre stagioni della vita nelle voci di Marilù, Angela e Adè: subito così vere, così vulnerabili e vive da risuonare immediatamente intime.
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Donald. Storia molto più che leggendaria di un Golden Man, scritto da Stefano Massini, pubblicato da Einaudi, data uscita 13/05/25.
Sembra che l’esistenza di ogni essere umano si giochi su un totale di dieci minuti, la somma di quei fatidici istanti in cui nelle nostre vite succede qualcosa di decisivo. Questo libro è la storia dei dieci minuti di un uomo che da quando ha avuto coscienza di sé ha sempre desiderato una cosa soltanto: il dominio. Una biografia dunque? Semmai una ballata, vorticosa e trascinante, picaresca, onirica, graffiante eppure terribile. Narrata dalla voce inconfondibile di Stefano Massini, che con “Lehman Trilogy” ha portato per la prima volta un italiano al trionfo negli Stati Uniti, ecco l’odissea inesorabile di un bambino che diventa ragazzo d’oro e poi imprenditore senza scrupoli, fino all’attimo esatto in cui decide di indossare la maschera che tutti, oggi, conosciamo come Donald J. Trump. Si può narrare l’uomo più potente della terra come lo farebbe un cantastorie dei secoli passati, intrecciando la storia e la leggenda, la cronaca e il mito, l’orrore e la parodia? Nel raccontare la vita del suo ingombrantissimo, esagerato, predestinato protagonista, Stefano Massini parte dal principio: una famiglia di origini tedesche, un vialetto curato che attraversa un prato tagliato perfettamente, una casa immersa nella quiete idilliaca del Queens. Per stemperare la leggenda nell’umorismo e sabotare la mitologia con il sarcasmo, la parola incantatrice di Massini scende nei dettagli infinitesimali e li annoda alla traiettoria di un’esistenza affollata di personaggi: i genitori, il preside, l’autista, la Golden Wife. E poi l’avvocato, colui che di Donald annusa il potenziale e per primo ne percepisce il fluido, che gli insegna il disincanto e l’utilitarismo. Che lo spinge verso il successo, fino alla conquista di New York, fino alla torre più alta di tutte che porta il suo nome. Nel mondo, intanto, la storia continua a scorrere: i discorsi incendiari di Malcolm X, Lee Oswald che esce di casa armato di fucile, Elvis Presley e Frank Sinatra, Muhammad Ali che vola come una farfalla… Ma mentre accade tutto questo, i nostri occhi sono rivolti esclusivamente alle avventure di quel ragazzo con la pelle arrossata e i capelli biondi che velocemente diventa uomo, si fa chiamare «Golden Boy», seduce le ragazze e non rispetta l’autorità degli altri. Accarezziamo l’erba dei campi da baseball dove gioca, lo vediamo indossare il primo vestito elegante e salire su una Cadillac, lo scortiamo lungo la sua scalata trionfale del mercato immobiliare… Finché vediamo prendere forma l’ultima grandiosa idea: la politica come “exit strategy”. Al disastro finanziario, all’inattualità, alla vecchiaia, forse alla morte. Stefano Massini ha scritto la “chanson de geste” di un personaggio opaco, inafferrabile, che fa della menzogna un’arte e del successo un’ossessione. Ecco a voi la storia dei dieci minuti cruciali e delle fatalità che hanno reso Donald J. Trump l’antieroe del secolo scorso e il grande terrore del millennio appena iniziato.
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Ci vediamo in Cime tempestose, scritto da Tessa Bickers, pubblicato da Nord, data uscita 13/05/25.
Non esiste legame più forte di quello tra due persone che amano gli stessi libri.
