È disumano.
È disumano che un’organizzazione terroristica come Hamas abbia assassinato 30 bambini israeliani. È dolore puro. È orrore. Il terrorismo non ha bandiere, non ha onore. E va fermato. Sempre.
Ma è ancora più disumano che uno Stato, che si definisce democratico, civile, occidentale come Israele ne ha eliminati 15.000 di bambini. Uno Stato riconosciuto, seduto nei consessi internazionali, che firma trattati e predica pace mentre semina morte.
È parliamo solo degli ultimi eventi perché se guardiamo più indietro nella storia, questo Stato non è stato certo un esempio di tolleranza e amore. Lo Stato di Israele ha condotto una politica di progressiva occupazione e insediamento nei territori palestinesi, Cisgiordania e Gaza, con pratiche che, secondo molte organizzazioni internazionali, hanno spesso violato i diritti umani. Case demolite, terre confiscate, mare proibito. Ci siamo dimenticati quando sparava sui pescatori che osavano superare la linea di mare concessa, dove logicamente troppo vicina alla terra non c’era molto pesce di cui nutrirsi, quando attaccava le navi che portavano rifornimenti nel 2009/10 o quando sparava sui coltivatori che avevano terreni vicino alla linea di confine. Uno stato con i soldi che piano piano ha comprato terreni e case buttando fuori i residenti, costringendoli a sempre più povertà e instabilità. Senza dimenticare l’operazione “piombo fuso” 2008-2009 anche con l’uso di fosforo bianco contro aree abitate da civili, già allora spinse il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a istituire una Commissione d’indagine i cui risultati furono resi noti nel settembre 2009, nella dichiarazione si leggeva che durante l’operazione militare Israele aveva reiteratamente violato i diritti umani della popolazione palestinese. Un lento strangolamento fatto di leggi, muri, check-point, umiliazioni quotidiane. Ma certo, lo chiamano “diritto all’autodifesa”. Si chiama apartheid, ma guai a dirlo. Fa brutto. Fa “antisemita” per gli ignoranti che non comprendono la differenza con l’antisionismo.
Questa era la cronaca di ogni giorno che Vittorio Arrigoni raccontava, con la sabbia di Gaza ancora nelle scarpe, mentre il mondo guardava altrove, in silenzio, con complicità o con comodo disinteresse. Rileggere i suoi articoli è spaventosamente rivelatore di ciò che sta accadendo. Lui lo diceva: “Restiamo umani. Noi invece siamo rimasti zitti.
E se andiamo ancora più indietro nella storia il quadro è ancora più oscuro e il velo cade del tutto. Non dimentichiamo la Nakba’, che significa “catastrofe” in arabo, che è stata la pulizia etnica dalle cui ceneri è nato 77 anni fa lo Stato di Israele, si riferisce l’esodo forzato della popolazione araba palestinese e alla distruzione di oltre 500 villaggi tra il 1947 e il 1949, lo stesso avvenuto anche anche all’indomani della guerra del giugno 1967.
Uno Stato nato sul trauma altrui, alimentato da un’ideologia, il sionismo, che ha trasformato un dolore reale in un’arma di conquista. E’ fondamentale distinguere tra l’ebraismo, come religione e cultura, e lo Stato di Israele. Non si confonda il popolo con un governo che si crede eletto da Dio. Chi si proclama popolo eletto per opprimere un altro popolo, ha imparato troppo bene la lezione dai suoi stessi carnefici, solo invertendo i ruoli. Lo Stato nato dalla Shoa, lo Stato nato dopo lo sterminio degli ebrei compie lo sterminio dei palestinesi.
Lo ripeto per essere più chiara possibile, gli ebrei non c’entrano. La religione ebraica non c’entra, qui si parla di uno Stato. Uno Stato sionista che ha fatto del fanatismo la propria bussola politica. Uno Stato che oggi assomiglia sempre di più a quello che dice di aver sconfitto nel ‘45: un’ideologia di superiorità razziale, nazionalismo esasperato, annientamento dell’altro in nome della “terra promessa”. Solo che lì era Hitler, qui è Netanyahu, ma il principio è lo stesso, siamo il popolo eletto, tutto ci è concesso.
Qui il discorso si fa scivoloso, perché quando la politica si ammanta di teologia, e si invoca Dio per giustificare le proprie azioni, la storia ci insegna che le conseguenze sono quasi sempre tragiche. Ma attenzione anche a non cadere nell’errore opposto: quello di demonizzare un intero popolo o una fede.
Chi brandisce Dio per distruggere, non crede in Dio. Non è fede, è interesse, è potere, è finanza. Se quello di Israele non fosse uno Stato ricco e armato fino ai denti, sarebbe già stato processato dalla storia. Il popolo palestinese è un popolo sacrificabile, che non ha santi in paradiso. Oggi la storia si scrive coi droni, non coi libri, e le immagini sono davvero tragiche, dolorose e dovrebbero tormentarci. E chi appoggia questa “operazione” disumana è disumano, è complice. E l’Italia e la Germania sembrano sempre uniti ma dalla parte sbagliata.
