Giugno è il mese in cui la voglia di leggere si fa sentire più forte che mai: le giornate si allungano, l’aria si fa più leggera, e l’idea di un buon libro da portare con sé, magari sotto l’ombrellone o in un angolo ombreggiato del giardino, diventa irresistibile. È il momento perfetto per lasciarsi incuriosire dalle nuove uscite e scegliere con cura le letture che ci faranno compagnia durante l’estate. Diamo allora uno sguardo ai libri in uscita a Giugno 2025.
Vista la grande quantità di libri pubblicati al mese, per agevolare la lettura di questo post, ho deciso di suddividere i libri per genere nei link sottostanti, mentre la Narrativa varia e la saggistica la trovate di seguito in questo post, i libri sono inseriti in ordine di pubblicazione.
Libri in uscita a Giugno 2025 per genere narrativa varia
Niente di serio, ma vediamo di Claudia Valeriani, Einaudi, 03/06/25.
«Così, gambe incrociate sul divano, telefonino tra le mani, a cinquant’anni inizio a credere di averne venti. Da compiere. Fino al punto da non capire più la differenza». Sara ha un divano comodo, molte confortevoli abitudini, due gemelli adolescenti e un matrimonio fallito alle spalle, quando da un giorno all’altro decide di mettersi in gioco. E per lei mettersi in gioco, all’inizio, significa proprio giocare: iscriversi a un’app di appuntamenti e scegliere, tra le varie opzioni del tipo di relazione, “Niente di serio, ma vediamo”. Però quello che scopre – e che ci racconta con la sua voce irresistibile, ironica e ferita – è un garbuglio tutto da districare. Dentro di lei e nel mondo. Il primo è Jacopo, ma poi vengono Rino, Vincenzo, Ricky, Federico, Sergio, David, a bucare la routine di Sara con i loro pregi, difetti, mani, occhi, e una sfilza di messaggini che la sorprendono o la irritano. Sara passa da un incontro all’altro raccontandoci tutto con verve e ironia. Fare sesso con un tipo molto tatuato diventa ad esempio un’esperienza di realtà aumentata, «visto che appena si sdraia su di me le pantere nere e i leoni a fauci spalancate tatuati sul petto iniziano a prendere vita davanti ai miei occhi, dilatandosi a dismisura man mano che si avvicinano e restringendosi fino a sembrare piccoli e mansueti quando si allontanano, e via così, avanti e indietro al ritmo sempre più incalzante delle sue flessioni, fino a crearmi un’illusione psichedelica che per fortuna mi fa distrarre con un’altra storia, fatta di giungle selvagge e teatri delle ombre, animali esotici, tigrotti della Malesia e perle di Labuan. E il tempo vola». Sara dunque gioca. Ma i giochi, si sa, sono tremendamente seri. E la giostra, che lei all’inizio immagina come una tranquilla ruota panoramica, si rivela una montagna russa da cui non riesce più a scendere. Il racconto degli appuntamenti diverte e spiazza sempre, grazie alla scrittura scoppiettante, vorticosa, eppure si percepisce in sottofondo una nota amara, il desiderio di colmare un vuoto indefinito. Tra le righe si snoda un’avventura sussurrata che è tutta interiore e che fa emergere una donna molto contemporanea, viva, piena di contraddizioni. La sua è una storia ancora da decifrare, fatta di desideri e mancanze. Perché in questo romanzo c’è molto, molto di più di quello che appare.
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Digressione di Gian Marco Griffi, Einaudi, 03/06/25.
«Dobbiamo essere gentili in questo mondo oscuro».
Immaginate un mondo in cui Asti è il centro del mondo. Immaginate un vecchio libro su cui ogni possessore ha lasciato tracce di sé: disegni, commenti, locandine, le regole di un gioco esistenziale inventato da Mary Shelley e dalla sua cerchia, l’indirizzo di uno sfuggente Ufficio delle redenzioni. Immaginate un ragazzo, Arturo Saragat, oppresso dal rimorso per non aver saputo opporsi al male quando sarebbe stato necessario, che a quel libro si affida per riorientarsi nella vita, smarrendosi invece ancor più. Immaginate una Storia in cui Mussolini non è stato fucilato ma ha finito i suoi giorni in esilio, allevando asini a Pantelleria. Poi immaginate nostalgici rievocatori del fascismo, un console maniaco del golf, una lobby di dentisti assassini, sette eretiche, mariachi, terre esotiche e terre desolate, chiromanti, una fabbrica di meravigliosi globi miniati e una donna ultracentenaria dal fascino struggente. È solo una piccola parte di quello che troverete in Digressione.
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Sarebbe bellissimo di Paola Antonia Tasca, Mondadori, 03/06/25.
È il sedici marzo 1978. Sembra una mattina come le altre per la famiglia Massironi nella Piccola Russia, un quartiere operaio di Bassano del Grappa. Olga è in cucina a scaldare il latte per la colazione e Pietro si prepara a un’altra delle sue giornate in falegnameria. I figli dormono ancora. A poche centinaia di chilometri di distanza, però, in via Fani, le Brigate Rosse rapiscono il presidente della Dc Aldo Moro. Sono giorni di confusione e angoscia. Le notizie drammatiche che aprono i telegiornali turbano l’equilibrio già precario della famiglia. Pietro, comunista della vecchia guardia, è assorbito dalla politica e deluso dal modo in cui il PCI gestisce il rapimento Moro. Passa la maggior parte del tempo fuori casa e non sa come occuparsi della tristezza di Olga, che sta sprofondando nella depressione. I figli Nora e Tonio se ne accorgono, e assistono impotenti alla crisi matrimoniale dei loro genitori. Per fortuna ci sono Angela e Caterina, le zie che ogni bambino vorrebbe avere. La prima si prende cura di tutta la famiglia e intanto sogna il grande amore. La seconda l’ha già trovato fra le braccia di Blanca, una ragazza spagnola per cui è disposta a sfidare il perbenismo della provincia. Insieme, i Massironi affrontano come meglio possono i grandi cambiamenti che li aspettano, alla ricerca di nuove identità e di forme di felicità diverse da quelle a lungo immaginate. Una piccola storia che scorre dentro una grande storia. La nostra.
