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SEI QUI: Home » Libro Caffè » Autori Libri » Riccardi Roberto » La notte della rabbia di Roberto Riccardi – (Recensione)
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La notte della rabbia di Roberto Riccardi – (Recensione)

6 Ottobre 2017Updated:4 Febbraio 2023Nessun commento8 Mins Read
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Roberto Riccardi – La notte della rabbia

La notte della rabbia, un romanzo del colonnello dei carabinieri Roberto Riccardi, che vi porterà alla scoperta di questo noir sullo sfondo degli Anni di Piombo. Il romanzo è pubblicato da Einaudi all’interno della collana Stile Libero Big.

«Una cosa che Leone amava del proprio lavoro era la possibilità di limitare le conversazioni all’essenziale. Berardi non si era neppure sognato di chiedergli la meta, l’avrebbe saputa al momento opportuno. Avevano una pista, il resto era contorno»

Roma, 1974. I terroristi delle Sap hanno rapito il professor Marcelli, astro nascente della politica nazionale. Le indagini che il colonnello dell’Arma Leone Ascoli avvia insieme al giudice Tramontano si presentano subito complesse. L’unico appiglio è la presenza di una testimone. Come se non bastasse, alla porta dell’ufficiale bussa «Bepi», un ex partigiano che gli ha salvato la vita ad Auschwitz: l’uomo gli comunica che l’aguzzino del campo si trova in città sotto falso nome e gli chiede di consegnarglielo. Il problema è che l’ex SS è diventato un agente doppio, in bilico fra le due anime di una Germania divisa dalla conferenza di Yalta. Intanto le Sap lanciano un ultimatum: o lo Stato libera il loro capo, o Marcelli verrà giustiziato. Per Ascoli sono ore drammatiche. Nella sua mente passato e presente si rincorrono, e sono molte le cose con cui si trova a fare i conti: prima fra tutte la sua coscienza.

“La metropoli era un ventre sconfinato pronto ad accogliere e nascondere, una teoria di potenziali rifugi per gli artefici del male.
Con gli occhi della mente vide persone al risveglio nelle loro case, intente magari a sorseggiare il caffè. Tanti dovevano osservarli dal televisore, i cameraman della Rai riprendevano senza sosta la scena. Da qualche parte c’erano anche i terroristi, a gioire del successo e scaricare la tensione dell’azione recente. Quel pensiero serví a scuoterlo. Bisognava agire, stanare gli assassini.”

Riccardi narra la vicenda da vari punti di vista e tiene in equilibrio un intreccio di elementi differenti: il terrorismo degli anni ’70;  il rapimento di un ministro, che ricorda quello di Aldo Moro; politica e spionaggio; nazismo e olocausto. Sembrerebbe che ci sia troppa carne al fuoco, invece tutto risulta fluido ed essenziale e lo fa senza tralasciare le vicende personali dei protagonisti, le loro emozioni, i dubbi, le incertezze, i sogni, offrendo anche uno sguardo sulla loro quotidianità, che appartiene a tutti noi e che fa ciò che siamo. Credo che la grande protagonista di questo romanzo sia la memoria: quella storica, da non perdere mai e quella personale che a volte conviene lasciare andare per poter tornare a vivere.
Inizialmente ho fatto leggermente fatica a memorizzare nomi e gradi, però superati i primi capitoli tutto ha iniziato a scorrere piacevolmente. Una lettura decisamente consigliata a chi ha vissuto quegli anni nel pieno della loro drammaticità, a chi, ai tempi, era solo un ragazzo e vuole fare un salto nel tempo con un occhio più maturo, a chi non era ancora nato, per comprendere meglio, ma soprattutto a chi si vuole gustare un buon giallo investigativo.

«Leone divaricò le gambe sino ad allineare i piedi alla larghezza delle spalle, poi si inarcò leggermente per fissare il baricentro nell’ombelico, la posizione più comoda. Mosse in cerchio la testa per rilassare i muscoli del collo, aprì e chiuse le mani a turno. Non erano sudate e quello contava, al momento opportuno non lo avrebbero tradito. Solo allora guardò davanti a sé. A venti metri c’era la sagoma, la parte superiore del corpo di un uomo. La osservò con più attenzione. Le opzioni erano due: la testa o lo spazio fra il petto e lo stomaco, chiamato «bersaglio grosso». A una certa distanza è la scelta migliore, è più facile colpirlo, ma presenta profili di rischio. Se l’avversario indossa un giubbetto antiproiettile la fine è già scritta, sarà lui a beccarti prima che tu possa mirare di nuovo».

Roberto Riccardi è nato a Bari, nel 1966, Colonnello dell’Arma e giornalista, direttore della rivista “Il Carabiniere”, vive a Roma. Ha lavorato per anni in Sicilia e Calabria e ha comandato la Sezione antidroga del Nucleo investigativo di Roma, svolgendo indagini nel campo internazionale. Attualmente dirige il Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. Ha esordito nel 2009 con Sono stato un numero (Giuntina), biografia di un sopravvissuto ad Auschwitz. Ancora sui lager il romanzo storico La foto sulla spiaggia (Giuntina, 2012). Nel thriller ha debuttato con Legame di sangue (Mondadori, 2009), che gli ha fruttato il Premio Tedeschi e i cui stessi personaggi ritroviamo in Condannati (Mondadori, 2012). Con le edizioni E/O ha pubblicato, nel 2012, Undercover. Niente è come sembra, seguito nel 2014 da La firma del puparo, che vede ancora nei panni del protagonista il tenente dei Carabinieri Rocco Liguori. Nel 2018 cura Carabinieri per la democrazia, saggio sulle vittime dell’Arma nella lotta al terrorismo, nel 2019 pubblica Detective dell’arte (Rizzoli), che tocca le indagini tese al recupero dei beni culturali.

