Buchi bianchi è il nuovo saggio di Carlo Rovelli, pubblicato il 3 marzo 2023, da Adelphi. Un viaggio in cui il fisico accompagna per mano il lettore non solo attraverso la scienza consolidata e accertata, ma anche attraverso quella che, basandosi sulla rigorosa logica matematica, si addentra in ipotesi e congetture su strane realtà che potrebbero popolare il nostro universo e della cui esistenza non siamo ancora certi.
“Provo a raccontare come sono fatti i buchi neri, che vediamo nel cielo a centinaia. Cosa accade sul bordo di queste strane stelle, l’orizzonte, dove il tempo appare rallentare fino a fermarsi e lo spazio sembra strapparsi. Poi giù, dentro, nelle regioni più interne, fin dove tempo e spazio si sciolgono. Fin dove è come rimbalzare indietro nel tempo. Fin dove nascono i buchi bianchi.”
Carlo Rovelli è famoso non solo come fisico per i suoi contributi alla teoria della gravità quantistica, ma anche come grande divulgatore scientifico. Nei suoi libri, egli si propone di avvicinare il grande pubblico ai problemi più grandi della Fisica, come la natura della gravità, lo spazio-tempo, la teoria dei buchi neri e le ultime frontiere della ricerca scientifica. La prosa divulgativa di Rovelli è caratterizzata da una chiarezza esemplare che non sacrifica la profondità della sua conoscenza scientifica e delle sue riflessioni filosofiche sul pensiero, la conoscenza e la vita umana.
« Non lo so se l’idea che i buchi neri finiscano la loro lunga vita trasformandosi in buchi bianchi sia giusta. È il fenomeno che ho studiato in questi ultimi anni. Coinvolge la natura quantistica del tempo e dello spazio, la coesistenza di prospettive diverse, e la ragione della differenza fra passato e futuro. Esplorare questa idea è un’avventura ancora in corso. Ve la racconto come in un bollettino dal fronte. Cosa sono esattamente i buchi neri, che pullulano nell’universo. Cosa sono i buchi bianchi, i loro elusivi fratelli minori. E le domande che mi inseguono da sempre: come facciamo a capire quello che non abbiamo mai visto? Perché vogliamo sempre andare a vedere un po’ più in là…? ». Carlo Rovelli
Recensione “Buchi Bianchi”
In queste poche pagine, l’autore riesce a racchiudere se stesso sia come studioso che come essere umano: la sua sensibilità, le sue ossessioni, il suo passato e il suo futuro. Il successo travolgente di Rovelli è dovuto soprattutto alla sua straordinaria capacità di esplorare, con precisione, incanto e poesia, le domande più affascinanti della fisica, senza lasciarsi intrappolare nei pesanti orpelli della divulgazione scientifica, che spesso riducono la bellezza della scienza.
Fino a poco tempo fa, i buchi neri erano solo teorie matematiche della relatività di Einstein e non erano mai stati osservati. Oggi invece sono stati fotografati dagli scienziati e sono presenti in ogni galassia, con la loro forte forza gravitazionale che blocca anche la luce. Ma cosa succederà con i buchi bianchi? Esisteranno davvero? Anche se Rovelli ha molti dubbi, spera che esistano e ci parla delle sue intuizioni e riflessioni su di essi in questo libro, accompagnato da Dante, ci porta nel mondo della fisica oltre i limiti della conoscenza, come fece il poeta fiorentino nella Divina Commedia.
Il libro si divide in tre parti.
La prima parte del libro racconta brevemente la storia dei primi sviluppi della teoria della relatività generale, che hanno portato all’idea dei buchi neri. Anche se questi oggetti erano previsti dalla teoria, la loro esistenza non era affatto sicura e ci sono voluti molti anni prima che fossero confermati dalla scienza. Infatti, ancora nel 2000, quando l’autore si è trasferito in Francia, il Direttore di Dipartimento dell’Università di Marsiglia era molto scettico sulla loro esistenza.
“Come lo sappiamo, se nessuno è ancora andato a vedere ed è tornato a raccontarcelo? Lo sappiamo perché l’interno del buco nero è descritto dalle equazioni di Einstein. Fino a che non succeda qualcosa che ci spinga a dubitarne, non abbiamo ragione di non fidarci di queste equazioni, le cui predizioni – spettacolari e inaspettate – sono state finora tutte verificate. Queste equazioni sono la nostra buona guida: come il dolce Virgilio – tu duca, tu segnore e tu maestro – ci indicano il cammino scendendo giù, sempre più giù nel cieco mondo.”
Nella seconda parte del libro si parla di come Rovelli e il fisico Hal Haggard abbiano immaginato l’esistenza di oggetti fisici opposti ai buchi neri, chiamati buchi bianchi. Questa è solo un’ipotesi molto interessante e fantasiosa, poiché non siamo in grado di osservare la differenza tra i buchi neri e i buchi bianchi. Rovelli e Haggard hanno cercato di estendere il campo delle possibilità scientifiche e questo rende la loro teoria molto intrigante.