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Nemica di classe di Ann Liang, Sperling & Kupfer, 03/06/25.
Alice si è sempre sentita invisibile ad Airington, la prestigiosa scuola privata che frequenta grazie a una borsa di studio. In mezzo a figli di magnati, politici e celebrità, lei è solo «la ragazza povera», quella che non conta. Ma quando scopre di poter diventare invisibile sul serio, il confine tra realtà e potere si sgretola. Con i suoi genitori in difficoltà economiche e la retta scolastica sempre più inaccessibile, Alice decide di usare la sua nuova abilità per sopravvivere. È allora che, contro ogni logica, si allea con il suo acerrimo nemico. Henry ha una mente brillante ed è arrogante, imperturbabile e inesorabilmente affascinante. Insieme danno vita a un progetto pericoloso: un’app dove chi paga può ottenere qualunque informazione, a patto che non chieda da dove venga. Dietro lo schermo, Alice diventa un fantasma silenzioso, un’anonima spia su commissione, pronta a svelare i segreti più oscuri dei suoi compagni e a ricavarne un profitto. Ma mentre la tensione tra lei e Henry cresce, le richieste degli utenti iniziano a superare ogni limite, sfociando nel crimine. È proprio allora che Alice dovrà decidere fino a che punto è disposta a spingersi e se è davvero pronta a pagare il prezzo delle sue scelte.
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Le margherite sanno aspettare di Roberta Schira, Garzanti,, 04/06/25.
Alla Mariconda, una casa affacciata sul mare e immersa nel verde, nulla accade per caso. Qui, dove le pareti custodiscono ricordi e la natura parla con voce antica, cinque donne si ritrovano per un tempo sospeso. Un blackout le isola dal mondo esterno. Ma è proprio il buio a rivelare la luce che ognuna porta dentro di sé. Camilla, erede e custode designata della Mariconda, scopre un misterioso manuale: il Canto per Cuori Inquieti. Ne diventa guida, testimone e interprete, accompagnando le altre donne – diverse per età, storie e ferite – in un viaggio interiore di ascolto, trasformazione e rinnovamento. Attraverso riti, sogni, bagni nel bosco, il cucinare insieme e parole condivise davanti al camino, ciascuna affronta ciò che ha taciuto troppo a lungo.
Roberta Schira, autrice di I fiori hanno sempre ragione, amato da pubblico e critica, regala ai suoi lettori una nuova storia di rinascita. Con una scrittura poetica e intensa, dà voce a un femminismo gentile, fatto di forza, empatia e consapevolezza. Un romanzo corale, intimo e potente, dove la natura cura, la Casa guida e le donne imparano a scegliere. A parlare e ascoltare. Come le margherite, che fioriscono anche nei terreni più duri, queste protagoniste imparano a resistere, a ritrovare la propria voce e il proprio tempo. E Camilla, con il suo Canto, ci ricorda che ogni ferita può trasformarsi in seme.
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Tutta questa felicità di Roberto Emanuelli, Feltrinelli, 04/06/25.
Si può credere ancora nell’amore dopo che ci hanno fatto a pezzi il cuore? Gabriele ha quarant’anni, una figlia piccola di nome Alba e un lavoro da insegnante che ha sempre vissuto come una vocazione. Ora, dopo una parentesi in un liceo del centro che è coincisa con una relazione finita male, è tornato a insegnare nella periferia romana dove è nato e cresciuto, con un velo di malinconia e disincanto. La tormentata storia sentimentale, culminata con un tradimento, gli ha lasciato cicatrici profonde perché si tratta della madre di Alba. A Gabriele adesso resta una figlia da crescere da solo, un entusiasmo sbiadito per l’insegnamento e una sfiducia verso l’amore che gli impedisce di vivere a pieno nuove relazioni: come quella con Marta, cresciuta nel suo stesso quartiere e maestra di danza di Alba, per cui la bambina stravede. Noemi invece è una ventenne che nell’amore ancora ci crede. È nata nella parte Nord della città, un contesto tutt’altro che umile, anche se a tratti non c’è niente che la faccia sentire più a disagio di quell’ambiente: tra le asfissianti aspettative dei genitori, gli atteggiamenti giudicanti delle amiche e un fidanzato, Edoardo, che però a volte sembra riempirla di finte attenzioni senza mai comprenderla davvero. Per fortuna c’è Christian, il ragazzo di periferia con cui Noemi ha stretto un’amicizia segreta. All’apparenza distante anni luce dal suo mondo, Christian è forse l’unico in grado di capirla. Ad avvicinarli è la passione per la scrittura, un fuoco che si portano dentro come urgenza espressiva e ricerca della felicità. Gabriele e Noemi, due vite che scorrono parallele sfiorandosi in maniera impercettibile ma non per questo trascurabile. Succede spesso, in quel sottile e continuo gioco fra le nostre scelte e il destino: infinite e apparentemente insignificanti porte che scorrono, che si chiudono, che si aprono, che aprono mondi, e ne chiudono altri… Proprio sopra questo filo magico e invisibile – fatto di coincidenze che non sembrano tali, di segni che arrivano quando siamo pronti a vederli – le esistenze di Gabriele e Noemi finiranno per incrociarsi in modo straordinario. Un incontro che rappresenterà l’occasione di ritrovare se stessi. Di tornare ad amare. Di essere felici. È difficile credere nell’amore dopo che ci hanno fatto a pezzi il cuore. Ma a volte, se sappiamo ascoltarlo, è il destino a credere in noi.
