La verità di Maria è un giallo storico scritto da Glenn Cooper, pubblicato il 24 ottobre 2023, dalla casa editrice Nord, tradotto da Barbara Ronca.
E’ il settimo romanzo con protagonista Cal Donovan, un professore di teologia di Harvard, che in questa nuova avventura avrà a che fare con un frammento di papiro che potrebbe cambiare il mondo se finisse in mani sbagliate.
“Cal si stava facendo la barba, quando il cellulare annunciò l’arrivo di una chiamata da un numero riservato.
«Buongiorno, Cal.»
«Rodrigo… Cioè, santo padre. Come stai?»
Una risata roboante riecheggiò lungo la linea, rallegrando Cal. «Ascolta, tu sei il mio migliore amico al di fuori della Chiesa. Devi continuare a chiamarmi Rodrigo, almeno in privato. Mi aiuterà a rimanere coi piedi per terra.»”
Trama del libro “La verità di Maria”
Egitto, 69 d.C. Ha viaggiato a lungo, e adesso ha bisogno di un posto dove nascondersi dagli uomini che vorrebbero metterla a tacere. Nonostante i rischi, Lia è pronta ad accogliere quella donna nella sua casa e a proteggere lei e la sua storia. Perché la sua verità è un segreto per cui vale la pena morire.
Egitto, oggi. Era sepolta da anni negli archivi del Museo del Cairo, tra altre centinaia di reperti destinati a non essere mai né studiati né esposti. È quello che Samia si ripete per giustificare il furto di una maschera funeraria risalente al I secolo d.C., l’unico modo per racimolare i soldi necessari per pagare le cure mediche della sorella. Prima di rivenderla, però, Samia si accorge che la maschera non è fatta di lino, secondo l’uso dell’epoca, bensì di papiro. E la scritta che v’intravede all’interno cambierà tutto.
Roma, oggi. Cal Donovan è in città per assistere all’inaugurazione del nuovo pontificato, quando riceve la telefonata di una sua ex studentessa di Archeologia, che sostiene di essere entrata in possesso di un oggetto sconcertante e pericoloso. Ma, poche ore dopo, la giovane scompare nel nulla. A Cal non resta quindi che mettersi sulle sue tracce, per evitare che il manufatto cada nelle mani sbagliate e il mondo ne subisca le conseguenze…
“Era tanto tempo che Maria non provava una gioia profonda, genuina. Ma quella mano tiepida stretta nella sua era preziosa. Era stata dura arrivare in quell’oasi da Gerusalemme, attraverso il deserto. Molti avevano chiesto di seguirla, però Maria aveva rifiutato, convinta che non fosse giusto sradicare intere famiglie per condurle verso un futuro incerto. Durante l’ultimo pasto consumato col suo gregge, Maria aveva abbracciato i suoi fratelli e le sue sorelle uno alla volta, aveva pianto con loro e, prima del sorgere del sole, nel giorno dello Shabbat ebraico, aveva detto addio alla sua terra.”
Serie Cal Donovan
2011 – Il marchio del diavolo
2016 – Il segno della croce
2017 – Il debito
2018 – I figli di Dio
2019 – Il sigillo del cielo
2022 – La quarta profezia
2023 – La verità di Maria
Incipit del libro “La verità di Maria”
1
Oasi settentrionale, Egitto, 69 d.C.
Bruna era lei, e brune erano quelle terre.
I suoi occhi erano scuri e tra i capelli, ormai grigi, spiccava ancora qualche ciocca castana. Da ragazza, la sua pelle era così chiara che quando arrossiva si tingeva di rosa come quella di un topolino appena nato, ma il sole l’aveva cotta per oltre cinquant’anni, donandole la sfumatura delle mandorle di terra. La sua vecchia veste di lino, ormai una seconda pelle, era della stessa sfumatura brunita, sebbene lei la lavasse spesso.
I suoi colori si abbinavano a quella terra arida, al marrone che si estendeva oltre il verde lussureggiante dell’oasi: scuro come la corteccia di cedro vicino alla sorgente, per poi passare dal bronzo al senape al beige slavato delle sabbie del deserto. Il gruppetto di case in cui la donna s’imbatté era in tinta con la terra: ruvide pareti di pietra calcarea dello stesso ocra della piana desertica.