Quando Erin si rende conto di aver dato via la sua vecchia copia di Il buio oltre la siepe, si sente crollare il mondo addosso. E non solo per il libro in sé, che già sarebbe una perdita incalcolabile, ma perché quelle pagine erano piene di note che lei aveva scritto per Bonnie, la sua migliore amica scomparsa troppo presto. Atterrita all’idea di aver perso quell’ultimo ricordo di lei, torna nella biblioteca di quartiere dove lo aveva lasciato per errore e si accorge che, nel frattempo, qualcuno lo ha preso in prestito e ha risposto a tutte le sue note, aggiungendo commenti personali e spunti di riflessione. E, alla fine, un invito: «Ci vediamo in Cime tempestose?» È l’inizio di una corrispondenza fatta di confidenze, critiche letterarie e confessioni a cuore aperto. È l’inizio di un legame forte così come può essere solo quello tra chi condivide la stessa passione per i libri. È l’inizio di un amore tenero e sorprendente, un raggio di luce in due vite che fino a quel momento erano state costellate di amarezza e delusioni. Ciò che Erin non sa, però, è che la persona cui sta aprendo la sua anima non è affatto uno sconosciuto, ma un fantasma del suo passato, il ragazzo di cui si era quasi innamorata, prima che lui rovinasse tutto, spezzandole il cuore. E adesso dovrà trovare il modo di superare i vecchi rancori e imparare a perdonarlo, se vuole che il loro amore di carta si trasformi in realtà…
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Il cimitero delle storie non dette, scritto da Julia Alvarez, pubblicato da Bompiani, data uscita 14/05/25.
Una scrittrice torna nella sua isola d’origine per trovare una casa alle storie non scritte. Un romanzo di radici e affetti sul potere del racconto.
Alma è una scrittrice che ha raggiunto il successo tra i gringos, negli Stati Uniti, e ora, nella maturità, prende a cuore il destino delle storie a cui non riuscirà a dare forma, perché una vita non basta per tutte le trame che si intercettano. Il padre lascia a lei e alle sorelle dei possedimenti nella sua isola e patria, Santo Domingo; e Alma sceglie per sé un lotto incolto di terra. Lì nascerà il cimitero delle storie non dette, un giardino cinto da alte mura dove un’amica artista crea installazioni per conservare e celebrare ceneri e frammenti di pagine, gli amabili resti di tanti romanzi mai cominciati. Chiunque può suonare il campanello all’ingresso e raccogliere l’invito semplice che vibra nel citofono: Raccontami.
Voci che si riaccendono, vite che si dipanano e si riavvolgono nella memoria di chi le ha vissute. Ecco le sorelle Perla e Filomena, divise da Tesoro, un uomo di cui non ci si può fidare; Bienvenida, sposa giovane del Jefe, il dittatore Trujillo, prima innamorato rapace, poi pronto a metterla da parte come una bambola rotta separandola dalla sua bambina; Manuel, medico che lascia la sua isola per ragioni politiche ma ne ritrova i sapori nell’abbraccio di una donna.
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La città del fumo, scritto da Xue Can, pubblicato da Utopia Editore, data uscita 17/05/25.
I racconti di questa raccolta mettono in scena mondi paralleli dalla natura meravigliosa, spesso ineffabile, in cui i personaggi si confrontano costantemente con l’enigma e la sorpresa. In una storia, per esempio, la protagonista parte alla ricerca di un fratello del quale non ha più notizie, e che sembra non volersi far trovare, mentre in un’altra un esperto conoscitore di musica riesce a mettere in contatto i vivi e i morti, creando un ponte tra l’esistenza terrena e quella successiva. Mentre gli abitanti di una città si abituano a vivere in una quotidianità avvolta dal fumo dove tutti i contorni sono confusi, un villaggio viene invaso da pietre che spuntano dal terreno, e una vecchia cicala guida il canto estivo dei suoi simili per poi smembrarsi e reincarnarsi in una nuova ibrida creatura. I confini tra la vita e la morte si fanno sempre più labili e incerti, e il mistero regna sovrano.
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Il mio nome è Emilia del Valle, scritto da Isabel Allende, pubblicato da Feltrinelli, data uscita 20/05/25.
