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Premi Letterari

Premio Bancarella 2025: la sestina finalista

20 Maggio 2025Updated:22 Luglio 2025Nessun commento10 Mins Read
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Premio Bancarella 2025: la sestina finalista

E’ stata annunciata la sestina finalista del Premio Bancarella 2025, giunto alla 73esima edizione, scelta dai librai, interpreti del gusto dei lettori.
Domenica 20 luglio, in Piazza della Repubblica a Pontremoli, si apriranno le buste con i voti dei librai e tra i sei finalisti verrà incoronato il vincitore del Premio Bancarella 2025.

Invece il Premio Bancarellino si è terrà il 24 maggio, il Bancarella Sport, il 19 luglio ed il Bancarella della Cucina il 26 ottobre.

Il Premio Bancarella è un premio letterario nato nel 1953 a Mulazzo, si tiene ogni anno il penultimo sabato o domenica di luglio. Una prima selezione stabilisce i sei libri finalisti del Premio Selezione Bancarella tra i quali è poi scelto il vincitore, premiato nella serata finale con una ceramica artistica raffigurante “S. Giovanni di Dio”, il santo spagnolo che durante la sua vita fu a lungo venditore di libri, opera di Umberto Piombino.

I sei finalisti del Premio Bancarella 2025

  • Come l’arancio amaro di Milena Palminteri (Bompiani);
  • Il dio che hai scelto per me di Martina Pucciarelli (HarperCollins);
  • Il pendio dei noci di Gianni Oliva (Mondadori);
  • La fame del cigno di Luca Mercadante (Sellerio);
  • La ragazza con la gonna a fiori di Guido Rodriguez (Morellini);
  • Luisa di Paola Jacobbi (Sonzogno).

Come l’arancio amaro di Milena Palminteri (Bompiani);

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A cosa serve essere giovane e piena di progetti, se sei nata nel tempo sbagliato?
Tre protagoniste straordinarie fronteggiano la sfida più grande: trovare il senso del proprio essere donne in un mondo che vorrebbe scegliere al posto loro.Nardina, dolce e paziente, che sogna di laurearsi ma finisce intrappolata nel ruolo di moglie. Sabedda, selvatica e fiera, che vorrebbe poter decidere il proprio futuro ma è troppo povera per poterlo fare. Carlotta, orgogliosa e determinata, che vorrebbe diventare avvocato in un mondo dove solo i maschi ritengono di poter esercitare la professione. E un segreto, che affonda nella notte in cui i loro destini si sono uniti per sempre.
Tra gli anni Venti e gli anni Sessanta del Novecento, Sabedda, Nardina e Carlotta lottano e amano sullo sfondo di un mondo che cambia, che attraversa il Fascismo e la guerra, che approda alla nuova speranza della ricostruzione. Per ciascuna di loro, la vita ha in serbo prove durissime ma anche la forza di un amore più grande del giudizio degli uomini.
Partendo da una storia vera, Filomena Palminteri esordisce con un romanzo maturo e travolgente, scritto con una lingua ricca di sfumature, popolato di personaggi memorabili per la dolente fierezza con cui abbracciano i propri destini.

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Il dio che hai scelto per me di Martina Pucciarelli (HarperCollins)

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Il racconto di un coraggioso addio, ispirato alla vera storia dell’autrice, cresciuta nella comunità religiosa dei Testimoni di Geova.

“Sei sempre stata un faro per la nostra famiglia”, le ripeteva sua madre. Alessandra, però, seconda di cinque figli, non voleva portare luce, voleva che qualcuno illuminasse la strada per lei e rispondesse alle sue domande di bambina. Cresciuta sotto la rigida disciplina dei Testimoni di Geova, ha sempre cercato di soddisfare le attese dei genitori e di non creare problemi. Così, fino a ventinove anni, non ha mai partecipato a un compleanno né spento una candelina. Non ha ascoltato la musica che ascoltavano i suoi coetanei né letto libri non approvati in comunità. E anche l’amore, quando l’ha incontrato, è stato subito sacrificato. Dopo aver sposato Federico, un uomo più grande scelto per lei all’interno dei Testimoni, Alessandra da figlia devota diventa moglie devota. Ma quando scopre di essere incinta qualcosa dentro di lei cambia. Non può più ignorare i propri desideri e per i suoi bambini vuole essere migliore: loro devono avere la libertà che a lei è sempre stata negata.

