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SEI QUI: Home » Costume & Società » Cinema e TV » Dalla penna alla pellicola » Nicholas Sparks – I passi dell’amore (Recensione)
Dalla penna alla pellicola

Nicholas Sparks – I passi dell’amore (Recensione)

16 Novembre 2010Updated:4 Febbraio 20232 commenti8 Mins Read
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Nicholas Sparks – I passi dell’amore

I passi dell’amore è un romanzo scritto da Nicholas Sparks nel 1998, il titolo originale è “A walk to remember”. La storia di un amore giovanile unico, capace di dare un nuovo senso a una vita intera.

“Spesso ripercorro mentalmente quell’anno, lo riporto in vita e mi rendo conto di provare immancabilmente uno strano sentimento, fatto di dolore e di gioia. In certi momenti vorrei tornare indietro nel tempo per spazzare via tutta la tristezza, ma ho la sensazione che, se lo facessi, se ne andrebbe anche la gioia. Così prendo i ricordi come vengono, accettandoli in toto, lasciando che mi guidino tutte le volte che si affacciano alla memoria.”

A diciassette anni amare è tutto, gli incontri lasciano il segno, il cuore non conosce riserve e l’amore è soprattutto un sentimento sincero e travolgente che può condizionare l’intera esistenza. Ed è solo a distanza di tempo, con la maturità, che si capisce di aver amato in una beata incoscienza, un’incoscienza, però, ben più vicina alla vera saggezza di quanto si possa immaginare.
A distanza di tempo, Landon Carter ricorda l’anno in cui la sua vita cambiò per sempre, rivive con rimpianto i giorni della sua adolescenza ritrovando la magia di quel periodo, aggrappandosi ai volti che affollano la sua memoria, ecco rivivere una sperduta cittadina del Sud, Beaufort, con i suoi riti domenicali, i rintocchi dell’orologio del municipio, le chiacchiere e i pregiudizi di sempre.
Era un adolescente vivace e irrequieto, in bilico tra l’assenza di un padre mai conosciuto davvero e gli scambi di battute con compagnie poco prestigiose, Landon si vede costretto a frequentare il corso di teatro, dove incontra Jamie Sullivan, la figlia del reverendo, una ragazza dolce e sensibile ma soprattutto diversa, sempre desiderosa di aiutare il prossimo, spesso immersa nella lettura della Bibbia. L’incontro di due mondi.

IL libro è ispirato alla storia della sorella Danielle, morta prematuramente per il cancro, nel giugno 2000 a 33 anni.
“Posso dire però che I passi dell’amore è stato il mio romanzo preferito di scrivere… E ‘stato anche l’unico romanzo che mi ha fatto piangere durante la scrittura.
In molti modi, Jamie Sullivan era mia sorella minore. Come Jamie, mia sorella era dolce. Come Jamie, mia sorella aveva una fede fortissima. Come Jamie, mia sorella amava la chiesa. Come Jamie, mia sorella non era popolare a scuola. Come Jamie, mia sorella era sempre allegra. Come Jamie, quello che mia sorella voleva nella vita era di sposarsi. E come Jamie, mia sorella ha il cancro.
Come Jamie, mia sorella ha incontrato qualcuno. E come Landon, c’è stato un lungo periodo di tempo in cui non riusciva a immaginare di sposare una ragazza come lei. Eppure, alla fine, non poté farne a meno. Anche dopo aver saputo che era malata, anche quando sapeva non avrebbe potuto farlo, l’uomo ha chiesto a mia sorella di sposarlo.
… ho scritto questo romanzo non solo per far conoscere mia sorella, ma per sapere quello di meraviglioso il marito ha fatto per lei.” N. Sparks

E’ un romanzo scritto con semplicità e dolcezza, è riuscito a riportarmi indietro nel tempo, ai primi battiti di cuore, riesce anche a trasformare la visione degli amori futuri, a riguardarli con occhi nuovi e critici. London cambia tramite Jamie, anche noi un po’ cambiamo dopo averlo letto. Riesce anche in un compito molto arduo, dare alla fede religiosa un suo posto, senza essere pretestuoso, con rispetto anche per chi non è credente, facendo notare i difetti e i pregi dei fedeli, che spesso dimenticano l’umanità, regala la visione più alta della fede. Credo che sia uno dei libri più belli di Sparks e come ogni suo libro che si rispetti preparate i fazzoletti, e tanti.