Emilia del Valle Walsh nasce a San Francisco nel 1866. Sua madre, Molly Walsh, è una suora irlandese sedotta da un aristocratico cileno. Emilia cresce nel cuore di un umile quartiere messicano, diventando una giovane donna brillante e indipendente che sfida le norme sociali per perseguire la sua passione per la scrittura. Da giovanissima, inizia a scrivere romanzi d’avventura sotto lo pseudonimo di Brandon J. Price, ma la sua carriera decolla quando diventa editorialista al San Francisco Examiner. Emilia convince il suo editore a mandarla in Cile per coprire una guerra civile con interessi economici e politici statunitensi. Così, nel 1891, si ritrova a Santiago, una città sull’orlo del baratro. Ospite della (già nota ai lettori) mitica Paulina del Valle, vive gli scontri in prima linea, s’innamora e riprende contatto con il padre biologico in punto di morte. Emilia dovrebbe tornare a San Francisco, anche per coronare il suo amore, ma decide prima di voler vedere una piccola proprietà terriera, l’unica eredità lasciatale dal padre, nei pressi del lago Pirihueico, in una zona disabitata di inviolata bellezza naturalistica. Una storia di amore e guerra, di scoperta e redenzione, raccontata da una giovane donna coraggiosa che affronta sfide monumentali, sopravvive e si reinventa.
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Lo sbilico, scritto da Alcide Pierantozzi, pubblicato da Einaudi, data uscita 20/05/25.
«Il problema era che io aspettavo i corvi, e invece arrivavano i pensieri». Cosa accade quando la realtà si smaglia, e lascia entrare l’allucinazione? Quando la paura ti avvinghia e si accorcia il respiro? Quando l’unico modo che hai per stare al mondo è vivere su un precipizio, nello «sbilico» delle cose? Alcide Pierantozzi si è immerso in quel precipizio, e ne è uscito stringendo tra le mani un libro unico, letterario e ossessivo, capace di raccontarci per la prima volta in modo crudo e vero, “da dentro”, un male che è di molti. Una storia di una potenza disarmante, che urtica e lenisce insieme, e che una volta iniziata pretende di essere letta fino all’ultima parola. O bevuta fino all’ultima goccia, come una medicina. Alcide ha quarant’anni, a volte dorme ancora con sua madre, prende sette pasticche al giorno (cinque la mattina e due dopo cena), ed è considerato «un paziente lucido, vigile, collaborativo, dall’eloquio fluido». È un essere umano «difettoso» tra i tanti, ma i suoi difetti stanno tutti dentro quattro pagine di diagnosi controfirmate da uno dei più famosi psichiatri italiani: «disturbo bipolare», «spettro dell’autismo», «dissociazione dell’io», «antipsicotici», «pensieri di mancata autoconservazione»… Dal suo esilio in una cittadina dell’Abruzzo, dove ogni cosa sembra da sempre uguale a sé stessa, Alcide ci racconta il tempo melmoso delle sue giornate. Le ore in spiaggia, o a sfinirsi in palestra, dove va per riguadagnare in muscoli quello che ha perso in lucidità mentale. Soprattutto ci racconta – con tutta la chimica che ha in testa – cosa accade quando l’equilibrio psichico s’incrina: l’innesco della paranoia, la percezione che si sdoppia, il modo in cui il tempo fermo di un’attesa non è mai davvero fermo, perché è lì che arrivano i pensieri. Nel suo resoconto si alternano momenti di un “prima” a Milano, la città che da sola sembrava poterlo tenere in vita, e di un “prima ancora”, un’infanzia in cui tutto faceva già troppo male ma a salvarlo c’erano la nonna, la bicicletta, tutto uno zoo di animaletti di campagna. Nel presente, invece, c’è la vita con sua madre, che è insieme origine, scandaglio e unico argine possibile delle sue psicosi. E poi c’è l’ossessione per le parole: la ricerca quotidiana in biblioteca, nei dizionari, nei libri, dei termini esatti, che sappiano ridurre l’irriducibile, nominare l’innominabile. Questa è la storia di uno sperdimento, una storia che possiede il dono e la condanna di saper parlare davvero a chiunque. A chiunque, almeno una volta, non si sia riconosciuto nel proprio riflesso allo specchio; a chiunque abbia sentito la realtà passargli accanto come un vento laterale; a chiunque abbia messo in dubbio la fondatezza dei propri pensieri e dei propri desideri. Sono pagine brucianti, che Alcide Pierantozzi ha scritto come se il suo corpo fosse un sismografo, registrando il disagio psichico nella sua forma più pura, descrivendo la violenza – poetica e brutale – di una mente smarrita che cerca di trovare una stabilità impossibile, ma che sempre, sempre, prova a salvarsi. “Lo sbilico” dà voce a un bisogno collettivo fortissimo: quello di nominare con precisione il malessere psicologico, l’alienazione, la medicalizzazione e la solitudine. Un’impresa che può fare soltanto la grande letteratura. «Noi matti non abbiamo solo il diritto di essere soccorsi dai sani, ma anche il dovere di inceppare ogni giorno il mondo per metterlo in discussione ai loro occhi».