Inizia così il coraggioso atto di allontanamento dalla comunità, un percorso di ricostruzione di sé stessa che stravolge il suo destino e quello delle persone che ama.

Al suo esordio nella narrativa, Martina Pucciarelli scrive un romanzo potente ed emozionante, con il quale si inserisce tra le scrittrici contemporanee che hanno saputo trasformare la propria biografia in letteratura, come Tara Westover nel suo “L’educazione” e Deborah Feldman in “Unorthodox”.

Il Dio che hai scelto per me è una storia intima e dolorosissima, fatta di privazioni, abusi e violenza, ma anche un libro impregnato di una forza straordinaria che ci mostra come il coraggio di cambiare nasca sempre da una forma altissima di amore, in questo caso da quello puro e incondizionato di una madre.

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Il pendio dei noci di Gianni Oliva (Mondadori)

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1918. Il sergente Julien Vertou osserva la neve che ancora ricopre il monte Grappa, in un aprile senza primavera. Lì dove si è spostata l’ultima linea di difesa italiana dopo Caporetto, gli alpini del battaglione Susa hanno allestito il loro campo. Ma Julien non è uno di loro, la cicatrice sulla mano destra racconta un’altra storia. Negli ultimi sedici anni, la Legione Straniera è stata il suo rifugio e la sua penitenza. Ciò che è stato prima non ha più importanza. Sono perduti i sogni, ed è perduto l’amore, che per una breve stagione gli ha fatto credere di poter inventare il futuro. La guerra che ha conosciuto sull’Atlante aveva una sola regola: uccidere per non farsi uccidere. Ma i ragazzi con cui ora condivide la trincea questa certezza non ce l’hanno, molti sanno a malapena imbracciare un fucile. Vengono da montagne in cui sperano di tornare presto, magari da una fidanzata che li aspetta. Come Gildo e Valdo, che insieme non fanno trentasei anni, o Domenico, che ne ha ventidue e da tre combatte e sopravvive. Tra i colpi di artiglieria, i loro sguardi impauriti iniziano a scalfire la corazza di Julien. Lui non ha nessuno che lo attende, nessun posto che può chiamare casa. Eppure, per quanto si ostini a rinnegarlo, il passato che si è lasciato alle spalle pian piano si riprende la scena. Una parlata familiare, il nome di un torrente, quello di un paese di montanari. E il volto di una donna che riaffiora tra i pensieri, riportandolo a un tempo in cui la felicità era ancora possibile. In questo esordio narrativo, Gianni Oliva innesta nel racconto degli ultimi, concitati mesi del primo conflitto mondiale una vicenda privata dolorosamente intensa. Un romanzo di amore e guerra, di montagne e neve, di uomini piccoli e grandi rimescolati dalla Storia.

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La fame del cigno di Luca Mercadante (Sellerio)

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La capacità di creare un protagonista diverso da tutti, dolente, intelligente, maldestro e scombinato. Un’atmosfera che ricorda le paludi terrificanti di Joe Lansdale, e la sua trascinante comicità. Il ritratto di un mondo dove nessuno può dirsi davvero onesto.
Un nuovo autore si unisce al catalogo della casa editrice con un personaggio letterario che ha tutte le caratteristiche per entrare subito nel cuore dei lettori insieme a Rocco Schiavone, Petra Delicado, Saverio Lamanna e agli altri detective di casa Sellerio con cui ha esordito in Animali in giallo.