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Il ristorante di Sarah Gilmartin, Marsilio, 04/06/25.
Sono passati dieci anni dall’estate in cui Hannah, prima di riprendere le lezioni al college, ha lavorato come cameriera al T, il locale più glamour di tutta Dublino. Allora, a renderlo celebre era Daniel Costello, carismatico chef stellato e geniale artista del gusto. Oggi, però, il T è chiuso e Daniel, denunciato per molestie sessuali, deve affrontare un processo, mentre sua moglie Julie, divisa tra la difesa istintiva della famiglia e il bisogno di sapere cosa sia successo davvero, si trova a fare i conti con una versione inedita dell’uomo che ha sposato, l’uomo che aveva la capacità di trasformare non solo gli ingredienti, ma anche il corso della vita di chi gli era vicino. Hannah ricorda lo stupore di fronte al mondo luccicante della ristorazione, e la sensazione di privilegio nel farne parte. Ricorda lo sfarzo e l’adrenalina a mille, le bevute coi colleghi e gli eccessi dopo l’orario di chiusura. Ricorda anche la tensione che si respirava in cucina, le gerarchie, i turni impossibili e l’invadenza dei clienti. Soprattutto, ricorda il comportamento di Daniel, le sue attenzioni non richieste, la sua gentilezza inopportuna, il suo fascino pericoloso, che l’avrebbe segnata per sempre. Circondati dalle macerie di un passato ambiguo, Hannah, Daniel e Julie sono costretti a rivedere sotto una luce nuova tutto quello che è accaduto al ristorante, tra le spezie, le salse e gli avanzi. Nella loro ricostruzione del periodo legato a quel posto magico e al tempo stesso equivoco, che trasudava talento e testosterone, dove tutto veniva sessualizzato (il servizio, il personale, persino il cibo), le tre voci si alternano in un’appassionante storia sul potere, la violenza di genere e la complicità, sulle bugie che raccontiamo (agli altri e a noi stessi) e sul coraggio necessario per guardare in faccia la verità.
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La bottega del tempo ritrovato di Toshikazu Kawaguchi, Garzanti, 10/06/25.
In una strada defilata del Giappone c’è un posto in cui si possono ritrovare piccoli gesti chiave, indispensabili per riappropriarsi del tempo. Qui, ogni avventore può creare un rituale sempre diverso per entrare in contatto con chi è davvero. Bastano pochi dettagli: un leggero alito di vento dalla finestra, il profumo dei fiori di ciliegio, un caffè fumante sopra il tavolino, le ginocchia affondate nel cuscino. Dettagli di poco conto che, di solito, passerebbero inosservati. Ma in quel luogo, per qualche ora, è possibile dimenticare la famiglia, gli amici, il lavoro: tutto ciò che ci distrae da quello che sentiamo davvero. È una sfida che pochi accettano. Tra questi coraggiosi, ci sono Azami, che capisce di dover tornare a casa per dire alla matrigna quanto è importante per lei; Rikako, che vorrebbe scrutare nel futuro per capire se il fidanzato sia la persona giusta; e Okishima, che nel trambusto della quotidianità riscopre l’importanza di aspettare. Sono lezioni che gli ospiti della bottega apprendono concentrandosi su piccole cose come ritrovare la camera dell’infanzia intatta a casa dei genitori, gustare un pezzo di cioccolato bianco, ricevere un messaggio inaspettato. Ogni momento va vissuto senza mille pensieri per potersi concentrare su quello che desideriamo davvero.
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Anna della pioggia di Michela Murgia, Alessandro Giammei, Einaudi, 10/06/25.
