Attenti all’intrusa! è un romanzo rosa scritto da Sophie Kinsella, pubblicato in Italia il 19 ottobre 2021 da Mondadori, traduzione di Stefania Bertola. Una commedia sui delicati meccanismi che regolano i rapporti familiari, la storia di Effie che, durante il weekend più rocambolesco della sua vita, inizia a vedere le cose sotto una nuova luce e capisce che deve fare i conti con il suo passato.
“Ho bisogno delle mie bambole russe. Non è una questione di “volerle”, io ne ho bisogno. Se chiudo gli occhi, le vedo perfettamente, sento il loro lieve odore di legno e di casa. Una ha una crepa in testa perché Gus me l’ha tirata addosso durante un litigio. Un’altra ha una macchia blu di pennarello sul grembiule a fiori. Un’altra ancora ha un punto scolorito dall’acqua da quella volta che ho provato a usare la testa come tazza. Tutte amatissime, tutte preziose. Il pensiero di non toccarle mai più, di non tenerle mai più fra le mani, di non vedere mai più i loro visini così familiari mi causa un autentico senso di panico.”
È passato un anno e mezzo da quando i genitori di Effie hanno divorziato e lei, che credeva fossero una coppia felice, ancora non si capacita che sia potuto succedere. Da allora ha progressivamente preso le distanze da suo padre che sta con una donna molto più giovane di lui, Krista, postando foto imbarazzanti su Instagram con hashtag del tipo: #sessoasessantanni e #vivailviagra!. Quando poi Effie scopre che i due hanno venduto la vecchia e stravagante casa di famiglia dove lei è cresciuta e, come se non bastasse, hanno organizzato un party esclusivo per l’occasione, è davvero furiosa. Sua sorella e suo fratello accettano l’invito – quei traditori! – ma lei non intende andarci, finché non le viene in mente che, nascoste sopra un camino, ci sono ancora le sue preziose bambole russe: Effie deve assolutamente trovare il modo di recuperarle senza farsi vedere durante la festa. Sembra un gioco da ragazzi, ma non lo è. Le matrioske sono introvabili e mentre lei le cerca affannosamente, nascondendosi di volta in volta in posti improbabili, si ritrova a tu per tu con Joe, l’ex fidanzato di cui è ancora innamorata, e ascolta suo malgrado conversazioni private scoprendo verità sconcertanti sulla sua famiglia…
“È come se la personalità di mio padre fosse cambiata, proprio come i suoi vestiti e la faccia con la crema abbronzante. Non gli importa più delle cose di cui gli importava prima. E mi manca tanto il mio papà di una volta, mi manca da morire. Quello a cui chiedevo consiglio quando avevo qualche problema in casa. Con cui scherzavo su WhatsApp a proposito delle ultime notizie. A cui mandavo la foto della lista dei vini dal ristorante per chiedergli: “Quale ordiniamo?”, aspettando la sua risposta scherzosa, “Il secondo meno caro, naturalmente”, che precedeva sempre un buon consiglio.
Non ho mai capito quegli articoli o programmi sulle famiglie che non vanno d’accordo. Mi chiedevo: “Ma come può succedere?”. E adesso la mia è così. E ogni volta che mi concedo di pensarci, provo un fremito di orrore profondo.”
Le recensioni sono quasi tutte positive per questo nuovo romanzo, anche se alcuni fan di Kinsella preferiscono i suoi vecchi scritti. E poi c’è chi non la sopporta, infatti questa autrice o si ama o si odia, già il genere rosa e chick lit non è tra i più amati, in più l’autrice solitamente aggiunge una quantità di situazioni e protagoniste surreali non da tutti gradite. Non resta che leggerlo.
“Forse la nostra famiglia ha cambiato forma. Forse le cose non sono esattamente come una volta. E forse in futuro cambieranno ancora di più. Ma qualunque cosa succeda, noi saremo ancora noi.”
Diciotto mesi dopo
Ho avuto un’esperienza extracorporea esattamente tre volte in tutta la mia vita.
La prima è stata quando i miei genitori ci hanno detto che avrebbero divorziato, bum, così dal nulla, senza motivo, per quello che ne sapevo io.
La seconda è stata quando mio padre ha annunciato che aveva una nuova ragazza, Krista, dirigente del settore vendite di una ditta di abbigliamento sportivo, conosciuta in un bar.
La terza sta succedendo proprio adesso.
«Mi hai sentita?» chiede ansiosa Bean. «Effie? Hanno venduto Greenoaks.»
«Sì» le rispondo con voce assurdamente gracchiante. «Sì, ti ho sentita.»
È come se stessi volando alta nel cielo e da lassù mi guardassi. Eccomi, appoggiata al muro del numero 4 di Grosvenor Place, Mayfair, con la mia uniforme da cameriera, la testa voltata in modo da evitare il sole, gli occhi chiusi.
Venduta. Venduta. Greenoaks. In mano a estranei.
È sul mercato da un anno. Avevo quasi cominciato a credere che ci sarebbe rimasta per sempre. Al sicuro, nascosta tra gli annunci immobiliari. Invenduta.
«Effie? Ephelant? Stai bene?»