i-passi-dell'amore-3La mia vita cambiò per sempre quando avevo diciassette anni.
So che, quando lo dico, alcune persone restano meravigliate. Mi guardano in modo strano, come se cercassero di immaginare che cosa potesse essermi accaduto allora, ma raramente mi do la pena di spiegare. Dal momento che sono vissuto quasi sempre da queste parti, non mi sento in dovere di farlo, se non alle mie condizioni, e questo richiederebbe molto più tempo di quanto la maggior parte della gente sembri disposta a concedermi. La mia storia non si può riassumere in due o tre battute; non può essere «confezionata» in modo chiaro e semplice, comprensibile all’istante. Nonostante siano passati quarant’anni, quelli che vivono ancora qui e che mi conoscevano in quel periodo accettano la mia mancanza di spiegazioni senza fare domande. In un certo senso la mia storia è anche la loro, perché è stata un’esperienza che abbiamo condiviso.
Anche se forse io sono quello che l’ha vissuta più intensamente.
Ora ho cinquantasette anni, ma ricordo ancora tutto, fin nei minimi particolari. Spesso ripercorro mentalmente quell’anno, lo riporto in vita e mi rendo conto di provare immancabilmente uno strano sentimento, fatto di dolore e di gioia. In certi momenti vorrei tornare indietro nel tempo per spazzare via tutta la tristezza, ma ho la sensazione che, se lo facessi, se ne andrebbe anche la gioia. Così prendo i ricordi come vengono, accettandoli in toto, lasciando che mi guidino tutte le volte che si affacciano alla memoria. E accade più di sovente di quanto io stesso desideri.
È il 12 aprile dell’ultimo anno che precede il nuovo millennio e, prima di uscire di casa, mi guardo intorno. Il cielo è grigio e coperto, ma mentre mi incammino, mi accorgo che i sanguinelli e le azalee sono in fiore. Chiudo leggermente la cerniera del giubbotto. La temperatura è rigida, anche se so che tra poche settimane diventerà più mite e il cielo nuvoloso lascerà il posto a quelle limpide giornate che fanno della Carolina del Nord uno dei luoghi più belli del mondo.
Con un sospiro, sento che tutto ritorna. Ancora una volta. Chiudo gli occhi e gli anni cominciano a scorrere al contrario, muovendosi lentamente all’indietro, come le lancette di un orologio che girano nella direzione sbagliata. Con gli occhi di un altro mi vedo ringiovanire: i miei capelli grigi tornano castani, sento le rughe intorno agli occhi distendersi, i muscoli delle braccia e delle gambe rinvigorirsi. Le lezioni apprese con l’età si annullano e ritrovo l’innocenza, a mano a mano che si avvicina quell’anno fatidico.
Poi, come me, anche il mondo comincia a cambiare: le strade si stringono, alcune diventano sterrate, i quartieri residenziali di periferia sono sostituiti dai campi, le vie cittadine brulicano di gente che guarda le vetrine della panetteria Sweeney e della macelleria Palka. Gli uomini portano il cappello, le donne indossano i vestiti con la foggia dell’epoca. L’orologio del municipio in fondo alla strada fa udire i suoi rintocchi…
Apro gli occhi e mi fermo. Mi trovo sul piazzale all’esterno della chiesa battista e quando osservo il timpano, so esattamente chi sono.
Mi chiamo Landon Carter, e ho diciassette anni.
Questa è la mia storia; prometto di non tralasciare nulla.
Prima vi verrà da sorridere e poi verserete qualche lacrima: non venitemi a dire che non siete stati avvertiti.

La citazione meravigliosa fatta nel testo è tratta dalla Bibbia. La lettera di San Paolo ai Corinzi.
“Se parlassi le lingue degli uomini
e anche quelle degli angeli,
ma non avessi l’Amore,
sarei come un bronzo che risuona
o un cembalo che tintinna.
E se anche avessi il dono della profezia
e conoscessi tutti i misteri,
se possedessi tutta la scienza
e una fede così forte da trasportare le montagne,
ma non avessi l’Amore, non sarei nulla.
E se anche distribuissi tutti i miei averi ai poveri
e dessi il mio corpo per esser bruciato,
ma non avessi l’Amore, non mi servirebbe a nulla.
L’Amore è paziente e generoso.
L’Amore non è invidioso, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio.
L’Amore è rispettoso,
non cerca il proprio interesse,
non cede alla collera, dimentica i torti.
L’Amore non gode dell’ingiustizia, la verità è il suo fine e la sua gioia.
L’Amore tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta, mai perde la speranza.
L’Amore non avrà mai fine.
Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
La scienza è imperfetta, la profezia limitata,
ma verrà ciò che è perfetto ed esse scompariranno.
Tre sole cose dunque rimangono:
la fede, la speranza e l’Amore.
Ma più grande di tutte è l’Amore.”
“é come il vento…non lo vedo ma lo percepisco
percepisco la meraviglia la bellezza la gioia l’amore,
è il centro dell’universo.
L’amore è sempre paziente e gentile non è mai geloso
l’amore non è mai presuntuoso o pieno di se
non è mai scortese o egoista
non si offende e non porta rancore
L’amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri
ma si delizia della vita
é sempre pronto a scusare a dare fiducia a sperare
e a resistere a qualsiasi tempesta.
“

Nel 2002 ne è stato tratto un film omonimo, con la regia di Adam Shankman e il cast composto da Mandy Moore in Jamie Elizabeth Sullivan, Shane West in Landon Rolands Carter, Peter Coyote in Reverendo Hegbert Sullivan.

Un film, a mio giudizio, che non tradisce le intenzioni del libro.

 

 

 

Libri - adattamenti cinematigrafici Narrativa Nicholas Sparks Recensione
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Faccio i conti con la mia insaziabile voglia di conoscenza, mi piace condividere con gli altri le cose che imparo e confrontarmi, questo blog tenta di raccogliere i pezzi confusi di me.

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View 2 Comments

2 commenti

  1. Valy on 16 Novembre 2010 17:57

    io sto leggendo un altro libro di Nicholas Sparks, l'ho iniziato ieri.. si chiama L'ultima canzone ma anche I passi dell'amore mi ispira.. 🙂

    Reply
  2. Galatea on 16 Novembre 2010 18:37

    ciao Valy, ancora non l'ho letto, sto leggendo un cuore in silenzio, niente di sconvolgente, invece I passi dell'amore ti resta dentro

    Reply
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