«Di storie ne servono molte, moltissime, per non diventare schiavi di un solo punto di vista». Michela Murgia ha scritto ogni giorno della sua vita senza mai smettere di chiedersi cosa è possibile cambiare, in sé e nel mondo, inventando storie. Raccontare, forse, era il suo modo preferito di pensare. Per questo i racconti raccolti in “Anna della pioggia” – scritti negli anni, magari letti una sera in una piazza e poi divenuti introvabili – sono pieni di luce, di vita e di idee. E restituiscono la voce mobile e folgorante di una delle più importanti scrittrici del nostro tempo. Anna corre solo quando piove, e correndo ragiona di lavastoviglie, soprammobili, pupazzi: tutto, pur di non affrontare direttamente ciò da cui davvero fugge. Assieme a lei, lo straripante catalogo di personaggi che animano questa raccolta di racconti include pastori laureati e portieri notturni, corridori scalzi e bambini che recitano in sardo mentre gli alleati bombardano Cagliari, terroristi, bracconieri, finanzieri, pescatori di polpi e persino piante, capaci di mettere in crisi le certezze di uomini spavaldi. Ci sono potenti voci di donne che prendono la parola per la prima volta: non solo Morgana, ma anche Elena di Troia, Beatrice Cenci che rifiuta l’autorità di un padre abusante e Odabella che sfida quella di Attila, re degli Unni. E ovviamente c’è Michela, che racconta di quando pestava l’uva nelle vendemmie della sua infanzia rurale, o di come le sue preghiere abbiano resuscitato una delle falene allevate insieme al fratello, o ancora del perché chiunque nasca su un’isola finisca per avere un’identità in frantumi. Queste storie, disseminate come gemme di un tesoro piratesco senza forziere, non sono mai state raccolte in un libro prima d’ora. Perché Michela Murgia le ha lette ad alta voce in scuole e teatri occupati, le ha raccontate a chi andava ad ascoltarla nei festival, le ha pubblicate in diari scolastici, cataloghi di mostre, addirittura nel programma di sala di un’opera lirica. Altre sono comparse nel suo blog, sono state trasmesse in radio o sono uscite su giornali locali. Altre ancora hanno circolato solamente tra le amiche e gli amici di Michela Murgia, come privati incantesimi letterari. “Anna della pioggia” propone una scelta ragionata di questi racconti ritrovati, insieme ad alcuni più noti. La cura – in tutti i sensi che si possono dare al termine – è di Alessandro Giammei, che ha lavorato filologicamente sull’archivio digitale lasciatogli da Michela Murgia. Il risultato è un libro nuovissimo, sorprendente, che ruota con una vitalità vertiginosa intorno ai temi cari da sempre all’autrice: la Sardegna dei miti e della politica coloniale, il potere delle donne, il lavoro, le identità queer, la malattia, i miracoli e le paure del nostro secolo. Perché Michela Murgia non ha mai smesso di essere tenacemente appassionata del mondo e dei modi che scegliamo per abitarlo, capirlo, contrastarlo e raccontarlo: lo testimonia anche la varietà di registri, toni e stili che si muovono carsici racconto dopo racconto. Consentendoci di riscoprire prima di tutto il prodigioso talento letterario dell’autrice di “Accabadora”.
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Dove cadono le comete di Vito di Battista, Feltrinelli, 10/06/25.
Abruzzo, 1938. Un paese della costa dei trabocchi, a trecento gradini sul mare. Emma è una ragazza “due volte svergognata”, con mani e occhi carichi di una qualche capacità oscura. Partorisce un bambino nella stalla dove vive da quando è stata rinnegata dalla famiglia, ma sa che non può tenerlo con sé. All’ufficio anagrafe lavora invece Olimpo, che non è diventato calzolaio come tutti i maschi di casa sua, ma volendo fare il poeta ha preferito lavorare lì per guadagnarsi il pane. È lui che dà il nome al figlio di Emma prima che venga portato in un convento. Olimpo è sposato con Anita, l’unica donna bionda di tutto il paese e più grande di lui di dieci anni, che ha perso il braccio sinistro in un incidente. Sono appena diventati genitori per la seconda volta di una bambina, Bianca. Ma Anita sta ancora svezzando il primo figlio e non ha abbastanza latte per entrambe le creature; per questo Olimpo chiede a Emma di andare a vivere con loro e prendersi cura di Bianca. Anita non farà mai mistero di disdegnare la presenza di Emma, mentre Bianca crescerà con due madri, sentendo che forse nessuna le appartiene fino in fondo. Tutto questo è solo l’inizio di una saga familiare che si fa racconto corale di un intero paese, dove storie private dal sapore antico si intrecciano alla grande Storia, dall’occupazione durante la Seconda guerra mondiale e gli scontri sulla linea Gustav alla rinascita negli anni Sessanta. Con una voce magnetica e intensa, carica di suggestioni, Vito di Battista compone un affresco in cui vicende che ci toccano da vicino si tingono di un fascino visionario, e il reale e l’invisibile arrivano a fondersi in un solo orizzonte. Per terra o per mare alla fine è lo stesso: c’è sempre un po’ di spazio vuoto da chiamare proprio, in qualche spigolo già noto o sconosciuto.
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Quando i fiori avranno tempo per me di Sara Gambazza, Longanesi, 10/06/25.
Parma, 1922. Anita non è una moglie. Non è una madre come si conviene. Non ha un uomo, né una casa vera. Per il borgo è solo la Bórda, una puttana da evitare di giorno e cercare di notte. Ma Anita è molto di più: è una sopravvissuta, una mamma feroce e amorevole che farebbe qualunque cosa per proteggere le sue figlie da un mondo che le respinge e le giudica senza pietà.
Mentre l’Italia si infiamma sotto la violenza degli squadristi e la fame stringe i vicoli della città, Anita combatte la sua guerra privata. Rosa, la primogenita, è una bambina attenta e generosa, costretta a diventare grande troppo in fretta. Ninfa, la più piccola, ha occhi troppo grandi per il suo viso magro e un dono oscuro che la tormenta.
Tra rivolte, ingiustizie e segreti sepolti sotto la polvere delle strade, Quando i fiori avranno tempo per me è il racconto di una madre che non si arrende, di due bambine che diventano presto donne alla ricerca di un destino diverso, e di un mondo in cui essere poveri voleva dire essere invisibili ma mai rassegnati, pronti a lottare per sé stessi e per i propri simili.
Un romanzo intenso e struggente, popolato da un’umanità che soffre ma ha la forza di rinascere, anche sotto le bombe, anche di fronte alla condanna di un amore che sembra impossibile.
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Una campanella silenziosa di Aki Shimazaki, Feltrinelli, 10/06/25.
