Il suggeritore è il romanzo d’esordio di Donato Carrisi pubblicato nel 2009, vincitore del Premio Bancarella, questo libro non è solo un thriller, è una storia che esplora la zona grigia fra il bene e il male.
“Questi individui sono difficili da scoprire. Da fuori appaiono del tutto normali, uomini comuni. Ma scavando sotto la superficie di normalità, ecco che appare il loro ‘io interiore. Quello che molti di loro chiamano ‘la bestia’.
Gorka l’ha alimentata coi suoi sogni, l’ha nutrita dei suoi desideri. A volte ha dovuto fare i conti con lei. Forse l’ha anche combattuta per un certo periodo della sua vita. Alla fine, però, è sceso a patti. Ha capito che c’era solo un modo per farla tacere: accontentarla.
Altrimenti lei lo avrebbe divorato dal di dentro.”
Racconta le ricerche della Squadra Speciale di investigazioni per ritrovare alcune bambine scomparse e un serial killer. Il gruppo è guidato dal criminologo Goran Gavila e affiancato da Mila Vasquez come esperta di persone scomparse, Carrisi con questo libro si confronta con un genere finora appannaggio dei grandi autori americani, reinventando le regole del gioco.
Qualcosa di sconvolgente è successo, qualcosa che richiede tutta l’abilità degli agenti della Squadra Speciale guidata dal criminologo Goran Gavila. Il loro è un nemico che sa assumere molte sembianze, che li mette costantemente alla prova in un’indagine in cui ogni male svelato porta con sé un messaggio. Ma, soprattutto, li costringe ad affacciarsi nel buio che ciascuno si porta dentro. È un gioco di incubi abilmente celati, una continua sfida.
Sarà con l’arrivo di Mila Vasquez, un’investigatrice specializzata nella caccia alle persone scomparse, che gli inganni sembreranno cadere uno dopo l’altro, grazie anche al legame speciale che comincia a formarsi fra lei e il dottor Gavila. Ma un disegno oscuro è in atto, e ogni volta che la Squadra sembra riuscire a dare un nome al male, ne scopre un altro ancora più profondo…
Con mia grande delusione ho trovato parecchie recensioni negative sui vari siti, a me è piaciuto, l’ho trovato intricante e pieno di colpi si scena e la cosa che secondo me fa di un libro un buon libro è la voglia di continuare a leggerlo, questo a me è successo.
“Il maestro di musica aveva parlato.
Ma non fu quello a colpirla. Non era la prima volta. Molti individui solitari danno voce ai propri pensieri quando sono custoditi fra le mura domestiche. Anche a Mila capitava di parlare da sola quando era in casa.
No. La novità era un’altra. Ed era quella che la ripagava di un’intera settimana di appostamenti, trascorsa al gelo nella propria auto, stazionata costantemente di fronte alla casa marrone, a scrutare con un piccolo binocolo l’interno, gli spostamenti di quell’uomo sulla quarantina, grasso e lattiginoso, che si muoveva tranquillo nel suo piccolo, ordinato universo, ripetendo sempre gli stessi gesti, come fossero la trama di una ragnatela che, però, conosceva soltanto lui.
Il maestro di musica aveva parlato. Ma la novità era che, stavolta, aveva detto un nome.
Mila l’aveva, visto affiorare, lettera per lettera, sulle sue labbra. Pablo. Era la conferma, la chiave per accedere a quel mondo misterioso. Ora lo sapeva.
Il maestro di musica aveva un ospite.”