Ma che dio è questo? Ah vero, è il dio della bibbia. Chi l’ha letta sa. Quel Dio della Bibbia che, a quanto pare, assegna lotti di terreno come un notaio divino. Ma davvero un Dio giusto consegnerebbe una terra a un popolo ordinandogli di sterminarne un altro? O siamo di fronte all’ennesimo abuso edilizio travestito da rivelazione sacra? Dietro la parola “Dio” si nasconde spesso una banca. Un potere. Un’industria bellica.
Dio è morto.
E se Dio, per citare Nietzsche, è davvero morto, allora la responsabilità di ciò che accade è tutta nostra. Ed è con i mezzi della storia, della ragione e della politica che dobbiamo affrontarla.
E allora, sì: Dio è morto. Ma non l’hanno ucciso i terroristi. Non l’ha ucciso l’odio. L’ha ucciso la politica. L’ha ucciso il denaro. L’ha ucciso l’ipocrisia di chi, mentre conta i morti, stabilisce chi valga la pena piangere e chi no.
Condivido un pezzo della Bibbia, per capire le origini. Non ci sarà mai un Dio che parla di violenza che possa farsi amare da me. E spero che dopo i palestinesi non tocchi ai cristiani.
Numeri 31
Guerra santa contro Madian
1Il Signore disse a Mosè: 2“Compi la vendetta degli Israeliti contro i Madianiti, poi sarai riunito ai tuoi antenati”. 3Mosè disse al popolo: “Mobilitate fra di voi uomini per la guerra e marcino contro Madian per eseguire la vendetta del Signore su Madian. 4Manderete in guerra mille uomini per tribù di tutte le tribù d’Israele”. 5Così furono forniti, dalle migliaia d’Israele, mille uomini per tribù, cioè dodicimila uomini armati per la guerra. 6Mosè mandò in guerra quei mille uomini per tribù e con loro Pincas, figlio del sacerdote Eleazaro, il quale portava gli oggetti sacri e aveva in mano le trombe dell’acclamazione. 7Marciarono dunque contro Madian come il Signore aveva ordinato a Mosè, e uccisero tutti i maschi. 8Uccisero anche, oltre i loro caduti, i re di Madian Evi, Rekem, Sur, Ur e Reba cioè cinque re di Madian; uccisero anche di spada Balaam figlio di Beor. 9Gli Israeliti fecero prigioniere le donne di Madian e i loro fanciulli e depredarono tutto il loro bestiame, tutti i loro greggi e ogni loro bene; 10appiccarono il fuoco a tutte le città che quelli abitavano e a tutti i loro attendamenti 11e presero tutto il bottino e tutta la preda, gente e bestiame. 12Poi condussero i prigionieri, la preda e il bottino a Mosè, al sacerdote Eleazaro e alla comunità degli Israeliti, accampati nelle steppe di Moab, presso il Giordano di fronte a Gerico.Massacro delle donne e purificazione del bottino
13Mosè, il sacerdote Eleazaro e tutti i principi della comunità uscirono loro incontro fuori dell’accampamento. 14Mosè si adirò contro i comandanti dell’esercito, capi di migliaia e capi di centinaia, che tornavano da quella spedizione di guerra. 15Mosè disse loro: “Avete lasciato in vita tutte le femmine? 16Proprio loro, per suggerimento di Balaam, hanno insegnato agli Israeliti l’infedeltà verso il Signore, nella faccenda di Peor, per cui venne il flagello nella comunità del Signore. 17Ora uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che si è unita con un uomo; 18ma tutte le fanciulle che non si sono unite con uomini, conservatele in vita per voi. 19Voi poi accampatevi per sette giorni fuori del campo; chiunque ha ucciso qualcuno e chiunque ha toccato un cadavere si purifichi il terzo e il settimo giorno; questo per voi e per i vostri prigionieri. 20Purificherete anche ogni veste, ogni oggetto di pelle, ogni lavoro di pelo di capra e ogni oggetto di legno”.21Il sacerdote Eleazaro disse ai soldati che erano andati in guerra: “Questo è l’ordine della legge che il Signore ha prescritto a Mosè: 22L’oro, l’argento, il rame, il ferro, lo stagno e il piombo, 23quanto può sopportare il fuoco, lo farete passare per il fuoco e sarà reso puro; ma sarà purificato anche con l’acqua della purificazione; quanto non può sopportare il fuoco, lo farete passare per l’acqua. 24Vi laverete le vesti il settimo giorno e sarete puri; poi potrete entrare nell’accampamento”.
P.S. I Medianiti erano cugini perché discendenti di Madin figlio di Abramo, come Isacco e Ismaele. Praticamente si ammazzavano per il territorio tra parenti.