Il vivido affresco di una famiglia giapponese, i Nire. Nire, l’olmo, albero emblema di solidità, tiene assieme il nucleo composto da un’anziana coppia di genitori, dai loro tre figli – due femmine e un maschio – e dai loro nipoti. Le due sorelle non potrebbero essere più diverse: Anzu, ceramista famosa, riservata, separata dal marito, vive da sola con il figlio, mentre Kyōko, affascinante e seducente, assistente di direzione in una grande azienda americana, passa da un uomo all’altro con sicura nonchalance. Il fratello Nobuki, sposato con due figlie, non abita con i genitori, come la tradizione imporrebbe al maschio primogenito. I delicati equilibri famigliari vengono messi in crisi dall’irrompere della malattia di una delle figlie e dal morbo di Alzheimer della madre, che contribuisce a portare a galla sentimenti sotterranei e segreti sorprendenti. Cinque voci, di generazioni diverse, prendono la parola e, come piccole campane a lungo silenziose, fanno tintinnare verità nascoste. Talvolta, come le campanelle del suzuran, il mughetto, celano dietro un aspetto leggiadro una natura velenosa. Ma anche quando gli equilibri sembrano spezzati, l’amore, la devozione, il riscatto, il caso o le coincidenze li ricompattano come fa l’urushi – la lacca giapponese – con la ceramica, rendendoli più saldi di prima. Nei rapporti interpersonali e di coppia, visti attraverso le lenti della tradizione e della modernità, si agitano contraddizioni e cambiamenti sociali, ambizioni e desideri, il tutto sullo sfondo della provincia giapponese, in mezzo a fiori colorati, al frinire delle cicale, nel mutare delle stagioni della vita e nel ciclico succedersi di simbologie che legano storie e personaggi.
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Cuore di corallo di Marosella Di Francia e Daniela Mastrocinque, Giunti Editore, 11/06/25.
Napoli, settembre 1943. Nel tumulto delle Quattro giornate, in una città devastata dalla guerra, Elena Manfredi viene caricata dai tedeschi su una camionetta e sparisce sotto gli occhi attoniti del marito Alfredo, che non riesce a fermare i soldati. Di quella moglie dolce, sensibile e malinconica ora non gli resta che il ricordo, oltre al dovere di allevare le loro bambine: Annaluna e Maria Sole, di soli pochi mesi. In provvidenziale aiuto viene nonna Angela, che porta con sé le gemelle a Torre del Greco per prendersene cura. Sebbene sconvolta dalla perdita di Elena, Angela resta la donna determinata di sempre: manda avanti con fierezza la sua impresa di lavorazione del corallo, offre impiego alle donne del paese, non dipende da nessuno. Conosce il valore del sacrificio e del coraggio, e insegna alle nipoti a guardare sempre avanti. Loro, diversissime per carattere ma legate da un sentimento indissolubile, crescono nell’ombra di una madre mai conosciuta eppure non dimenticata. È il 2 luglio del 1963, la guerra è ormai un ricordo. Napoli è in fermento per un evento epocale: John Fitzgerald Kennedy è in visita alla città. Maria Sole e Annaluna si uniscono alla folla festante, senza sapere che proprio quel giorno la loro vita è destinata a cambiare per sempre. Perché, in modo del tutto imprevedibile, scoprono che la storia di Elena è molto diversa da come l’hanno sempre sentita raccontare… Il peso di un segreto, il senso di un destino, la forza inesauribile dei legami: tre generazioni di donne attraversano il Novecento nella nuova, emozionante saga familiare di Marosella Di Francia e Daniela Mastrocinque.
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Il sogno del pescatore di Hemley Boum, E/O, 11/06/25.
Zack è fuggito dal Camerun a diciott’anni abbandonando la madre Dorothée al suo destino e ai suoi segreti. Diventato psicologo clinico a Parigi, sposato e padre di famiglia, si trova a fare i conti con il passato proprio quando la vita che si è costruito fa acqua da tutte le parti. Qualche decennio prima suo nonno Zacharias, pescatore in un piccolo villaggio della costa, vede il suo stile di vita tradizionale stravolto da una potente compagnia per lo sfruttamento forestale e sogna un futuro diverso per la sua famiglia. Un gioco di riflessi tra un personaggio e l’altro, un continuo avanti e indietro tra passato e presente. Con queste due storie abilmente intrecciate Hemley Boum crea un ritratto potente, che raffigura sia i rimorsi dell’anima che i misteri dell’eredità familiare.
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Un gruista in Paradiso di Arto Paasilinna, Iperborea, 11/06/25.
Cosa faresti se fossi Dio? Pirjeri Ryynänen, gruista di Helsinki, una risposta l’avrebbe trovata nei quotidiani monologhi di protesta che in cima alla sua gru rivolge all’Onnipotente: eliminerebbe fame e povertà, proteggerebbe l’ambiente e garantirebbe a tutti pace e felicità. Ma il lavoro da fare è infinito. Forse è per questo che Dio è così stanco e depresso: non ne può più dell’umanità, delle sue iniquità e delle sue guerre, e se non ha ancora distrutto la Terra è solo perché è tanto bella, e poi che colpa ne hanno gli altri animali? Magari gli basterebbe andare in vacanza e lasciare le divine responsabilità a un supplente terrestre, visto che san Pietro e l’arcangelo Gabriele, che gli uomini li conoscono bene, non ne vogliono sapere. Così, dopo una lunga selezione basata su un profanissimo questionario delle risorse umane, la scelta del vicario cade proprio su Pirjeri, uomo a suo modo devoto e certo abituato ad ampie vedute. Il gruista, fresco di onnipotenza, rivoluzionerà il paradiso, che somiglia tanto a un’azienda, e lo sposterà nella pagana e amena Finlandia. Ma tra iniziative strampalate, un attacco hacker del Maligno e l’audace creazione di strani animali amazzonici a sei zampe, Pirjeri dovrà riconoscere che non è facile essere Dio. Non solo perché il Diavolo è sempre in agguato, la Chiesa troppo conservatrice e c’è il rischio di pestare i piedi ad altre divinità: anche un Onnipotente ha i suoi limiti. Con il suo humour paradossale e satirico, Paasilinna guarda il mondo dall’altro di un paradiso mai esente da colpe, smascherando debolezze e ipocrisie di un’umanità in attesa di un miracolo che la salvi da se stessa.