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Il meraviglioso ufficio postale di Toten, scritto da Asako Horikawa, pubblicato da Einaudi, data uscita 20/05/25.
Atmosfere incantate, realtà multidimensionali, una protagonista indimenticabile, coraggiosa e sognatrice, catapultata al confine fra due mondi. Un romanzo abitato dallo spirito di Miyazaki, che rilegge il Giappone moderno in chiave fiabesca. Abe Azusa è una giovane in cerca di lavoro. Contro ogni previsione, la singolare abilità nel trovare oggetti smarriti, inserita nel curriculum quasi per gioco, le frutta un impiego presso un misterioso ufficio postale in cima a una montagna. Un edificio che la gente della zona ritiene infestato dai fantasmi e i cui dipendenti sembrano usciti da una favola: lo scorbutico signor Aoki, addetto all’emissione di libretti postali dove si può controllare il proprio saldo karmico; il vecchio signor Toten, imbattibile nel recapitare la posta ai morti; lo sfuggente e palestrato Onizuka, un giovanotto che pare uscito da un fumetto della Marvel. Coinvolta in una spirale incalzante di eventi, Azusa non solo avrà la conferma che l’ufficio postale di Toten si trova in uno spazio surreale, ma scoprirà che la morte ha moltissime sfaccettature, e proprio per questo non è meno complessa della vita.
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La tata, scritto da Helena Echlin, pubblicato da Nord, data uscita 20/05/25.
Nessuno le crede, ma lei ne è convinta:
dalla morte della tata,
sua figlia non è più la stessa persona…
Charlotte è consapevole che Stella non è come le altre bambine di nove anni, ma per lei è perfetta così: irrequieta, iperattiva, spesso intrattabile, eppure brillante, con un’intelligenza vivace, a volte anche geniale. È sua figlia, e questo le basta per amarla con tutto il cuore. E poi c’è la loro giovane tata armena ad aiutarla. Fin dal primo giorno, Blanka ha instaurato un ottimo rapporto con Stella, e con il suo atteggiamento tranquillo e rassicurante è l’unica che riesce a gestirla senza problemi. Tuttavia, proprio adesso che Charlotte sta affrontando una seconda gravidanza difficile e stressante, Blanka si licenzia senza preavviso e, qualche tempo dopo, viene trovata morta affogata in una piscina. Un tragico incidente o un gesto volontario? Charlotte quasi non ha tempo per elaborare il lutto. Con il marito spesso fuori casa per lavoro, tutto il peso della famiglia ora ricade su di lei. Fortunatamente, ogni giorno che passa Stella sembra più pacata del solito. All’inizio Charlotte non può che esserne felice, ma ben presto ai suoi occhi il cambiamento della figlia appare sempre più strano. Stella comincia a replicare i gesti che erano tipici di Blanka, la sera prima di addormentarsi sussurra frasi in una lingua incomprensibile, spesso chiede di mangiare piatti dai nomi mai sentiti prima. E poi Charlotte fa la scoperta più inquietante: ogni notte, nel suo diario segreto, Stella scrive intere pagine in armeno… È lei che sta perdendo il contatto con la realtà o è la realtà che si è trasformata in un incubo? Mentre suo marito continua a ripeterle che si sta inventando tutto, Charlotte invece è convinta che Stella sia in pericolo e che solo lei possa salvarla…
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Enciclopedia dei sogni, scritto da Mohammad Tolouei, pubblicato da Bompiani, data uscita 21/05/25.
Ebrahim, trent’anni, accetta che la madre e la zia gli combinino un appuntamento al buio con una ragazza molto timida, Elham: per conoscersi meglio viaggeranno da Tehran a Isfahan e passeranno una notte insieme in albergo, fingendosi marito e moglie. Il vero scopo del viaggio di Elham, però, che Ebrahim scopre la mattina seguente, è trovare un esorcista che la liberi dai sogni inquietanti e ingarbugliati che la tormentano da sempre e hanno conseguenze pesanti sulla sua vita quotidiana. Isfahan si rivelerà una semplice tappa di un percorso più lungo e più tortuoso, che porterà i due fino alle spiagge del golfo persico, in una sorta di rocambolesca ricerca della verità più autentica tra due persone.
