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SEI QUI: Home » Libro Caffè » Autori Libri » McDowell Michael » Michael McDowell – Pioggia. Blackwater VI
Fantasy - Gotico - Horror

Michael McDowell – Pioggia. Blackwater VI

30 Aprile 2023Updated:20 Febbraio 2024Nessun commento6 Mins Read
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Michael McDowell – Pioggia. Blackwater VI
Michael McDowell – Pioggia. Blackwater VI

Pioggia. Blackwater VI è un romanzo gotico scritto da Michael McDowell, pubblicato nel 1983 in America, mentre in Italia il 28 marzo 2023, da BEAT (Neri Pozza), tradotto da Elena Cantoni. Il sesto volume della saga Blackwater, che narra della piccola città, Perdido, Alabama, della famiglia Caskey e di Elinor Dammert.

“Piove, adesso; una pioggia meno impressionante per l’intensità che per la persistenza implacabile, che inzuppa senza requie i terreni sabbiosi intorno alle case dei Caskey, per tutta la mattina, tutto il pomeriggio, tutta la sera e tutta la notte.”

Mentre la famiglia Caskey e la loro città di Perdido cavalcavano l’apice della prosperità negli anni ’60, la matriarca Elinor aveva una buona ragione per essere orgogliosa del suo dominio. Ma lentamente, silenziosamente, orrori inimmaginabili si stavano insinuando in mezzo a loro.

 

Trama del libro “Pioggia. Blackwater VI”

1958. Gli anni passano, tra ricevimenti fastosi, unioni insolite e rivelazioni travolgenti, ma non portano quiete per i membri della famiglia Caskey. Dopo l’età dell’oro, ritornano giorni foschi. Qualcosa di terribile incombe su Perdido, i suoi abitanti e i suoi fiumi. Il tempo delle profezie è ormai giunto.

“La capacità dei Caskey di sbalordire Perdido sembrava non avere mai fine.”

Antefatto
La misteriosa preveggenza di Elinor riguardo alla presenza di petrolio nelle paludi di proprietà della famiglia viene confermata dai fatti: lei e sua figlia Miriam assicurano al clan Caskey un periodo di benessere senza precedenti. Frances, la secondogenita di Elinor, scopre con inquietudine di essere incinta. Mentre sua madre cerca di rassicurarla su ciò che la distingue dal resto della famiglia, nulla può preparare Frances a quello che sarà il suo parto. Come Elinor aveva previsto, vengono al mondo due gemelle. Una, cui verrà dato il nome di Lilah, sarà accolta con gioia.

Quanto all’«altra figlia», Nerita, la sua esistenza dovrà rimanere segreta. Nel frattempo Sister Haskew recita la parte dell’invalida per non dover tornare col marito, Early. Mentre Malcolm, il figlio di Queenie Strickland che era fuggito con disonore da Perdido molti anni prima, viene ritrovato per caso da Miriam in un ristorante in Mississippi dove lavora come cuoco. Senza lasciargli la possibilità di scegliere, lei lo riporta a Perdido perché venga reintegrato nella famiglia. Infine, come un funesto Leitmotiv, la cittadina perde un altro dei suoi figli nelle acque ribollenti del fiume.

“L’acqua scroscia dal tetto sui quattro lati della casa, traboccando dalle grondaie sopraffatte e riversandosi sui gradini all’ingresso in una cascata abbastanza violenta da sfondare un ombrello. Cade a dirotto sulle aiuole intorno alla casa, scavando solchi profondi e ripidi, smuovendo bulbi e tuberi. Batte su davanzali e finestre, riempiendo le centinaia di migliaia di minuscoli rombi delle zanzariere arrugginite.
Il suo scroscio è un tuono incessante, inesorabile e inquietante, che sovrasta ogni conversazione, sovrasta ogni musica”

Trovate la recensione della saga Blackwater nel link sottostante

La saga Blackwater di Michael McDowell

Incipit del libro “Pioggia. Blackwater VI”