“Togli un pugno di uomini che ci vivono rischiando la pelle o seminando la morte, temendo in ogni sguardo che incrociano un nemico, segugi e lepri di una caccia senza riserve né regole.
Resta l’intera città. Milioni di persone che al mattino accompagnano i figli a scuola, li salutano con un bacio e si affannano verso il lavoro. Per loro Roma non è una giungla irta d’insidie, ma un ventaglio di vicoli e piazze che sfidano in bellezza la natura. La capitale di una civiltà millenaria, un parco di vita che in qualunque stagione rinnova i suoi frutti.”

“Che senso avrà, spargere tanto sangue innocente?
Un’altra qualità di Tramontano era la risposta pronta.
– Sei l’ultimo che si possa stupire di questo, Leone Ascoli. E poi cosa ti aspetti, da una città fondata su un fratricidio?”

“La fase creativa di una storia, per lui, era la piú affascinante. Da lettore accanito si era sempre chiesto cosa vi fosse prima di un volume completo di titolo e copertina. Ora finalmente lo sapeva: una donna avvolta in uno scialle di pensieri.”

“svolgendo per mestiere interrogatori aveva imparato che l’errore piú comune, durante un racconto, è interromperne il flusso con le domande. Chi parla perde il filo, chi ascolta perde dettagli importanti. Il trucco è annotarsi i quesiti per rivolgerli alla fine. Cosí lo lasciò proseguire.”

“chissà cosa stava facendo in quel momento, nella casa solitaria che tante volte si era figurata. Magari aveva in mano il rasoio, oppure preparava il caffè. Piccoli gesti, ma di cos’altro è intessuta una giornata, l’intera esistenza? Riti banali che, mentre ci tengono compagnia, contribuiscono a fare di noi ciò che siamo: il nostro bagno, il nostro caffè, il nostro autobus. Perché niente è uguale per tutti, dietro l’apparente somiglianza le umane gesta nascondono infinite differenze.”

BLOG TOUR

Nel 2017 ho partecipato all’iniziativa #LaNotteDellaRabbia, nata dalla collaborazione con la rivista letteraria Leggere: tutti e altri book blogger che, attraverso recensioni, estratti e interviste all’autore, vi faranno fare un viaggio virtuale alla scoperta di questo romanzo.

Vi presentlo l’ESTRATTO del primo capitolo

Uno

Quella mattina, come ogni altra, Leone Ascoli si alzò di scatto al suono della sveglia. Preparò la macchinetta del caffè senza accendere il fuoco, sistemò due tazzine sulla tavola accanto al pacco dei biscotti Colussi, i preferiti di sua moglie, e si recò in bagno. Nel radersi si tagliò, Miriam gli aveva regalato un rasoio elettrico ma lui non si decideva a usarlo, con la lametta era tutta un’altra cosa. Impiegò qualche minuto per disinfettarsi, ma tanto aveva il suo bravo margine, non gli era mai piaciuto fare le cose di fretta.
Diede il gas per poi spegnerlo con un gesto meccanico quando il caffè si mise a gorgogliare, solo allora tolse una tazzina dalla tavola e la riportò nel vano della cucina, esattamente dov’era. Faceva così da cinque anni. Per tutto il tempo della colazione tenne gli occhi sulla tovaglia.
Si vestì di tutto punto, chiuse la porta con una mandata e percorse a piedi la distanza da casa al lavoro. Gli piaceva camminare all’alba, con l’aria fresca a sferzargli il viso e il sole che spuntava. Era bello svegliarsi insieme a Roma, incontrarla per le strade sonnolenta e discinta come una signora appena uscita dalle lenzuola.
Si augurò una giornata tranquilla, di routine. Magari una passeggiata serale in via del Corso, con gran finale in quella gelateria tanto in voga, frequentata da onorevoli e gente di spettacolo.
Comprò il giornale, raggiunse l’ufficio e iniziò a leggere. Quelli per lui erano momenti preziosi, gli davano la carica per affrontare la giornata. L’irruzione sorprese il colonnello Ascoli immerso nei suoi pensieri.
«Comandante!».
Gli bastò un’occhiata per lasciare indietro il buonumore. L’appuntato Berardi non era tipo da agitarsi per niente, era successo qualcosa di grave.
«Hanno sequestrato il professore».

Partecipate anche voi alla campagna #LaNotteDellaRabbia andando in libreria dal 16 al 22 ottobre, acquistate una copia del libro e fotografate le vostre copie, riportate una citazione o condividete le vostre opinioni sui vostri social usando l’hashtag #LaNotteDellaRabbia.

Di seguito trovate la lista delle tappe con i rispettivi link di questo viaggio virtuale:

La ragazza che annusava i libri
Sos Libro (Il mercante di storie)
Nuvole d’inchiostro
loris_inthebook
Sara Giorgione BookBlogger
AmaranthineMess
Piego di libri
Bookitipy
Silenzio, sto leggendo!
Eleonora Della Gatta (Aristogatta)
Ladra di libri

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Faccio i conti con la mia insaziabile voglia di conoscenza, mi piace condividere con gli altri le cose che imparo e confrontarmi, questo blog tenta di raccogliere i pezzi confusi di me.

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