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Pesca estiva in Lapponia di Juhani Karila, Fazi, 13/06/25.
Come ogni estate, la giovane ricercatrice Elina Ylijaako fa ritorno nella sua terra d’origine, la Lapponia orientale: una terra selvaggia e misteriosa, costellata di paludi e laghi, dove le creature leggendarie sono molto più numerose degli umani. Elina è silenziosa e solitaria, vive più che altro di ricordi e cerca di evitare le attenzioni dei compaesani. Deve pescare un luccio entro il 18 giugno, ma non un luccio qualunque: sempre lo stesso luccio, nello stesso stagno. Quest’anno, però, il pesce non abbocca e il tritone Näkki, dio delle acque capace di far innamorare perdutamente chiunque lo guardi negli occhi, è deciso a ostacolare Elina. Come se non bastasse, giunge in paese la detective Janatuinen, che sta indagando proprio sul suo conto. Inizialmente spaventata da questa terra che sembra governata da leggi proprie, la poliziotta comincia a parlare con la gente del villaggio e scopre che la famiglia Ylijaako non gode affatto di una buona reputazione… Riuscirà Elina a catturare il luccio e a neutralizzare la maledizione che grava su di lei? Riuscirà la detective Janatuinen a tornare alla civiltà sana e salva? E perché la Lapponia in estate è così strana?
L’esordio del finlandese Juhani Karila, un libro originale, toccante e divertente, è un romanzo che sfida ogni genere; audace miscela di fantastico, fiaba popolare e scrittura naturalistica sullo sfondo del suggestivo paesaggio lappone, racconta una storia surreale che affronta temi universali come la perdita, la crescita personale, l’amore e la discriminazione.
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Il miracolo di Lorenza Sabatino, Guanda, 13/36/25.
Napoli, 1984. In un albergo di Chiaia a conduzione familiare è un giorno di festa, si celebra un battesimo. Il maltempo, la finestra sfondata, la bottiglia di spumante che cade senza rompersi (è di malaugurio, dicono alcuni) non sembrano disturbare i festeggiamenti. Così quando verso sera Annibale, il vecchio proprietario dell’albergo, si imbatte nel corpo senza vita del nipote di sette anni, in preda al panico lo porta nel vicino convento dei Lateranensi dove rimane l’intera notte. La mattina seguente fa ritorno all’albergo con il nipote, vivo e in salute. È un miracolo, dice: Tommaso era morto, e adesso è resuscitato. Presto la quotidianità della famiglia viene sconvolta e un’altra morte prende il posto di quella di Tommaso, che invece è rimasto esattamente uguale a prima, se non fosse per un insolito silenzio e una piccola incurvatura della fronte. A mano a mano che la voce si diffonde, gruppi di persone si presentano in cerca di una grazia dal bambino miracolato, riempiendo di fiori il cortile dell’albergo, riunendosi in preghiera nel tentativo di recuperare una reliquia, o forse qualcosa di più…
È Domenica, la sorella allora quindicenne di Tommaso, a ricostruire anni dopo gli eventi che hanno segnato per sempre la sua famiglia, lei che di quella sera nasconde un segreto ed è tormentata da una domanda: chi è stato a vedere Tommaso vivo per l’ultima volta?
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Le donne dietro la porta di Roddy Doyle, Guanda, 13/06/25.
A sessantasei anni, Paula Spencer, madre, nonna, vedova, è finalmente indipendente e desidera vivere appieno gli anni che ha davanti a sé. Ha un lavoro che le piace in una lavanderia, delle amiche che adora e un fidanzato rispettabile. I suoi quattro figli hanno trovato un loro equilibrio e vivono una serena quotidianità che Paula in passato avrebbe solo potuto sognarsi. Nonostante ogni tanto si trovi ancora a parlare con Charlo, il marito defunto, e a ripensare alle sofferenze che le ha fatto passare, Paula ha iniziato a mettere da parte i suoi demoni. Tutto questo fino a quando, un giorno, la primogenita Nicola si presenta alla sua porta. Nicola è la figlia perfetta, la donna che Paula non è mai stata: sicura di sé, benestante, moglie e madre amorevole. Ma adesso è fuggita dalla sua famiglia e sembra voler mettere tutto in discussione. Piano piano, Nicola confida a Paula il segreto che si cela dietro a questa crisi, e madre e figlia si aprono a ricordi dolorosi, vecchi traumi e nuove rivelazioni, per confrontarsi sul loro rapporto e scoprire chi davvero desiderano essere.
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Effetto Jane Austen di Federica Brunini, Feltrinelli, 17/06/25.