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L’Anna che verrà, scritto da Annalisa Menin, pubblicato da Giunti, data uscita 21/05/25.
È una torrida sera d’estate quando Anna chiama la sua migliore amica in preda a un attacco di panico. Non è l’ennesima disavventura sentimentale, ma qualcosa di molto più profondo, che ha scosso le fondamenta del suo essere. Adesso, alla soglia dei quarant’anni, Anna è di nuovo sola e terribilmente infelice. Non si riconosce più. Bisognosa di un cambio di prospettiva, decide di prendersi una pausa da tutto e di mollare il caos di New York. Torna nella tranquilla provincia veneta, in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato: Casa Bohemia, una romantica stazione ferroviaria in stile anni ’30. Tra un corso di giardinaggio e una sessione di filosofia, Anna ricomincia così a mettere insieme i pezzi della sua vita, facendo i conti con il suo passato ma anche con un’idea di futuro che non corrisponde più a ciò che aveva sognato da ragazza. E proprio come un giardino all’inglese, libero eppure controllato, ritroverà nell’imperfetta perfezione della natura un nuovo inizio. Perché non è mai troppo tardi per diventare chi si vuole essere e la relazione con noi stessi è quella più importante della nostra esistenza.
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L’inventario dei sogni, scritto da Chimamanda Ngozi Adichie, pubblicato da Einaudi, data uscita 27/05/25.
Chiamaka, una scrittrice di viaggio incrollabilmente romantica; Zikora, un’avvocata di successo amareggiata dagli inganni; Omelogor, un’esperta di finanza strattonata dalla propria coscienza; Kadiatou, un’immigrata piena di speranze infrante: quattro donne diverse ma tutte ugualmente in cerca – di giustizia, di riscatto, d’amore, delle infinite declinazioni del sogno. Attraverso le loro storie intrecciate, il nuovo attesissimo romanzo di Adichie ci conduce alle radici dell’amore, del potere, della felicità, e ci interroga sul prezzo che accettiamo di pagare per ottenerli. Nigeriana di nascita e americana di adozione, Chiamaka si porta appresso da sempre il nomignolo di Latteburro: è ricca, è bellissima, di mestiere viaggia comodamente da un posto all’altro scrivendo reportage leggeri sulla vita quotidiana nei luoghi del mondo. Ma che stia riferendo di un rave party a Budapest, delle rovine antiche e dei gabinetti moderni di Gede, o dei ristoranti rustici e un po’ razzisti di Skopje, l’obiettivo della sua ricerca rimane altrove: un essere umano che la conosca fino in fondo e per sempre. E allora il catalogo degli uomini della sua vita si va dilatando anno dopo anno: Darnell, Chuka, l’inglese, Luuk, Johan, uomini adoranti, uomini sprezzanti, un graal comunque irraggiungibile. Anche quando l’epidemia di Covid ferma i suoi spostamenti, ma non gli aneliti del suo cuore. Aneliti che la sua amata cugina Omelogor tratta con bonaria canzonatura. Maga della finanza nigeriana, capace di far lievitare fortune come di azzerarle, o ridistribuirle, Omelogor è volitiva, spigliata, caustica, critica del modello americano di esistenza e dell’approccio maschile alla sessualità, al quale dedica un blog ironico dal titolo “Per soli uomini”. Sembra del tutto padrona della sua vita, fino a quando non si trova a fare i conti con il lato oscuro di sé. Anche Zikora, la migliore amica di Chiamaka, sembrerebbe non aver bisogno di nulla. Organizzata, scostante, ambiziosa, affermata nel suo mestiere di avvocata, non è avvezza alla sconfitta in nessun campo. Senonché un imprevedibile abbandono rischia di annientare ogni sua certezza. La quarta donna della storia, Kadiatou, non ha nulla a che spartire con le altre tre: non è bella, non è ricca, non è colta; non può contare su una famiglia presente né sulla protezione della società. È un’immigrata francofona giunta negli Stati Uniti dalla nativa Guinea nel tentativo di offrire riscatto e futuro alla figlia Binta. Le sue speranze si infrangono in pochi minuti nella cieca violenza di un uomo potente e inattaccabile. Ma è proprio a lei e alle sue ali spezzate che Adichie regala il momento di più alto riscatto, in un abbraccio materno che supera gli umani fallimenti.
