Le piazze sono piene. Era ora.
Uno sciopero generale, sacrosanto, e finalmente tornano a farsi vedere le persone di coscienza, chi non ha dimenticato cosa significhi la parola umanità. Non tutto è perduto.
Intanto, la marina israeliana ha bloccato le navi della flottiglia. Navi cariche di aiuti, di uomini e donne disarmati. Alcuni commentatori, da giorni, ripetono che quell’operazione è stata inutile. No. Non era inutile. Era un atto di dignità. Era il gesto di chi non si gira dall’altra parte di fronte a un popolo umiliato, schiacciato, martoriato.
Dopo il 7 ottobre, un attacco terroristico terribile, nessuno discute questo. Ma la risposta di Israele non è stata la difesa di uno Stato democratico: è stato il comportamento di uno Stato criminale. Duecentomila morti, città rase al suolo, scuole, ospedali distrutti. Questo non è “guerra”. Le guerre si combattono tra eserciti. A Gaza non c’è un esercito. Ci sono donne, bambini, anziani, due milioni di persone intrappolate da anni in una prigione a cielo aperto.
E siamo arrivati a vietare perfino un biscotto, un vasetto di marmellata dentro gli aiuti umanitari. È il punto più basso che si possa immaginare. Vietare a un bambino un biscotto quando a fame e sete. Non ci sono parole.
Dal 2007 Israele decide cosa entra e cosa esce da Gaza. Ha sequestrato perfino il mare ai suoi abitanti, è stato vietato anche di fare il bagno, sembra incredibile, ma è vero, basta leggere negli archivi gli articoli del tempo. E ci sono ancora politici che parlano di “operazione inutile”?
Il diritto internazionale è stato calpestato nel momento stesso in cui quelle navi, in acque internazionali, sono state sequestrate con la forza e gli attivisti rapiti. Ma il nostro Ministro degli Esteri, con leggerezza imbarazzante, ha detto che il diritto internazionale vale “fino a un certo punto”. È un analfabeta istituzionale, politico, morale.
E la Presidente del Consiglio ha avuto il coraggio di dire che non avrebbe mandato l’aereo di Stato per riportare a casa i nostri connazionali della flottiglia. Come se l’aereo di Stato fosse cosa sua, non pagata dai cittadini italiani. Abbiamo usato quell’aereo per rimpatriare Almasri, un torturatore e assassino di bambini, ma non per chi porta cibo. È indegno.
La flottiglia non voleva sfamare Gaza con qualche pacco di viveri. Voleva svegliare i governi, inchiodarli alle loro responsabilità. È stata un’azione morale, prima che politica. Un segnale che dice: “noi non siamo complici”.
Le rivoluzioni non nascono dai carri armati, nascono dalle idee. Da piccoli gesti che incrinano il muro dell’indifferenza. Quelle barche, come le piazze di oggi, sono un seme di speranza.
E c’è una sola raccomandazione da fare, restate pacifici. Non cadete nelle provocazioni, prendete esempio dagli attivisti della Flotillia, restate pacifici e se vedete violenti emarginateli, denunciateli subito, non lasciate che cento violenti distruggano la dignità di migliaia di persone in piazza. La dignità di chi oggi, finalmente, ha avuto il coraggio di dire basta.