Domenico Cigno, cinquantenne obeso e redattore sportivo dell’edizione del sud di un importante quotidiano, vive di grandi abbuffate e articoli copia-incolla. Senza moglie né figli, un passato da pugile aspirante olimpionico e un inizio di carriera giornalistica di tutto rispetto, Cigno ha già lasciato il meglio della vita dietro di sé. Ora abita in una cascante villetta con giardino sul litorale domitio, un tratto della costa campana che da Napoli arriva fino al confine col Lazio ricalcando in parte il percorso dell’antica via Domitiana. Sono circa 50 chilometri bassi e sabbiosi, stretti tra un mare che d’inverno diventa gelido e poco frequentato e campagne paludose. Qualcuno la considera la Louisiana del Sud, coi suoi canali limacciosi eredità della bonifica secentesca. Oggi è territorio di immigrazione clandestina, bande camorristiche poco organizzate e sistematica rovina. In uno dei canali, a pochi giorni dal Natale, viene ritrovato il corpo di una ragazza. Potrebbe trattarsi di una studentessa universitaria torinese, attivista e influencer da centinaia di migliaia di follower, venuta in questa provincia desolata per indagare la condizione delle donne nigeriane. È scomparsa da qualche giorno e tutta Italia la sta cercando. Cigno è accidentalmente il primo ad arrivare sul posto, e questa è forse una chance di riscatto. Decide di indagare, è come un dinosauro che prova a non estinguersi, e si attacca a questa storia con tutte le sue forze. Che non sono molte.

Con voce tanto ironica quanto amara, La fame del Cigno sa tenere assieme il cinismo della sopravvivenza e l’umanità solidale di chi ha già perso tutto, nel racconto delle ombre gettate da mille smarrimenti, da mille sparizioni: persone care, gioie dimenticate, la fame di un futuro a cui abbiamo voltato le spalle.

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La ragazza con la gonna a fiori di Guido Rodriguez (Morellini)

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Antonio Ricci, giornalista genovese appassionato di fotografia, acquista una Leica D7 usata, ma non immagina che alcune misteriose fotografie trovate nella memory card lo trascineranno in un’indagine sulla scomparsa di una ragazza e nel recupero di tessere essenziali della propria infanzia cancellate da un dramma familiare. Con l’aiuto di Laura, una ricercatrice universitaria con cui sviluppa un legame profondo, Antonio si trova coinvolto in un intrigo che potrebbe costare la vita a entrambi. Ma il tempo stringe, e ogni passo falso potrebbe significare la fine per la ragazza con la gonna a fiori. Un romanzo che esplora i meccanismi della memoria, del trauma e del bisogno di cercare la propria Itaca, mescolando sapientemente elementi del noir con una profonda analisi psicologica dei personaggi. La prosa evocativa di Rodriguez dipinge una Genova autentica e misteriosa, trasformando la città in un personaggio vivido e coinvolgente.

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Luisa di Paola Jacobbi (Sonzogno)

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Il banco in legno e ottone, le alzatine colme di dolciumi e l’inconfondibile aroma di zucchero e mandorle. Quando Luisa scopre che la confetteria nel centro di Perugia è in vendita, la sente subito sua. Poco importa che il marito Annibale sia lontano, che lei sia prossima al parto e non sappia nulla di pasticceria. Imparerà. Per una ragazza che è cresciuta tra le difficoltà, non esistono ostacoli insormontabili: il nuovo secolo le ha promesso un sogno, ed è pronta ad afferrarlo. Ma neppure lei può immaginare fin dove la porterà: dal vecchio negozio nascerà la Perugina, e dalle sue mani le caramelle e i cioccolatini che hanno accompagnato generazioni. Come il Bacio, che nel cuore di Luisa occupa un posto speciale perché suggella lo scandaloso amore con Giovanni Buitoni, più giovane di quattordici anni. Instancabile, trasformerà un semplice hobby – l’allevamento dei conigli – nell’Angora Spagnoli, che diventerà poi un’importante azienda di abbigliamento che ancora oggi porta il suo nome. Esempio di indipendenza allora come oggi, sarà Luisa – che ha assunto le donne in fabbrica, ha inventato gli asili aziendali, ha volato sopra pettegolezzi e convenzioni – a ispirare anche Marina Vasconcellos, nipote di un’ex dipendente Perugina che, leggendo i quaderni scritti dalla nonna Ida, riuscirà a trovare la propria strada. Attingendo agli archivi della famiglia Spagnoli, Paola Jacobbi intreccia l’ascesa visionaria di Luisa con le sue coraggiose vicende private, sullo sfondo della grande Storia – dalle rutilanti speranze di inizio Novecento ai cupi venti fascisti –, restituendoci la complessità di una donna che non ha mai avuto paura di andare controcorrente.

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