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Io che ti ho voluto così bene, scritto da Roberta Recchia, pubblicato da Rizzoli, data uscita 27/05/25.
Luca non ha neanche quattordici anni, ma ha una sensibilità silenziosa che lo rende diverso dai coetanei. Con i genitori e il fratello maggiore abita in una località di mare, dove tutto sembra immutabile: un posto sicuro che con la bella stagione si popola anno dopo anno. Un’estate una ragazza piena di vita diventa il suo primo sogno d’amore. Quando però lei scompare, e i carabinieri bussano alla loro porta, l’esistenza di Luca e dei suoi viene segnata per sempre. Per sottrarre lui, con la sua innocenza di bambino, all’ombra che si propaga inesorabile sulla famiglia, la madre gli riempie in fretta una valigia e lo mette su un treno con un biglietto di sola andata: al Nord lo aspettano lo zio Umberto, professore al liceo, e la zia Mara con le cugine. In un mondo diverso, lontanissimo da quello della sua infanzia, Luca prova a ricostruirsi, cresce e mette nuove radici, cercando di restituire un senso a parole come fiducia e appartenenza. A sostenerlo ci sono lo zio Umberto, che per lui dà tutto se stesso, e Flavia, una ragazzina determinata a fargli ritrovare la speranza nel futuro. Con la sua penna delicata e profonda, Roberta Recchia mette in scena relazioni intense, dialoghi vibranti, e una storia che ci tiene stretti fino all’ultima pagina. Un romanzo carico di grazia sulla possibilità di rinascere e di saper perdonare, con un protagonista che ci conquista e ci commuove da subito: perché la sua voce ci arriva con tutta la pienezza dei silenzi e delle verità sussurrate.
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Occhi di bambina, scritto da Marco Vichi, pubblicato da Guanda, data uscita 27/05/25.
Arianna ha sette anni quando la nonna le fa una domanda che potrebbe cambiare la vita di tutte e due: «Vuoi andare dalla mamma o vuoi stare qui?» Con i nonni Arianna sta bene, ha tantissimi giochi, può mangiare tutto quello che vuole e la notte può dormire in mezzo a loro nel lettone. Ma la mamma le manca…Siamo nel 1985, e inizia così l’avventura di una bambina che non sa ancora quale sarà la sua odissea. Si scontrerà con il mondo dei grandi e con i loro litigi, anche se riuscirà a vivere quel che una bambina dovrebbe sempre vivere: giochi, amicizie, scuola, stupore e scoperta. Ma sullo sfondo rimane la sensazione costante di essere provvisori, di non poter mettere radici da nessuna parte, di dover restare sempre all’erta, pronti a fuggire. Chissà perché poi… Cosa avrà fatto la mamma di così sbagliato, si chiede Arianna, per dover vivere con questa paura addosso? E chi è che la sta cercando? Un’incredibile storia vera raccontata con candore attraverso i ricordi di una bambina con un passato fuori dall’ordinario, un passato anche drammatico, che però non è riuscito ad avvelenarle l’anima. Un romanzo di rara intensità che esplora le fragilità e il coraggio dei più piccoli di fronte alle situazioni della vita, e la loro sorprendente capacità di trovare la luce nel buio.
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Tre giorni di giugno, scritto da Anne Tyler, pubblicato da Guanda, data uscita 27/05/25.