La voce di Bean penetra nei miei pensieri e io torno alla realtà. Rientro nel mio corpo. Qui sul marciapiede, dove non dovrei affatto essere. Il catering Salsa Verde non incoraggia il personale a prendersi delle pause telefonata. O pause bagno. O nessun altro genere di pause.
«Sì. Certo! Sto benissimo.» Raddrizzo la schiena e faccio un bel respiro. «Cioè, Dio mio, in fondo è una casa. Non è una tragedia.»
«Be’, in un certo senso lo è. Siamo cresciuti lì. Se tu fossi un po’ sconvolta sarebbe comprensibile.»
Sconvolta io? E chi lo dice?
«Bean, non ho tempo» ribatto subito. «Sto lavorando. Hanno venduto la casa. Okay. Possono fare quello che gli pare. Sono sicura che Krista ha già scelto la sua villa di lusso in Portogallo. Immagino che comprenda una cabina-gioielli per tutti i ciondoli dei suoi braccialetti. Ah, scusa, com’è che li chiama lei? I suoi ninnoli.»
Attraverso l’etere, mi arriva il fremito di riprovazione di Bean. Noi due abbiamo opinioni diverse su parecchi argomenti, dai reggiseni a balconcino alla crema pasticcera, ma soprattutto sull’argomento Krista. Il problema di Bean è che è troppo gentile. Avrebbe dovuto intraprendere la carriera diplomatica. Lei cerca di vedere qualcosa di buono in Krista. Mentre io vedo semplicemente Krista.
La mia mente è attraversata in automatico da immagini della ragazza di mio padre: bionda, denti bianchi, abbronzatura artificiale, bassotto fastidioso. La prima volta che l’ho vista sono rimasta senza parole. Era così giovane. Così… diversa. Già ero stupefatta che mio padre avesse una ragazza in generale. Ma quella.
Ho cercato di farmela piacere. O almeno di essere educata. Ci ho davvero provato, sul serio. Ma è impossibile. E così… ho preso la strada opposta.
«Li hai visti oggi su Instagram?» Non posso fare a meno di girare il coltello nella piaga, e Bean sospira.
«Te l’ho già detto, non guardo.»
«Ma dovresti! È una foto favolosa di papà e Krista insieme immersi nel bagno schiuma, con una coppa di champagne in mano, hashtag #sessoasessantanni. Carino, vero? Perché me lo chiedevo proprio se papà facesse sesso, e adesso lo so. Meno male che ho avuto la conferma. Anche se Krista ha poco più di quarant’anni, no? Non dovrebbe sentirsi rappresentata… Ah, e lui si è di sicuro messo l’autoabbronzante.»
«Non guardo» ripete Bean in quel suo modo calmo e deciso. «Ma ho parlato con Krista. A quanto pare, faranno una festa.»
«Una festa?»
«Sì, per il trasloco. L’occasione per salutare la casa, immagino. Sarà un grande party. Abito da sera, catering, tutto quanto.»
«Abito da sera?» ripeto incredula. «Cos’è, un’idea di Krista? Pensavo che avrebbe speso tutto per la villa, non per una festa pretenziosa. E quando sarebbe?»
«Ecco, il punto è quello» dice Bean. «A quanto pare la trattativa era in corso già da un po’, solo che papà non aveva detto niente a nessuno per paura che andasse male. Perciò ormai ci siamo quasi. Mercoledì dovrebbero firmare e la festa è sabato prossimo.»
«Firmano mercoledì?» Ho un vuoto allo stomaco. «Ma è… è…»
Presto. Troppo presto.
Chiudo di nuovo gli occhi, mentre le notizie si scontrano dentro di me e ogni rimbalzo è una fitta dolorosa. Non posso fare a meno di tornare con il pensiero al giorno in cui il nostro mondo è cambiato per sempre. Seduti in cucina con il bicchiere di vin brûlé, felici, al sicuro, senza la minima idea della bomba che stava per scoppiare.
Naturalmente, ripensandoci i segnali c’erano. Le mani irrigidite di Mimi. Gli occhi lucidi di papà. Quegli sguardi cauti che continuavano a scambiarsi. Perfino l’albero di Natale in scala ridotta acquisiva un significato.
Ma non è che vedi un albero di Natale piccolo e automaticamente pensi: “Aspetta un po’… albero piccolo… scommetto che i miei divorziano!”. Non ne avevo la minima idea. Tutti dicono: “Però avresti dovuto accorgerti di qualcosa”. Ma no, sinceramente, no.
Perfino adesso, ogni tanto quando mi sveglio passa qualche istante di beata inconsapevolezza prima che ricordi tutto all’improvviso. Mimi e papà hanno divorziato. Papà esce con Krista. Mimi vive in un appartamento a Hammersmith. La vita che conoscevamo è finita.
E poi naturalmente si aggiungono anche tutti gli altri elementi catastrofici della mia vita. Non soltanto i miei si sono lasciati, è tutta la famiglia che in pratica si è sfasciata. Sono impegnata in una faida sistematica con Krista. Non parlo più con mio padre. Sono stata licenziata mesi fa. Non ho più la mia vita in pugno. Mi sembra di essere avvolta nella nebbia. A volte mi sento come se fosse morto qualcuno, solo che nessuno ha mandato dei fiori.