Arrivò a dorso di mulo, quando il sole ormai bruciava sulla linea dell’orizzonte e i venti del Nord frustavano la sabbia fine, sollevandola in aria. Uno dei suoi compagni di viaggio bussò a una porta scrostata e si fece da parte per farla passare.
Le aprì un vecchio che, in aramaico, le chiese chi fosse.
«Sono Maria», rispose la donna.
L’uomo, Isaia, la scrutò con attenzione, poi replicò: «Non ci sento più tanto bene. Hai detto Maria?»
Lei abbassò il cappuccio, rivelando occhi affossati e labbra screpolate, e ripeté: «Sì, sono Maria. Maria Maddalena. Cerco asilo».
Il vecchio sgranò gli occhi. «Da chi stai fuggendo, mia signora?»
«Da tutti. Cristiani, ebrei, romani, tutti mi vogliono morta. Mi è stato detto che questa è la casa di Lia.»
Isaia scortò Maria e i suoi tre compagni di viaggio verso l’edificio più grande e chiese loro di aspettare in una stanza spaziosa e scarsamente illuminata. Il pavimento era di terra battuta. Ciotole di legno erano impilate su un lungo tavolo. Le imposte erano state chiuse per non far entrare la sabbia, che filtrava comunque tra le fessure, ricoprendo tavolo e panche. Folate di vento facevano danzare e tremolare la fiamma delle candele.
Una donna entrò di corsa. Maria ebbe l’impressione di averla svegliata, perché scrutò la stanza con occhi annebbiati, sbattendo ripetutamente le palpebre, prima di posare lo sguardo su di lei. Era più giovane di Maria, più alta, con lineamenti patrizi finemente cesellati. Aveva l’aspetto di una dama che un tempo indossava mantelli di seta, sebbene in quel momento portasse solo una rozza veste che sfiorava i piedi nudi. Per Maria, il tempo della vanità era passato da un pezzo, eppure quella donna, col suo viso fresco e grazioso, le fece sentire il peso degli anni.
La donna fece un profondo inchino e si presentò: «Sono Lia. E tu sei Maria Maddalena, vero?»
«Sì.»
«La Matriarca!» gridò Lia, le guance rigate di lacrime.
«Ho viaggiato in lungo e in largo per incontrare la diaconnessa Lia», disse Maria, usando il titolo onorifico greco che veniva rivolto ad alcune donne nella loro comunità. «La tua fama ha raggiunto ogni angolo del mondo cristiano.»
Lia crollò in ginocchio e baciò i piedi di Maria. «Signora benedetta, la tua presenza nella mia casa è un dono di Dio!»
Maria la prese per le spalle, l’aiutò a rialzarsi e la guardò con tenerezza.
«Ma, dimmi, cosa ti porta qui?» chiese Lia.
«Sono vecchia, e sono stanca di vivere in fuga. Il Signore sa che i miei giorni sono contati. Prima di morire, voglio tramandare la mia storia. E voglio che sia tu a raccontarla.»
Avendo sentito arrivare i visitatori, gli altri membri della comunità – una ventina di persone – uscirono dalle case e rimasero a sbirciare tra le fessure delle imposte finché Lia non li invitò a entrare. E allora, uno alla volta, gli adulti s’inginocchiarono e anch’essi baciarono i piedi di Maria, mentre i bambini fissavano la scena con occhi sgranati e carichi di curiosità. Qualcuno si affrettò a offrire verdure lessate, pane e vino annacquato, e molti si scusarono per la mancanza di carne. Maria li ringraziò per la loro ospitalità, ma Lia mandò comunque un ragazzo a comprare una capra, per il banchetto che avrebbero preparato il giorno dopo.
Quando tutti furono seduti al tavolo comune, Lia chiese a Maria di pronunciare le benedizioni.
«Questa è casa tua. È compito tuo», rispose Maria.
Nessuno fece domande ai viaggiatori, per lasciare loro il tempo di riposare e di mangiare. Una volta che si furono rifocillati, uno degli uomini di Maria, Quinto, un giovane muscoloso con lunghi riccioli dorati, rispose a un ragazzino di dieci anni che, non riuscendo più a contenere la sua curiosità, gli aveva chiesto: «Da dove vieni?»
«Io? Io vengo da Roma. Lo sai dove si trova?»
Il ragazzino scosse la testa.
«È nato qui», spiegò Lia. «Questo è l’unico posto che conosce.»
«Magari un giorno la vedrai», gli disse Quinto.