“Se arrivato in fondo alla sua corsa un buco nero rimbalza e ripercorre all’indietro nel tempo la sua storia precedente, come un pallone da basket che rimbalza, allora… si è trasformato in un buco bianco.”
Nella terza parte del libro, Rovelli parla di alcuni temi che lo hanno reso famoso tra il grande pubblico, come il tempo, l’entropia e l’informazione, utilizzando un approccio chiamato “relazionale”. Qui, Rovelli cerca di spiegare l’idea che ci potrebbero essere oggetti simili ai buchi neri, ma con una variabile temporale invertita. L’idea principale è quella di relativizzare il tempo, in modo che il passato e il futuro siano visti in modo diverso rispetto alla concezione comune. Questo è ciò che Rovelli considera la lezione principale della relatività generale.
“Comunque si sia formato, la materia sprofonda e raggiunge rapidamente il centro. Qui la struttura quantistica dello spazio e del tempo le impedisce di schiacciarsi ulteriormente. È diventata una stella di Planck, che rimbalza e inizia a esplodere.”
In attesa di conferme sperimentali, la scienza applica la sua più importante legge: «Andare a curiosare dove non siamo mai stati. Usando matematica, intuito, logica, immaginazione, ragionevolezza». E’ Rovelli la applica riscoprendo l’importanza filosofica della fisica, com’era in origine, e cercando di ricucire la separazione tra le due discipline, fisica classica e fisica teorica. Grazie alla sua abilità di comunicazione, riesce a spiegare anche i concetti più complessi in modo chiaro e accessibile a tutti. Inoltre, la sua passione per la letteratura gli consente di offrire una narrazione coinvolgente della sua ricerca e di farci sentire parte della sua avventura alla scoperta delle frontiere della conoscenza scientifica.
“Facciamo sempre l’errore di pensarci diversi dal mondo attorno a noi, pensiamo di guardarlo dal di fuori. Ci dimentichiamo che siamo come le altre cose. Che guardiamo le cose essendo come loro.
Per questo ogni indagine sulle cose finisce per toccarci da vicino.
Anche quando cerchiamo di capire i buchi bianchi, non siamo pura ragione, non siamo parte di un mondo diverso dagli oggetti che cerchiamo di capire. Siamo processi guidati dalle stesse stelle.”
Aprendo uno qualsiasi dei libri di Rovelli, e questo non fa eccezione, si rimane incantati dalla sua prosa chiara e delicata, Carlo Rovelli è un prestigiatore della scienza e se siete interessati alla scienza e allo stesso tempo desiderate immergervi in un’opera di valore letterario questo libro fa per voi.
Incipit di “Buchi Bianchi“
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L’inizio è il passo difficile. Le prime parole aprono uno spazio. Come il primo sguardo della ragazza di cui stiamo per innamorarci: una vita si gioca nell’accenno di un sorriso. Ho esitato prima di iniziare a scrivere. Andavo a passeggiare nel bosco dietro casa, qui in Canada, non so ancora bene dove andrò.Da qualche anno la mia ricerca si è concentrata sui buchi bianchi, elusivi fratelli minori dei buchi neri. Questo è il mio libro sui buchi bianchi. Provo a raccontare come sono fatti i buchi neri, che vediamo nel cielo a centinaia. Cosa accade sul bordo di queste strane stelle, l’orizzonte, dove il tempo appare rallentare fino a fermarsi e lo spazio sembra strapparsi. Poi giù, dentro, nelle regioni più interne, fin dove tempo e spazio si sciolgono. Fin dove è come rimbalzare indietro nel tempo. Fin dove nascono i buchi bianchi.
E’ il racconto di una avventura in corso. come ogni inizio di viaggio, non so bene dove porterà. a quel primo sorriso non posso chiedere dove andremo a vivere insieme… ho in mente un piano di volo: arriviamo sul bordo dell’orizzonte. entriamo. scendiamo fino in fondo. attraversiamo il fondo – come alice lo specchio –, riemergiamo nel buco bianco. ci chiediamo cosa accade se il tempo torna indietro… usciamo infine a riveder le stelle, le stesse nostre stelle, dopo un tempo che è qualche attimo e insieme milioni di anni. o il tempo di leggere le poche pagine di questo libro. mi seguite?Marsiglia. Hal è nel mio studio, in piedi davanti alla lavagna. Sono seduto alla scrivania, nella grande sedia che si inclina, i gomiti sul tavolo, gli occhi puntati su di lui. Dalla finestra entra la luce tersa e abbagliante del Mediterraneo. Inizia così la mia avventura con i buchi bianchi.