Il fidanzamento
Forse erano soltanto questo: due signore attempate intente a spettegolare, spettegolare all’infinito, in una stanza da letto affacciata sul retro di una vecchia casa in un angolo remoto dell’Alabama. Nel 1958 Sister Haskew aveva sessantasei anni ed era invalida, allettata, querula, debole, dipendente ed esigente. Queenie Strickland di anni ne aveva sessantotto, ed era grassa, felice, indaffarata, devota e allegra. Entrambe erano immensamente ricche, e nessuna delle due doveva mai preoccuparsi dei soldi di cui disponeva. Queenie era la schiava e la spia di Sister. Era un galoppino e una staffetta. Ogni mattina, alle sei e cinquantacinque in punto, usciva di casa e andava in quella accanto, in tempo per portare di sopra il vassoio della colazione che Sister esigeva alle sette; e ogni sera, alle sette, scendeva a riportare il vassoio della cena nella cucina buia di Ivey e lo lasciava cadere sul bancone, con un acciottolio di stoviglie e un sospiro. Sister non le avrebbe permesso di allontanarsi dal suo capezzale nemmeno per un secondo, non fosse stato per la sua insaziabile curiosità sugli avvenimenti in città, alla segheria e in famiglia. A Queenie era concesso andare a giocare a bridge e a fare compere, far visita a sua figlia Lucille alla fattoria e cenare da Elinor, nella casa accanto, solo perché al suo ritorno, nella stanza cupa, soffocante e ingombra di Sister, sarebbe stata in grado di riferirle per filo e per segno tutto ciò che era stato fatto e detto. Da quei brandelli di informazioni spigolati a caso, Sister traeva conclusioni e previsioni campate per aria, e invariabilmente Queenie le diceva: «Sister, ti sbagli, non andrà cosí». E in effetti le predizioni di Sister non si erano mai avverate, nemmeno una volta. Sister si era isolata dal mondo da un tempo cosí lungo che aveva quasi del tutto dimenticato come girava. Queenie era una cronista fedele, ma le analisi di Sister non centravano mai il bersaglio.

La casa in cui Sister abitava con Miriam aveva cambiato personalità nell’ultima dozzina di anni. Quando Mary-Love era ancora viva, e durante l’adolescenza di Miriam, appariva animata dal tipo di vitalità che scaturisce – avrebbe detto qualcuno – dalla cattiveria, o forse soltanto dall’energia che deriva dall’avere uno scopo. Si era conservata ben salda sulla sua posizione, tra la residenza piú vasta di Elinor, da un lato, e quella piú signorile di James, dall’altro. Ma adesso qualcosa nel suo aspetto, con le verande e le finestre al pianterreno nascoste dietro le azalee e le camelie lasciate crescere a dismisura, dava l’impressione che si stesse richiudendo in sé stessa, che non intendesse piú mettersi in competizione con le vicine, che preferisse ritirarsi dalla mischia. L’interno odorava di vecchio. I mobili erano ancora gli stessi del giorno in cui era morta Mary-Love Caskey, ventidue anni prima. Questo non per reverenza nei confronti della defunta, ma perché, se da una parte Miriam non se ne interessava abbastanza da cambiarli, dall’altra a Sister – che non l’avrebbe mai ammesso con nessuno, nemmeno con sé stessa – piaceva che le fosse ricordato il piú spesso possibile che Mary-Love era proprio morta.

Blackwater – La saga della famiglia Caskey

I. LA PIENA

II. LA DIGA

III. LA CASA

IV. LA GUERRA

V. LA FORTUNA

VI. PIOGGIA

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Fantasy - Gotico - Horror Michael McDowell Segnalazione
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Faccio i conti con la mia insaziabile voglia di conoscenza, mi piace condividere con gli altri le cose che imparo e confrontarmi, questo blog tenta di raccogliere i pezzi confusi di me.

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