In un’epoca in cui il tempo è diventato la nostra valuta più preziosa la Giornata Mondiale della Lentezza arriva come una carezza controcorrente, un promemoria necessario: non siamo nati per correre, ma per vivere.
Istituita nel 2007 dall’associazione “Vivere con Lentezza”, questa giornata si celebra ogni anno in varie parti del mondo, in Italia cade il primo lunedì di maggio. Ha un obiettivo semplice ma rivoluzionario: rallentare. Non per pigrizia o disimpegno, ma per riscoprire il valore del tempo, della qualità delle relazioni, della presenza consapevole nelle cose che facciamo.
C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui viviamo oggi. Lo sentiamo tutti, anche se spesso facciamo finta di nulla. Corriamo. Sempre. Corriamo per lavorare, per produrre, per rispondere, per dimostrare che ci siamo. Ma nel frattempo ci perdiamo. Ci perdiamo il tempo, ci perdiamo gli altri, e alla fine, senza accorgercene, ci perdiamo noi stessi. Per questo la Giornata Mondiale della Lentezza, ogni anno ci invita a rallentare, non è solo una ricorrenza simbolica. È un’occasione rara, preziosa, quasi sacra, per guardarsi dentro e ricordarsi che si può vivere in un altro modo. Un modo più umano, più vero.
La lentezza è una ribellione silenziosa. È l’atto più rivoluzionario che si possa compiere in un’epoca in cui tutto ci spinge ad accelerare. Fermarsi. Guardare. Ascoltare. Sentire il sapore di un caffè bevuto senza fretta, il rumore dei passi su una strada di campagna, la voce di un amico che parla davvero.
Chi rallenta, ascolta. Chi ascolta, comprende. E chi comprende, cambia.
In fondo, la Giornata della Lentezza ci dice qualcosa che abbiamo dimenticato: non c’è bisogno di arrivare primi, se nel frattempo ci siamo dimenticati dove stavamo andando. Ogni giorno è un’opportunità per scegliere se essere travolti dal mondo o farne parte con consapevolezza. Possiamo decidere di vivere meno velocemente e più intensamente. Di scambiare l’efficienza con la presenza. Di sostituire la fretta con la cura.
La lentezza non è un lusso per pochi eletti. È un diritto dell’anima, e una possibilità per tutti. Bisogna solo avere il coraggio di prendersela. Di dire no alla frenesia. Di smettere di rincorrere il tempo e cominciare, finalmente, a viverlo.
Non è un’utopia, è una scelta.
La lentezza non è nostalgia di un passato idealizzato, ma una scelta contemporanea e consapevole. È il tempo che ci prendiamo per ascoltare qualcuno senza guardare lo smartphone. È cucinare qualcosa da zero invece di aprire una busta. È scegliere la bicicletta anche se ci metti dieci minuti in più. È il silenzio dopo una domanda importante.
In un mondo che ci vuole veloci, reattivi, multitasking, rallentare è un atto politico, poetico e personale.