L’incarico della rivista è chiaro: andare nei luoghi di Jane Austen e capire perché, a duecentocinquant’anni dalla nascita, l’autrice di “Orgoglio e pregiudizio” è ancora così letta e amata, soprattutto dai più giovani. Di articoli e reportage Amelia Maini Moss – per i colleghi semplicemente la Mossa – ne ha fatti a centinaia, da ogni angolo del mondo. Cresciuta tra l’Inghilterra della nonna, da cui ha ereditato il nome, e l’Italia, è diventata una fotogiornalista di grido, prima di dedicarsi alla famiglia e mettere da parte penna e macchina fotografica. Sarà ancora in grado di realizzare un lavoro ben fatto? Nonostante le remore, Amelia decide di accettare. E senza saperlo inizia un viaggio che si rivelerà sorprendente. Quando arriva nello Hampshire, tra cottage suggestivi e villaggi idilliaci, la sua strada incrocia forzatamente quella di George ed Emma Dubois, padre e figlia, venuti apposta dal Canada per celebrare un’importante ricorrenza. Emma, diciottenne appassionata della Austen e ideatrice di un seguitissimo canale social, considera la scrittrice inglese la sua eroina; Amelia, invece, la vede come un’icona anacronistica e sopravvalutata. Tuttavia, immersa nei paesaggi che ispirarono i romanzi, dalla casa di Chawton ai palazzi di Bath, si trova a rileggere non solo Jane Austen, ma anche la propria vita e la propria visione della femminilità, del sentimento, del matrimonio e della maternità. Fino a scoprire, man mano che le tensioni cedono il passo a confidenze e a momenti di imprevista complicità, che anche nelle differenze si possono trovare risposte inaspettate. E che “non c’è incanto più grande della tenerezza del cuore”. Cosa può dire Jane Austen oggi alla Gen Z, a duecentocinquant’anni dalla sua nascita? Una giornalista in crisi, che ritiene la Austen obsoleta. Una booktoker diciottenne che ha fatto della scrittrice britannica la sua eroina. Un viaggio in Inghilterra, da Chawton a Bath, tra contrattempi e sorprese. Una commedia frizzante e intelligente, che mette a confronto due generazioni e due visioni opposte del romanticismo e dell’emancipazione.
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Ritorno alla casa sul fiume di Lena Manta, Giunti Editore, 18/06/25.
Teodora ha scoperto a sue spese che è impossibile tenere per sempre con sé le sue cinque bellissime figlie e che le deve lasciar andare. Sopravvissuta alla Seconda guerra mondiale, all’occupazione nazista della Grecia e alla morte del marito, la donna vive per molto tempo una vita solitaria in assenza delle figlie. Fino a che, dopo essersi sposate, aver viaggiato per il mondo e aver conosciuto tanto il romanticismo quanto la fama e la tragedia, all’infrangersi dei loro sogni, una dopo l’altra, fanno ritorno nella casa ai piedi del Monte Olimpo. Come se allontanarsi dalla residenza avita abbia scagliato su di loro una maledizione e non ci sia alcuna possibilità di felicità lontano da lì. Ma il tempo, come il fiume, scorre inesorabile e, dopo vent’anni, una nuova generazione, quella delle sue nipoti, è pronta a fare le proprie esperienze, ad andare alla ricerca del proprio paradiso e soprattutto a liberarsi dalla superstizione che chiunque lasci quella casa vi faccia ritorno per piangere sulle macerie di un’esistenza distrutta. Anche se il destino è sempre in agguato, è importante ricordarsi che i veri artefici della nostra sorte siamo noi e bisogna trovare il coraggio di abbandonarsi al fiume della vita… Perché il fiume sa dove portarci e quando farci tornare. Dall’acclamata scrittrice greca Lena Manta, una nuova e potente saga familiare che segue le vicende complicate e dolorose di sei giovani donne.
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Tornare a quando di María Elena Morán, Guanda, 20/06/25.
Più grandi sono le promesse, più cocenti sono le delusioni se non vengono mantenute. Nina lo sperimenta sulla propria pelle quando capisce che della rivoluzione per la quale ha combattuto non è rimasto che un mucchio di slogan. Nel 2018 i fallimenti del Venezuela sembrano coincidere con i suoi: il divorzio da Camilo, quell’ingrato idealista che l’ha lasciata sola con la figlia Elisa, la morte dell’amatissimo padre, l’inflazione alle stelle. L’unico modo per risollevare le sorti di questa famiglia in macerie, pensa Nina, è emigrare in Brasile, affidando Elisa alle cure di nonna Graciela, che però non si è ancora ripresa dalla perdita del marito. Mentre Nina è a Porto Alegre, la miseria si insinua sempre più nelle case di Maracaibo, fiaccando corpi e animi di tutti e avvelenando l’adolescenza di Elisa. A un tratto, dal nulla riappare Camilo, con una proposta inaspettata per sua figlia… Quello che per lui è un disperato tentativo di riavere indietro la sua famiglia, per Nina è una patetica manovra per applicare su scala personale quell’autoritarismo che ora domina il Paese e che lei non è più disposta ad accettare.
Con una scrittura musicale e punteggiata da originali trovate espressive, Tornare a quando è un romanzo famigliare ambientato nel Venezuela post Chavez, in cui tre generazioni di donne lottano per sopravvivere. Ma è anche un racconto appassionato su come gli ideali possano distruggere legami e creare strappi che, però, vale sempre la pena di provare a ricucire.
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La soluzione è sempre un gatto di Syou Ishida, Rizzoli, 24/06/25.