Mancano poche ore al matrimonio di sua figlia, ma le cose non vanno per niente bene per Gail Baines. Innanzitutto al lavoro non ottiene la promozione che sperava e le viene rinfacciato di essere poco empatica. Come se non bastasse, l’ex marito Max si presenta a casa sua. Porta con sé una gatta soriana e tanto senso dell’umorismo, ma gli mancano un vestito per la cerimonia e soprattutto un posto dove dormire. Mentre Gail cerca di restare lucida e di capire che cosa sta succedendo nella sua vita, la figlia Debbie scopre che il futuro sposo nasconde un segreto che potrebbe farle cambiare idea. All’alba del grande giorno, Max sembra più interessato al pranzo del ricevimento che al possibile annullamento del matrimonio. Gail invece è seriamente preoccupata. Riuscirà la giovane coppia a superare la crisi? E che impatto avrà la loro decisione sul tormentato rapporto tra Gail e Max?
Concentrata nell’arco di tre giorni, questa storia agrodolce di tradimenti, veri e presunti, di inciampi e di nuovi inizi, scorre leggera e ci mostra con ironia come accettare i sussulti della vita possa portare momenti di felicità inaspettata.
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Il nido, scritto da Catherine Chidgey, pubblicato da EO, data uscita 28/05/25.
Tama, una giovane gazza, è solo un pulcino indifeso quando viene salvato da Marnie, e in quel momento sarebbe potuta finire la sua storia. «Se mi tiene sveglio», minaccia Rob, il marito di Marnie, «gli dovrò torcere il collo». Ma con l’arrivo di Tama si presentano nuove possibilità per il futuro della coppia. La gazza sa parlare e la sua fama cresce rapidamente. Fuori, tra i pini, suo padre lo avverte della malvagità degli esseri umani, mentre dentro casa Marnie gli confida le violenze subite nel suo matrimonio. Più Tama osserva, più il mondo animale e quello umano si somigliano, in tutta la loro incertezza, speranza, brutalità e incomprensibilità. La gazza Tama è la vera protagonista di questa storia: figlio surrogato, coscienza, testimone, voce narrante comica, tragica e poetica. Anche se ciò che dice ad alta voce può sembrare spesso assurdo, il racconto che emerge è umano in maniera quasi inquietante. Il nido è il miglior libro di Catherine Chidgey: comico, profondo, poetico e incredibilmente autentico.
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Attraverseremo le bufere, scritto da Anne-Laure Bondoux, pubblicato da EO, data uscita 28/05/25.
Un’appassionante saga familiare dal respiro potente in cui i destini delle persone si mescolano alla grande storia in modo travolgente.
Questa è la storia che devo raccontarti, Willow. È la storia di una famiglia, di una casa e di un paese. Tutto inizia alla vigilia di una guerra mondiale, nella fattoria di un villaggio chiamata Les Chaumes. Finirà un secolo dopo, nello stesso posto. Tra queste due epoche, quattro generazioni che vivono qui, tormentate da segreti e fantasmi. Vedrai cambiare le stagioni, le abitudini, le leggi e i governi. Vedrai gli uomini innamorarsi, sognare in grande, andare in guerra e tornare senza parole e senza gloria. Un’appassionante saga familiare dal respiro potente in cui i destini familiari si mescolano alla grande storia in modo travolgente.
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Lascia che la vita accada, scritto da Sara Colombo, pubblicato da Ponte alle Grazie, data uscita 30/05/25.
Cosa fare quando il peso della vita diventa insostenibile, tanto da spingere a pensare che sarebbe meglio porre fine alla propria esistenza piuttosto che continuare a soffocare nel malessere e nell’incertezza? È questa la domanda che si pone Luca, il protagonista del romanzo, quando si risveglia su una barella in una sala di rianimazione, dopo aver tentato il suicidio. Da questo momento inizia per lui un percorso doloroso, ma anche di profonda trasformazione. Grazie al costante dialogo con il suo saggio alter-ego, all’incontro con una serie di persone che cambieranno la traiettoria della sua vita, al confronto-scontro con i genitori e alle sedute di psicoterapia, Luca intraprende un viaggio interiore che lo condurrà alla riscoperta di sé stesso e del suo equilibrio. Con uno stile che ricorda il realismo isterico dei grandi narratori postmoderni, Sara Colombo utilizza la scrittura come una lama capace di squarciare il buio della depressione e di guidarci nelle tenebre. L’autrice mescola il proprio vissuto alla finzione letteraria con acume, intelligenza e un profondo amore per le parole e per la musica, dando vita a una storia che esplora senza paura la sofferenza mentale e rivelando un talento narrativo di grande forza e sincerità.
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