La clinica è sempre lì: su per la Fuyachodori, ovest sulla Rokkakudori, giù per la Tomikojidori, est per la Takoyakushidori. Anche il trattamento che offre è lo stesso, unico e speciale: a ciascuno, secondo il caso, si prescrive un gatto. In questo secondo capitolo della trilogia bestseller di Ishida Syou incontriamo Moe, una giovane ragazza che ha paura di lasciare il fidanzato e ritrovarsi da sola; Tatsuya, alle prese con la morte della moglie e la distanza con il nipote Hayato; Reona, che dovrà prendersi cura del fratello tornato a casa dopo tanto tempo. Ad aiutarli nelle loro sfide quotidiane, ci saranno i veri protagonisti del libro: Kotetsu, un bengala di cinque mesi vivace e forse troppo curioso; Noeru, una gattina che ama arrampicarsi sulle tende di casa; e infine Bibi, un maschio di sei anni saggio ed elegante come un vero gentleman. Con la delicatezza e lo humor che hanno conquistato i lettori di tutto il mondo, Ishida racconta un mondo fatto di rapporti tra essere umani e meno umani, ricordandoci ancora una volta il potere salvifico dei nostri piccoli compagni di viaggio.
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L’esercizio della gioia di Karolina Schützer, Garzanti, 24/06/25.
Si dice che, se qualcosa può andar male, lo farà. Ma per Sophia è molto peggio: il mondo intero le crolla addosso nel medesimo istante. Si è appena rimessa in carreggiata dopo un divorzio difficile. Ha imparato a contare solo su sé stessa. La sua carriera sta decollando: giornalista di talento, è in attesa della promozione che le cambierà la vita. Un traguardo che la porterà lontano dai brutti ricordi. È solo questione di tempo. Ma nel giro di ventiquattr’ore tutto va in pezzi. In diretta televisiva, commette una gaffe micidiale. Non solo perde la promozione, ma viene licenziata. Come se non bastasse, la sua amatissima nonna muore all’improvviso. Sophia non riesce a capacitarsene. Cos’ha fatto di male per meritarsi tutto questo? Poi il notaio le rivela qualcosa di inaspettato: sua nonna possedeva il Lulu, un piccolo ristorante a Parigi. E ora è suo. Sophia decide di partire per la Francia con l’idea di vendere il ristorante. Ma quando arriva, incontra le persone straordinarie che ci lavorano e che forse possono raccontarle una storia che non ha mai conosciuto. Quella di sua nonna. Il Lulu, però, versa in pessime condizioni. Per salvarlo bisognerebbe cambiare tutto. Sophia prende una decisione: restare. Rimboccarsi le maniche e dare nuova vita al ristorante della nonna. E forse anche a sé stessa. Perché la sua vita è iniziata veramente proprio quando sembrava finita. Finalmente in Italia uno dei più grandi casi editoriali internazionali.
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Il vigneto della luna di Carla Montero, Giunti Editore, 25/06/25.
Borgogna, 1939. Aldara Sauri, una giovane dal misterioso passato, sposa frettolosamente Octave e si trasferisce al Domaine de Clair de Lune, la splendida tenuta vinicola della famiglia de Fonneuve. Lì trova ad accoglierla solo lo sguardo gelido e sospettoso del suocero Auguste. Allo scoppio della guerra, Octave viene catturato e Aldara rimane sola in una casa che non sente sua. Decisa a non arrendersi, si immerge nello studio dei vini, scoprendo una passione inaspettata. La sua determinazione potrebbe essere l’unica speranza per salvare l’azienda dalla minaccia nazista. Eppure, la quiete è destinata a finire. Al ritorno di Romain, fratello di Octave, tutto cambia. Determinato a rivendicare l’eredità, il tenebroso cognato si allea senza scrupoli con i tedeschi che occupano il Domaine. Tuttavia, per Aldara, il vero turbamento sopraggiunge con l’arrivo di Hubert, un affascinante tenente della Wehrmacht. Tra loro scatta un’attrazione pericolosa, destinata a scatenare dentro di lei un profondo conflitto interiore e a mettere alla prova i suoi princìpi. In un groviglio di intrighi, doppi giochi e un amore impossibile, Aldara dovrà lottare per sopravvivere e proteggere la sua famiglia. Ma fino a che punto potrà mentire a se stessa? E cosa accadrà quando il passato tornerà a bussare alla sua porta? Una saga epica e avvincente, in cui passione e romanticismo si intrecciano a uno dei momenti più drammatici della Storia.
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La colonia di Annika Norlin, E/O, 25/06/25.
La colonia è una storia magnetica sul potere insondabile che esercitiamo sugli altri. E che gli altri esercitano su di noi.
Emelie ha trent’anni, ha un lavoro impegnativo e una vita frenetica in città. Un giorno, però, si accorge di essere stanca e di non riuscire più ad alzarsi dal letto: è in burnout. Su consiglio di una vicina, Emelie lascia la città per trascorrere qualche giorno in campagna. Una volta lì, pianta la tenda sulle colline tranquille e verdeggianti, lungo il fiume, dove incontra un misterioso gruppo di persone. Ognuno di loro ha una storia che lo ha portato lì: traumi, alienazione, visioni del mondo. Sono diversi, ognuno a modo proprio, tutti guidati dall’enigmatica e carismatica Sara. Come sono finiti lì? Sono soddisfatti dei ruoli che gli sono stati assegnati? E cosa succede quando compare un estraneo che, inizialmente attratto dal loro stile di vita alternativo, non può fare a meno di mettere in subbuglio le cose?
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Libri in uscita a Giugno 2025 Genere Romanzo Storico
Libri in uscita a Giugno 2025 Genere Giallo e thriller
Libri in uscita a Giugno 2025 Genere Fantasy – Fantascienza – Horror
Libri in uscita a Giugno 2025 Genere Narrativa Rosa
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